Potrebbe mai essere meglio espressa in pittura, la maestà del cielo notturno? Davvero, il tentativo di catturare la bellezza del cielo stellato per Vincent Van Gogh – il famoso pittore della seconda metà dell’ottocento – ha rappresentato una continua sfida: lo testimoniano molti dei suoi lavori, dove con tecniche innovative e riusultati sorprendenti è riuscito a declinarne il tema, così suggestivo per ogni uomo dalle epoche più antiche fino ad oggi (dove putroppo spesso la meraviglia del cielo notturno è preclusa a motivo dell’inquinamento luminoso dei grandi addensamenti urbani).

“Notte stellata sul Rodano” di V. Van Gogh.

Qui sopra è mostrato il famoso dipinto della Notte stellata sul Rodano, dove la città francese di Arles è raffigurata con tanto di luci a gas che si riverberano nel fiume Rodano.  Il bello dei cieli di Van Gogh è che appaiono davvero “vivi” con tanto di immagini stellari turbolente, le quali riescono ad evocare  un cosmo attivo e in perpetuo mutamento. Sopra il fiume, si puà scorgere il familiare asterismo del Grande Carro.

Molto interessante il fatto che, seguendo una linea che collega  le due stelle del Grande Carro sulla destra (come sanno quasi tutti gli appassionati osservatori della volta celeste), si può rintracciare la Stella Polare, l’altezza della quale può essere stimata, tanto da darci anche, di “riflesso” la latitudine di dove è stato dipinto il quadro stesso.

La fedeltà della rappresentazione della volta celeste è certo un indizio della passione e della meraviglia che suscitava al grande pittore, capace come pochi di intendere il perenne spettacolo del cielo…

Adattato da un articolo originale di APOD del 21.09.2010

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