Blog di Marco Castellani

Tag: stelle Page 2 of 4

Quella volta in montagna

Quella volta in montagna, la mamma l’aveva presa per mano e condotta fuori, in giardino. Quella notte, ad esempio, la Luna non c’era. Era nascosta, sparita. Andata, chissà dove. E guarda che meraviglia: una meraviglia assoluta. Era tutto pieno, ma davvero pieno di stelle! Una cosa fantastica, da non crederci. Tutto un cielo puntinato, splendidamente intarsiato, trapuntato. Insomma, da perderci la testa.

Dal racconto Ci vuole un grande telescopio? pubblicato in Anita e le stelle: la saggezza di uno sguardo (su Amazon in formato cartaceo ed ebook).

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Rigel, la grandissima

Brillante, decisamente blu, supergigante nelle dimensioni. La stella Rigel fa bella mostra di sé nella Nebulosa di Orione, in questa immagine. Nella classifica delle stelle più brillanti nel cielo notturno, si trova saldamente al numero sette.

La stella supergigante Rigel
Crediti immagine: Rheinhold Wittich

Il colore blu di Rigel indica che è molto calda, anche più calda della rivale Betelgeuse, per quanto entrambe le stelle supergiganti siano abbastanza grandi per finire i loro giorni in supernova, disperdendo – come vedevamo proprio ieri – gli strati esterni nello spazio ma probabilmente lasciando al centro un nuovo buco nero, formato dal collasso della materia più interna, su sé stessa.

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Un cielo infinito di stelle

L’estate astronomica è iniziata da pochi giorni, quella percepita, da molti di più. Sono da poco arrivato in Abruzzo, nel tentativo di sfuggire alla canicola romana. Qui pure fa caldo, è vero, ma in modo più mite, meno accanito. Non si sfugge al riscaldamento globale, certamente: ai guai che abbiamo causato ed ancora causiamo, per la nostra resistenza terribile a riflettere, meditare, guardarci dentro, capire che la creazione fa parte di noi e noi di questa, e che l’attitudine predatoria ha già causato innumerevoli danni.

Siamo assediati da notizie di guerre, epidemie, carestie, siccità. Siamo assediati e sempre impreparati, ci meravigliamo sempre, come se pensassimo di poter abusare dell’ambiente naturale senza doverne pagare conseguenza. Come se il pianeta Terra fosse capace in modo illimitato di porre rimedio ai nostri sconquassi. [Continua a leggere sul sito di Darsi Pace…]

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L’umanità dietro la scienza

Ed è proprio l’umanità dietro (dentro) la scienza forse il valore più bello che sento dobbiamo ancora scoprire, riscoprire, per la nostra vita. Secondo questo punto di vista ogni scoperta che facciamo nel cielo, in qualche modo, è un tassello in più dell’umanità che è in noi, una possibilità di capire meglio noi stessi.

Per questo la scienza è interessante, per questo l’astronomia – lo studio di oggetti lontanissimi, apparentemente distanti dalla nostra esperienza quotidiana – ha una sua piena dignità di esistenza, di partecipazione all’avventura umana, del conoscere e del capire.

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Cinquemila e passa

Questa generazione sta traversando una soglia epocale per l’astronomia. Anche, per l’astronomia. Gli indizi sono tanti. Fino a ieri, l’umanità viveva in un Universo con un piccolissimo numero di pianeti conosciuti, tutti orbitanti attorno al Sole. Per secoli la situazione è rimasta immutata. La prima scoperta di un pianeta extrasolare risale appena al 1995, un pianeta intorno alla stella 51 Pegasi. Oggi se ne conoscono diverse migliaia, di pianeti al di là del Sistema Solare.

Immagine artistica di un pianeta delle dimensioni di Giove, che ruota intorno ad Epsilon Eridani, a poco più di 10 anni luce da Terra.
Crediti: NASA, ESA, and G. Bacon (STScI)

Gli ultimi 65 sono stati aggiunti proprio l’altro ieri, facendo superare la soglia dei cinquemila all’archivio di esopianeti della NASA. Altre compilazioni differiscono un poco per il conteggio totale, ma sono certamente dettagli.

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Occhi chiari sul cosmo

Posso ben concordare sul fatto che una stella di nome 2MASS J17554042+6551277 non sia esattamente facile da ricordare né, magari, da menzionare agli amici. Tuttavia la sua importanza è indubbia, anche se questa figura di diffrazione ci dice molto di più sulle bellezze che potremo scoprire in futuro, che sulla stella in sé stessa.

La stella 2MASS J17554042+6551277 osservata da JWST.
Crediti Immagine : NASASTScIJWST

Questa figura di diffrazione infatti è creata dai diciotto segmenti esagonali del James Webb Space Telescope. Dopo essersi dispiegato nello spazio, i diversi segmenti si sono assemblati per far sì che possano operare in modo concertato come un singolo specchio dal diametro di 6.5 metri. Uno specchio così grande ovviamente non poteva essere spedito intero nello spazio, e la manovra di assemblaggio automatico – per la sua indiscutibile complessità – è sempre stata oggetto di grande preoccupazione.

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Ho incontrato le stelle

Un caro amico mi ha consegnato ieri un lettera bellissima, che riproduco qui con il suo permesso. Sentirle leggere, in occasione di un incontro, mi ha commosso. Tanto che ho chiesto subito di poterne avere una copia.

In casi come questo, non c’è molto da aggiungere. Cerco quindi di tenere le (mie) parole al minimo.

Una cosa sola. Rimango commosso dalla percezione della bellezza anche in certi momenti drammatici. Nella drammaticità di vivere in zona di guerra, incontrare le stelle è incontrare un segno palpitante, fisico, di questa bellezza.

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Guardare le stelle

Sono tempi difficili, lo sappiamo. Siamo tutti (perlomeno) preoccupati. Mi sono chiesto molte volte, in questi giorni, se ha senso continuare a parlare del cosmo, guardare le stelle. Ma che beneficio avremmo se smettessimo di meravigliarci, pur consapevoli di tutto quanto di pazzo e feroce sta avvenendo intorno a noi?

Nei tempi difficili, scrivevo sabato scorso, credo sia importante che ognuno rientri con più convinzione in quello che fa, in quello che vive, in ciò che lo definisce.

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