Blog di Marco Castellani

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Vita nel cosmo

Argomento di sicura attualità, viste le ricerche sempre più insistenti e precise che i nuovi strumenti ci permettono. La ricerca della vita nel cosmo, le prospettive, le sensazioni, le possibili sorprese. E anche le grandi burle, come quella dell’Ottocento, riguardante la Luna (nella quale ci cascarono in tantissimi) …

Riascolta la chiacchierata che ho fatto con Alberto Negri di SpazioTesla, la sera del 6 marzo scorso. E se vuoi, fammi sapere nei commenti qui sotto, la tua opinione!

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Scrivere, di altri mondi

Troppo allettante per non partecipare. Il workshop si tiene a Roma presso l’Università di Tor Vergata, organizzato da Laura Marcelli e Marco Casolino per conto della sezione INFN di Tor Vergata e del Dipartimento di Fisica del medesimo ateneo. Il titolo già la dice lunga, Le Prospettive dello Spazio 2: Alla ricerca di nuove forme di vita. Così recita il programma di questa edizione (che rimane disponibile online): Questa seconda giornata di studio – rivolta alla diffusione della cultura scientifica ed aperta al pubblico – è incentrata sulle domande relative a possibili altre forme di vita ed intelligenze e sulle risposte esaminate sotto il profilo della ricerca scientifica, di quello filosofico, religioso, non escludendo la speculazione nell’ambito del fantastico.

Disegno di Davide Calandrini @davidecalandrini 


Tiro un sospiro di sollievo. Finalmente! Di studi “di settore” ne abbiamo a iosa – siamo una società che produce studi specialistici in grande quantità – mentre non pochi avvertono la mancanza di momenti di vero confronto, di impollinazione reciproca, di scambio di idee e di esperienze. Occasioni nelle quali esporsi a risultati e questioni aperte, alla ricerca di punti di consonanza… [Continua a leggere sul portale EduINAF]

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Gli scampati

L’occasione è troppo ghiotta per lasciarla svaporare. Un invito ad intervenire in una presentazione di un libro, d’altra parte, è sempre una cosa interessante. Ancora di più quando il testo, per quanto opera di fantasia (un romanzo) presenta nella trama diversi agganci con temi scientifici quanto mai presenti nel dibattito pubblico, come quello della vita nel cosmo.

Foto di gruppo dopo la presentazione del libro.
Da sinistra, Gioacchino De Chirico, Mario Caprara, Marco Castellani

Incontro Mario Caprara, autore de Gli scampati (2022, edito da Bordeaux), proprio all’entrata della fiera. Domenica mattina, ci troviamo alla Nuvola di Roma, zona EUR, per l’ultima giornata di Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria. Giornalista, già autore di alcuni saggi, come Delitti e luoghi di Roma Criminale (Newton Compton, 2016) e Destra estrema e criminale (Newton Compton, 2009) Mario Caprara è alla sua prima prova narrativa. Dopo i saluti, entro subito in dialogo sui temi del suo intrigante romanzo: del resto sono tanti gli argomenti sui quali sarebbe bello soffermarsi, proprio dal punto di vista scientifico. Ci sarebbe da ragionare per settimane, e sarebbe anche interessante farlo… [Continua a leggere sul portale EduINAF]

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Tre miliardi e sei, in colore pastello

Il Pilbara, che si trova nell’Australia nordoccidentale, espone delle rocce più antiche sulla Terra, di oltre 3,6 miliardi di anni. Mi mette davanti agli occhi i segni della mia storia, una storia che mi appartiene. Addirittura, le rocce ricche di ferro si sono formate prima che fosse presente ossigeno in atmosfera e ovviamente, prima della vita stessa. Sì, in questa roccia sono vergati miliardi di anni di storia. Una storia per cui io mi trovo qui, adesso.

La storia della Terra, in una immagine…
Crediti: NASA/METI/AIST/Japan Space Systems, and U.S./Japan ASTER Science Team

Fenomenale. Qui si trovano stromatoliti fossili , colonie di cianobatteri microbici, antiche più di tre miliardi e mezzo di anni. A colpo d’occhio, davvero, in una sola immagine un sunto del percorso della vita sul nostro pianeta. L’immagine così bella e anche così significativa è – dal lato tecnico – una composizione di alcune bande osservative di ASTER che sono qui mappate nello standard RGB.

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Orbitando intorno ad una nana rossa

Questa immagine artistica mostra quel che potremmo vedere se avessimo i piedi appoggiati sull’esopianeta chiamato Kepler-1649c. La stella attorno a cui orbitiamo è una nana rossa, dunque più piccola del Sole. La cosa interessante è che ci troviamo nella “zona abitabile”, ovvero la distanza dalla stella è tale per cui la temperatura sul pianeta permette l’esistenza di acqua liquida. L’immagine è del 2015 ed al tempo era il pianeta più vicino a Terra in tali condizioni, che si era trovato.

Il panorama che potremmo ammirare sul pianeta Kepler-1649c
Crediti: NASA/Ames Research Center/Daniel Rutter

La missione Kepler è stata lanciata nel 2009 ed ha terminato le operazioni nel 2018. Il suo obiettivo era quello di andare a cercare pianeti simili alla Terra orbitanti intorno a stelle diverse dal Sole. Possiamo ben dire che ci sia riuscito. I pianeti scoperti dalla sonda Kepler sono ben 2342.

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L’oceano (nascosto) dei gamberetti

Correva la fine degli anni Novanta del secolo scorso. Mentre sulla Terra eravamo alla prese con gli effetti della fine della guerra fredda e – qui in Italia – anche con gli strascichi del caso tangentopoli, la sonda Galileo intanto proseguiva la propria tranquilla indagine nei dintorni di Giove, regalandoci alcune stupende immagini della luna Europa. Immagini che in seguito sono state rimasterizzate e ricalibrate per aumentarne la chiarezza, secondo una palette di colori che si accorda meglio a quello che potrebbe percepire l’occhio umano, in questa situazione.

Li vedete i gamberetti? Ancora no? Forse in futuro…
Crediti: NASAJPL-CaltechSETI Institute, Cynthia Phillips, Marty Valenti

La cosa proprio forte comunque è che diversi indizi fanno di Europa uno dei posto migliori per cercare vita extraterrestre. Si ritiene infatti che sotto la superficie di Europa esista un oceano di acqua, probabilmente mantenuta allo stato liquido dall’energia generata per le forze di marea che, a loro volta, si originano dall’orbita chiaramente ellittica Europa che mantiene rispetto a Giove.

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L’universo ci riguarda

Viviamo in un mare di parole, un cosmo verbale, spesso inquinato. Di questi tempi, più che mai. Cosa può dire un astrofisico, in questo periodo? Io cosa posso dire, cosa posso augurare, dal mio punto di vista, per il 2022 che sta arrivando? Mi sembra che l’unica cosa seria, da augurare ed augurarsi – nel prossimo anno che viene – è comprendere sempre meglio che l’universo ci riguarda.

Guadagnarsi uno sguardo ampio. Capire che viviamo su un un piccolo puntino blu, e che su quel puntino blu è in corso un esperimento meraviglioso chiamato vita (se vi sia anche altrove è ancora materia di supposizione), che è il punto in cui il cosmo guadagna una sorta di autocoscienza: siamo parte del cosmo che guarda il cosmo e si interroga.

La Via Lattea è forse la dimostrazione più palpabile delle meraviglie cosmiche che esistono fuori dalla nostra porta. Potremmo davvero volerla aprire, di fronte a tale spettacolo.

Il cosmo. Chi ci pensa normalmente, chi gli fa spazio tra le faccende della sua vita? Nessuno (spesso, nemmeno noi astronomi). Eppure è lì che accadono tante cose, e accadono sempre. C’è in atto come una danza, la danza intima del reale, possiamo scegliere di partecipare, di accordarci a questa danza, o farci da parte, rimanere scollegati.

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Passare il testimone

Sono 142 le immagini “riappiccicate” sulla Terra, per ottenere questo panorama a 360 gradi dalla base del cratere Jezero su Marte. Le immagini a colori in alta risoluzione, ovvio, sono state prese da Perseverance (la sua camera Mastcam-Z con zoom ha fatto il lavoro) il 21 febbraio. In bella vista c’è proprio la struttura di Perseverance, grande come un’automobile.

Panoramica da Perseverance. Crediti: NASAJPL-CaltechMSSSASU

Perché qui, in questo cratere? Se a volte sulla Terra parcheggiamo un po’ per caso, dove troviamo posto, su Marte non c’è (ancora) questo problema. Dunque la scelta è altra. Ed è una scelta che ha preso ben cinque anni, nei quali è stata esaminata con grande attenzione una ampia serie di possibili siti. Alla fine ha vinto Jezero, per le sue caratteristiche uniche. Proprio per capire se c’è stata vita, da queste parti.

I ricercatori sospettano che quest’area fosse, un tempo, inondata d’acqua. Anzi, fosse proprio il luogo dell’antico delta di un fiume. Verificare questo, cercare antichi segni di vita, è la missione specifica di Percy, che avrà perfino cura di depositare dei campioni interessanti perché una prossima missione li possa poi prelevare e riportare a casa dove potranno essere studiati con l’attenzione che meritano.

Perché un lavoro è ben fatto quando non si chiude in sé stesso, ma getta le basi per qualcosa che lo trascende, passa il testimone per chi verrà dopo. Perseverance è preziosa anche per quello che lascia in affidamento. Per una storia che diventa sempre più salda e bella, grazie al contributo di chi si è speso per questa. Perché nel nuovo cielo, la collaborazione non è un optional, ma è l’unico modo ancora credibile, per far funzionare le cose. Da soli, praticamente, non esistiamo. La strada è la relazione, e non ci sono scorciatoie, non ce ne sono più.

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