Blog di Marco Castellani

Tag: storia

Parlare dello spazio

Ogni tanto per capire cosa ci sto a fare qui mi serve dare un’occhiata indietro, per ricordarmi come sono arrivato qui.

Questo progetto (per molta parte con il precedente nome di gruppolocale.it) è in corsa da diversi anni. Forse è proprio questo il suo reale valore, al di là delle notizie astronomiche che ora meglio e più diffusamente vengono rilanciate da ottimi siti, come Media INAF per esempio.

Qui cerco dunque un punto di vista, mi permetto collegamenti che non potrei fare se non in un blog personale. Anche, prendo vantaggio del mio non indifferente archivio. Il progetto è online dal lontano maggio 2002 ma in realtà anche da prima, sia pure in forma che nell’originale è ora difficilmente fruibile.

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Tre miliardi e sei, in colore pastello

Il Pilbara, che si trova nell’Australia nordoccidentale, espone delle rocce più antiche sulla Terra, di oltre 3,6 miliardi di anni. Mi mette davanti agli occhi i segni della mia storia, una storia che mi appartiene. Addirittura, le rocce ricche di ferro si sono formate prima che fosse presente ossigeno in atmosfera e ovviamente, prima della vita stessa. Sì, in questa roccia sono vergati miliardi di anni di storia. Una storia per cui io mi trovo qui, adesso.

La storia della Terra, in una immagine…
Crediti: NASA/METI/AIST/Japan Space Systems, and U.S./Japan ASTER Science Team

Fenomenale. Qui si trovano stromatoliti fossili , colonie di cianobatteri microbici, antiche più di tre miliardi e mezzo di anni. A colpo d’occhio, davvero, in una sola immagine un sunto del percorso della vita sul nostro pianeta. L’immagine così bella e anche così significativa è – dal lato tecnico – una composizione di alcune bande osservative di ASTER che sono qui mappate nello standard RGB.

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L’opera comune

L’Apollo 14 entra in orbita lunare. Siamo nel giorno 4 febbraio del 1971, cinquant’anni (e una manciata d’ore in più) dal momento presente. A bordo ci sono gli astronauti Alan Shepard, Edgar Mitchell e Stuart Roosa. Gli ingegneri del programma Apollo hanno modificato la navetta per prevenire il ripetersi dell’incidente che ha colpito l’equipaggio dell’Apollo 13 l’anno precedente. Non è passato molto tempo dal rocambolesco ritorno degli astronauti sani e salvi a Terra, e la volontà di evitare il ripetersi di queste situazioni è senz’altro grande.

La sala di controllo segue il conto alla rovescia per Apollo 14. Crediti: NASA

Il vettore Saturno V ha posto la navetta in orbita attorno alla Terra, poi il terzo stadio si è incaricato di portare gli astronauti verso la Luna. Ci siamo quasi.

La missione primaria è quella di investigare la geologia lunare, specialmente nella regione del cratere Fra Mauro, raccogliere materiale da portare indietro, depositare alcuni strumenti scientifici. Il giorno 9 febbraio l’equipaggio, dopo una missione di nove giorni, svolta con pieno successo, rientra con un tuffo nell’Oceano Pacifico. In quei nove giorni, scrive un pezzo importante di storia dell’esplorazione spaziale.

Ma la storia del programma Apollo la scrivono in tanti. Gli ingegneri, i progettisti, i tecnici della sala controllo. Un’opera comune, non lo sforzo di un singolo. Non è retorica, è storia: l’esplorazione lunare è uno dei segni moderni più eclatanti di un’opera comune. Di qualcosa che è inaccessibile al singolo, ma possibile ad una comunità motivata e focalizzata.

Si dice comunemente, vuoi mica la Luna? ma il senso di impossibilità non deriva tanto dal fatto che la vuoi, ma che la vuoi da solo. Insieme, si può. Non si tratta di essere buoni, ma di essere scaltri.

La Luna, lassù, ha forse questo specifico compito: di ricordarcelo.

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La “grande congiunzione” di Giove e Saturno

In un certo senso è storico l’evento astronomico di oggi. Giove e Saturno appariranno “in congiunzione”, alla mutua distanza più ravvicinata da quasi quattro secoli. Visti da Terra, potrebbero apparire quasi come un unico puntino luminoso.

Su questa congiunzione già molto è stato detto, e vi invito a leggere l’articolo su Media INAF che contiene una eccellente ed esaustiva intervista (dal punto di vista astronomico e culturale) all’astronomo Stefano Giovanardi, curatore scientifico del Planetario di Roma.

Giovanni Keplero (1571-1630) fu un “accanito” studioso di queste congiunzioni, ponendole in correlazione con diversi eventi storici.

Io penso che sia un’occasione (e altre ve ne furono già), anche di dialogo e convivenza. Se per l’astronomia scientifica una congiunzione non è niente di particolare e non ha ricadute “misurabili” sugli eventi umani, la portata “culturale” di questo evento è veramente notevole e va cercata forse altrove, negli agganci con l’astrologia che peraltro hanno catturato anche molti “grandi”. Da Dante, che cita una simile congiunzione nella Divina Commedia collegandola addirittura con un rinnovamento del cristianesimo, ad uno scienziato come Keplero che, quasi ossessionato dal tema, passò molto tempo calcolando tutte le simili congiunzioni fino al 4000 a.C. circa, quando si pensava fosse l’origine del mondo (beh, con un errore di qualche miliardo di anni, almeno secondo i modelli attuali), collegando ogni congiunzione ad un evento importante nella storia dell’umanità (inclusa la nascita di Cristo).

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Padova, 7 gennaio 1610: Galileo scopre nuovi mondi

Erano all’incirca le sei di sera di domenica 7 gennaio quando dalla sua casa padovana di Via de’ Vignali Galileo puntò per la prima volta il telescopio verso Giove…

Una data e un’ora precisa che, contrariamente alle pur importanti osservazioni lunari condotte in precedenza, sono leggibili nella configurazione di quanto osservato e dichiarate dallo stesso Galileo. Ed è forse da questo che si origina, al di là della straordinaria importanza della scoperta che ne seguì, la magia esercitata da un evento che può senz’altro essere considerato uno dei punti chiave
della rivoluzione scientifica seguita all’invenzione del telescopio.

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Nella tarda serata del 7 gennaio Galileo intinse la penna nel calamaio, riprendendo in mano l’abbozzo di una lunga lettera steso qualche giorno prima. Alla descrizione delle osservazioni lunari delle ultime settimane, effettuate con un “occhiale il quale me la rappresenta di diametro venti volte maggiore di quello che apparisce con l’occhio naturale” decise di aggiungere qualche riga anche sull’apparenza telescopica delle stelle fisse, e sull’esistenza di molte altre invisibili a occhio nudo. Gli antichi a dire il vero ne avevano già disquisito, ed era ben nota la tesi di Democrito che la Via Lattea fosse composta da un formicolio di minutissime stelle; per quanto importante e “meravigliosa” l’osservazione non aveva una straordinaria valenza filosofica, tuttavia proprio quella sera, puntando per la prima volta un buon telescopio su Giove, gli era sembrato di notare alcune curiosità degne di nota:

Et oltre all’osservationi della Luna, ho nell’altre stelle osservato questo. Prima, che molte stelle fisse si veggono con l’occhiale, che senza non si discernono; et pur questa sera ho veduto Giove accompagnato da 3 stelle fisse, totalmente invisibili per la lor picciolezza, et era la lor configurazione in questa forma né occupava non più d’un grado in circa per longitudine. I pianeti si veggono rotondissimi, in guisa di piccole lune piene, et di una rotondità terminata et senza irradiatione; ma le stelle fisse non appariscono così, anzi si veggono folgoranti et tremanti assai più con l’occhiale che senza, et irradiate in modo che non si scuopre qual figura posseghino.

Nell’immagine in alto il disegno della prima osservazione di Galileo, realizzato la sera del 7 gennaio verso le 18:00, messo a confronto con il reale aspetto della configurazione Giove-satelliti, calcolata per la stessa data. Come si può notare, Galileo vide solo tre delle quattro lune per il fatto che in quel momento due di esse (che oggi sappiamo essere Io ed Europa) si trovavano in una congiunzione così stretta (8” di distanza) da essere percepite come un unico punto luminoso a causa del limitato potere risolutivo del suo strumento.

di Ivano Dal Prete – Fonte: Coelum n.135 – Gennaio 2010
Ripubblicato (con adattamenti) per gentile concessione dal sito Coelum.org
 

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