Blog di Marco Castellani

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Pioggia d’inverno

L’inverno è il tempo del riparo, del nascondimento. Ogni stagione ha il suo sistema di leggi, di valori tipici, di autofunzioni. Ogni stagione riprende il canto politonale dell’universo e lo modula su alcune specifiche frequenze. Esaltando delle particolari armoniche, deprimendone altre.

Così mi pare questo, che a rotazione ogni sensazione, ogni impressione venga portata alla luce. L’inverno mi piace per questo, perché è il tempo della contrazione. Mentre scrivevo l’inizio di questo post la pioggia cadeva ed il vento spazzava e muoveva gli alberi. Una giornata livida, senza dubbio.
Eppure vedere il parco battuto dalla pioggia è come ascoltarne il respiro, percepire il ritmo segreto della sua danza invernale.

Winter Rain - Abstract
Winter Rain (by dibytes on Flickr)

“Stare in casa quando fuori piove fa bene all’autostima”, diceva scherzando il mio figlio quattordicenne, qualche giorno fa. Con la sua giovanile baldanza, fotografava una sensazione che sicuramente è nota a tutti. Potrei chiamarla il ‘senso di tana’, di riparo caldo, di discesa nel sicuro. Come una irresistibile regressione primordiale, come una caverna con il fuoco. Ecco… sono dentro una caverna e sono antichissimo, improvvisamente sono vecchio come la storia dell’uomo. Una caverna che si spalanca davanti ad un mondo ignoto ed incerto, battuto dal vento e dalla pioggia. 
E la casa è una tana e non cerco tanto il fascino della ricerca e l’esplorazione estiva, ma il tepore degli affetti, la sicurezza del rifugio. E stare attenti ad uscire, non prender freddo. Si dice stai coperto ed è come un segno di attenzione vicendevole.
Finalmente non è tutto facile, immediato. Come se la difficoltà, l’avversità metereologica, suggerisse uno stop salutare. Come un malessere – uno di quegli strani e indefinibili malesseri dell’anima – che venisse per dirti ti devi fermare, devi andare più piano: devi prendere tempo per te.

L’inverno è questa evidenza, che devi fare i conti con ciò che è fuori di te. Devi rispettarlo. Fosse pure il clima. Non è tutto a portata di mano, il pensiero angosciante dell’autosufficienza è messo a terra, in maniera salutare. 

Vedi, non uscire, piove. Copriti.
Copriti. Richiamo ancestrale, capace di far tornare bambini.
E’ anche bello tornare bambini, ogni tanto.

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Faticosa, ma saporita

Finalmente, verrebbe da dire. Sta per cominciare un altro anno, un anno lavorativo e scolastico e familiare. La pausa estiva disegna e separa gli anni meglio di un trentun dicembre. Ecco tra poco entriamo – domani entriamo, diciamo – nell’anno nuovo. E bisogna entrarci bene. Cioè questo. Con una contentezza o un miraggio o una domanda di una contentezza o della possibilità di una contentezza, oppure solo nel non negare la possibilità di una futura o presente contentezza.

Sta iniziando un anno. Sta andando via la stagione calda. Viene l’autunno, fa sera presto, fa più freddo. Che bello.  Sta iniziando un anno, mesi e mesi, il lavoro nelle settimane, l’osservatorio, le puntate in asdc, la mensa. Le cose per Gaia, che l’anno prossimo finalmente se ne andrà a spasso a scrutare la Galassia. Fa sera presto, è più bello predisporsi a tornare a casa, dopo il lavoro. Pensare al caldo rifugio che ci aspetta, a lei che ci aspetta e sta preparando la cena, dopo aver lavorato anche lei, fuori. 

Autumn

Bello fare le cose, salutare gli amici, i colleghi, avviarsi verso casa. Bello avere un margine di libertà e ampiezza anche davanti ai problemi Anche davanti alle tentazioni. Non essere schiacciato da un niente da un nulla da un nientenulla che avvelena.

Essere più vicino a respirare,
ad avere un respiro fondo, regolare.
Bello alternare lavoro e riposo
e quasi senza accorgersene
tornare a progettare
fare progetti
di nuovo.

Come una vacanza o l’ipotesi di una casa
e gli esami della figlia oppure anche
i compiti della piccola
e il lavoro degli altri che è pur lavoro. Bello
sorridere perché appoggiati
a radici solide
sorridere per un briciolino di luce
uno scherzo di luna
per le radici e per il respiro.

Sentire addosso il tempo che passa
come un rivestimento più saldo
strato su strato
nell’attesa e nel guardarsi
indietro
senza timore
contando i passi del cammino.
E il bello è sempre davanti.
E la dolcezza di casa quando
si sprofonda nell’inverno sarà

sarà ancora maggiore
pioggia alle finestre e tuoni e fuori la consueta
dominante azzurra
mentre dentro casa
dentro
la calda gialla operosa e tranquilla
lieta luminosità

e sì farà freddo e qualcuno
dirà copriti e sarà come una gemma regalata
un segno di affetto come dire
non voglio che ti ammali
mi sei caro mi sei
non posso stare a vederti star male

sarà come una gemma respirata
e un vestito e un maglione pesante
e un sorriso leggero per
uscire aspettando con serena pazienza il rientro.

Sarà questo e sarà un anno azzurrossogiallo e quanti colori vuoi
sarà da piangere e da ridere e arrabbiarsi anche
e dire come, chi, perché
e anche chi me l’ha fatto fare
e correre sotto la pioggia con la borsa e trovare
il traffico
e avere preoccupazioni assortite e cose da
sistemare ma sapere
che vi sono radici profonde
– e siamo grandi e siamo bambini e potremmo
un giorno potremmo chissà
diventar vecchi e rimanere bambini –
e comunque niente più la vita piatta e niente più il niente ma

la vita, quella colorata
faticosa ma saporita
la vita.

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Autumn Skyline


Autumn Skyline
Inserito originariamente da Witty nickname

Sono nuovi i colori dell’autunno
sono nuovi –
ora.


Le cose stupìte quasi si interrogano
pervase dal quieto sentore
di una rinnovata
meraviglia

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Feeling It


Feeling It
Inserito originariamente da m.a. wakeley

“In Italia, o dolce Italia, in Italia è già primavera……..”
(Eugenio Finardi)

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Autumn…


autumn
Inserito originariamente da NicaMom

Sì sì… sono proprio innamorato di questi colori!

Tutte le sfumature di verde e marroncino,
che specchiano così bene,
le intime rifrangenze del cuore… 😉

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Fall Color


Fall Color
Inserito originariamente da justonemore (JOM)

Ma che belli, davvero, i colori dell’autunno……!

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