Blog di Marco Castellani

Tag: Rondoni

Qualcosa di noi

Mi dico, forse sta avvenendo tutto troppo velocemente. Intendo, la conquista dello spazio, l’esplorazione degli ambienti planetari, l’odierna nuova corsa alla Luna. Troppo in fretta perché scivoli dalla nostra testa al nostro sistema circolatorio, perché veramente se ne possa fare esperienza, perché divenga tutto davvero concreto. Per millenni lo spazio e quanto contiene, è rimasto completamente irraggiungibile, e nell’arco di pochi decenni questa situazione è drasticamente mutata.

“Rover in meditazione su Marte” di Davide Calandrini – @davidecalandrini 


Solo per l’esplorazione del pianeta Marte, le sonde inviate sono ormai varie dozzine. Ci sono panorami di Marte – la cui distanza media da Terra è superiore ai 250 milioni di chilometri, insomma non proprio dietro l’angolo – che possiamo ammirare con un grado di dettaglio ormai superiore a quello delle foto che possiamo portiare a casa dalle gite fuori porta della domenica, quelle con amici e parenti. Ciò che per secoli e secoli è stato oggetto di immaginazione e speculazione, ora improvvisamente è reale… [Continua a leggere sul portale EduINAF]

Loading

Rondoni: poesia e scienza non sono opposte

Riceviamo (e assai volentieri pubblichiamo) un pezzo del noto poeta e scrittore Davide Rondoni, che ha gentilmente accolto la nostra richiesta e interviene sul tema del Carnevale della fisica #27, ospitato dal nostro sito GruppoLocale.it .

Arthur Rimbaud dice che la scienza è troppo lenta per noi. Per noi, intende, che mettiamo a fuoco il mondo con il metodo poetico delle analogie e delle irruzioni dell’evidenza nell’apparenza e delle ombre. Con le parole che mettono a fuoco la vita che non si sa e che pur chiede il nostro ascolto parlante.

Davide Rondoni (Immagine dal sito dell'Autore)

Del resto ben prima che voi fisici ci faceste vedere che tutto è movimento ed energia, Dante parlava di “Amore che move ‘l sole e l’altre stelle” e per lui non era una metafora, ma un dato del reale conosciuto. Si tratta di una differenza di velocità – le verità a cui il metodo poetico arriva sono quelle necessarie a un uomo per vivere, e la scienza per analizzare i fenomeni invece ha bisogno a volte di migliaia di anni.

Differenza di velocità e di metodo dunque (la poesia conosce per sintesi, per analogie, vivendo quello stato di conoscenza per stupore e illuminazione che nella scienza accade solo talvolta) ma non di percorso nè di scopo. Del resto, il linguaggio che spesso gli scienziati usano per indicare le realtà primarie o ultime che cercano – oltre alle formule –  è composto di metafore poetiche. Cosa è la “luce fossile” che cercano i registratori dei primi eventi dell’universo ? Non è forse una realtà indicibile con linguaggio poetico ?

E un grande poeta contemporaneo, Les Murray, in una sua poesia afferma che certo Newton ha avuto una grande intuizione vedendo la mela che cadeva dal ramo, ma se si fosse chiesto anche come diavolo aveva fatto quella mela ad arrivare lassù avrebbe scoperto una “fisica più usata”. Ai poeti interessa la fisica del mondo, ovvero il suo movimento – o senso che è lo stesso, dato che non c’è movimento vero senza senso, sarebbe frenesia o agitazione, o al contrario e identico, sarebbe noia.

La poesia e la scienza non sono opposte, non lo erano nelle origini della meraviglia che percepisce il mondo come primo passo, e non lo sono dopo il lungo cammino di entrambe, quando si concepiscono e attuano come tensione alla conoscenza del mistero del reale. Quel che Ungaretti chiamava il “segreto” del mondo. dr

Davide Rondoni ha fondato e dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Ha tenuto e tiene corsi di poesia e letteratura nelle Università di Bologna, Milano Cattolica, Genova, Iulm e in diversi Istituti specializzati nonché all’estero a Yale University e Columbia University (Usa). E’ direttore artistico del festival DANTE09 a Ravenna. Ha partecipato ai più importanti festival di poesia in Italia e all’estero.

Ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra cui  “Il bar del tempo”, è uscito per Guanda nel gennaio ’99 e “Avrebbe amato chiunque” con i quali ha vinto, tra gli altri, i premi più importanti in Italia (tra cui Montale, Carducci, Gatto, Ovidio, Camaiore, Metauro). “Apocalisse amore”. Mondadori, Giugno 2008. Un libretto edito nel 2001, “Non sei morto, amore” (e ripubblicato nel 2006) è letto in performance dall’autore insieme ad un pianista di blues, oltre che messo in scena da Sandro Lombardi e David Riondino. Mentre con una compagnia di tango vengono lette le poesie di “Ballo lentamente con le tue ombre” (Tracce 2009)

E’ presente nelle più importanti antologie di poesia italiana del secondo Novecento edite da Mondatori (a c. Cucchi e Giovanardi) e da Rizzoli (a c. Piccini) e in numerose altre. Sue poesie sono edite in volume o in rivista in Francia, Usa, Venezuela, Russia, Inghilterra, Croazia, Cina e altri paesi…. (leggi la biografia completa sul sito dell’Autore)

Loading

Il fuoco della poesia

“Mi ubriaca la mente, la accende. Mi fa essere più ragionevole e più matto di libertà. Mi sbatte contro il muro. Mi lancia verso la grande aria del mare. E poi sosta. Lascia appesi col cuore alla luna. Sempre notte, sempre giorno. Non so cosa farci. E’ lei, la poesia.”
E’ contrario ad ogni buon senso scrivere di un libro non dopo averlo letto, ma dopo appena averne lette poche pagine? Penso proprio di sì. Ma tale è il senso di apertura, di liberazione, di gioia per leggere finalmente qualcosa che onestamente parla al cuore, che lo faccio lo stesso.

More about Il fuoco della poesiaPerché è davvero un bene per tutti. Una persona sinceramente appassionata di poesia, attraverso le sue mani, le sue parole, te la riporta viva, reale, ti fa capire che è utile, anzi necessaria (basta pensare a Benigni con la Divina Commedia). Nonostante tutte le operazioni possibili di disinnesco, nonostante tutta la distrazione di “questo tempo duro”.

Ci sono dei libri in cui appena leggo due o tre frasi, ma direi due o tre parole, subito respiro meglio, come più largo. Un senso di libertà, una possibilità di gioia che fa capolino di nuovo. Con Davide Rondoni non è infrequente che mi capiti.
“Il mondo chiede di essere messo a fuoco al di là delle prime apparenze. Ci invita. I poeti fanno questo lavoro con le parole. Altri lo fanno con alambicchi e microscopi. O con l’aratro sul campo  o lo scalpello sul marmo. Per cercarne il segreto. Che non smette di parlare, di sollecitare.”
La poesia così intesa – ovvero (azzardo io) intesa correttamente – smette di sembrare passatempo per studiosi, si leva di dosso ogni polvere del tempo, torna ad essere necessaria per l’uomo: l’uomo che vuole davvero vivere la sua esistenza nel mondo, scandagliandone il significato. Che non accetta l’anestesia indotta dalla distrazione televisiva media. “Non verranno da loro, e dalle loro tribune, le parole per leggeere e dire le urgenze di questo tempo”

La poesia è per l’uomo (ogni uomo). Basterebbe questo: “Per fare esperienza della poesia (…) non occorre essere esperti di letteratura. Occorre essere vivi, disposti al continuo evento del mondo e del suo segreto

Loading

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén