Blog di Marco Castellani

Tag: Voyager 2

Nettuno e Tritone, crescenti

Scivolando attraverso gli strati più esterni del Sistema Solare, nell’anno 1989 la sonda Voyager 2 girandosi verso il Sole, scopriva questa vista meravigliosa di Nettuno, il pianeta più distante, e della sua luna Tritone. Ambedue in fase crescente.

L’eleganza cosmica di Nettuno e Tritone
Crediti: NASAVoyager 2

L’immagine, di indiscutibile eleganza, è stata acquisita appena dopo il momento di maggior avvicinamento della sonda al pianeta.

Da notare che non avrebbe mai potuto essere ottenuta da Terra perché Nettuno non mostra mai una fase crescente dalla nostra posizione. Ormai in viaggio verso l’eliopausa ed anche oltre, il particolare punto vantaggioso di osservazione toglie a Nettuno perfino il suo familiare colorito blu.

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La macchia vista dalla Voyager

L’immagine della Grande Macchia è straordinaria, perché acquisita dalla sonda Voyager 1. Una delle prime sonde a darci informazioni sui grandi pianeti esterni del Sistema Solare.

La Grande Macchia fotografata dalla Voyager 1
Crediti: NASA/JPL

Voyager 1, lanciata nel 1977, inizia a fotografare Giove nel gennaio del 1979. Le immagini sono (appunto) formidabili, per l’epoca. Il progresso nella conoscenza di Giove che ne consegue, è enorme.

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Riscoprire Nettuno

Accadde una notte di 175 anni fa, precisamente la notte tra il 23 ed il 24 settembre del 1846. Gli astronomi scoprirono Nettuno, l’ottavo pianeta in orbita intorno al Sole. Non fu una scoperta casuale, ma fu guidata da una serie di modelli matematici riguardo la sua posizione. Che ci fosse un pianeta ancora tutto da scoprire, era diventato evidente dalle perturbazioni osservate nell’orbita del pianeta Urano. Era stata, in pratica, la sua gravità a svelarne l’esistenza, anche se invisibile ad occhio nudo.

Il pianeta Nettuno, visto dalla Voyager 2 (Crediti:  NASA/JPL-Caltech)

Da cosa nasce cosa, e presto gli astronomi hanno scoperto una luna attorno al pianeta. Dopo un secolo, ne è stata individuata un’altra. Grandi cose (anche qui) ha fatto la gloriosa Voyager 2 nel suo passaggio ravvicinato nel 1989, inclusa la scoperta di altre cinque lune e la conferma dell’esistenza di anelli scuri intorno al pianeta stesso.

L’immagine che ammirate è storica perché scattata proprio dalla Voyager 2 a meno di cinque giorni dall’avvicinamento massimo al pianeta (eravamo nell’agosto del 1989) e mostra la Grande Macchia Scura, scoperta proprio in questa occasione, probabilmente una tempesta di notevoli dimensioni (ci sono però interpretazioni alternative).

Voyager 2 ha da tempo lasciato la zona, tuffandosi nella sua straordinaria avventura interstellare. A quasi venti miliardi di chilometri da Terra (come documenta lo stato missione) continua diligentemente a inviarci dati riguardo il tasso di raggi cosmici.

Immersa ormai, negli spazi infiniti.

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Dialogando con Voyager 2

Il fatto è questo, magari l’avrete letto già da qualche parte. L’unica antenna disponibile per “parlare” con la sonda Voyager 2 si chiama Deep Space Station 43, ed è rimasta fuori uso per operazioni di manutenzione, per diverso tempo. Per un po’ la sonda è stata lasciata sola nel suo viaggio interstellare, senza comandi da Terra. Fortunatamente poi i contatti sono stati ripristinati, e si è così ritornati ad avere “diritto di parola” sulle manovre di una sonda che si trova lontano dal nostro pianeta, quasi diciannove miliardi di chilometri.

Un simpatico poster “stile disco” per le sonde Voyager (Crediti: NASA)

Ma fermiamoci un attimo su questo dato. Stiamoci sopra un poco, senza subito passare oltre. Insomma, ma che distanza è, diciannove miliardi di chilometri? Riusciamo davvero con difficoltà a renderci conto. E con anche maggior fatica riusciamo a pensare di avere un dialogo con una sonda così lontana da noi. Una sonda, per giunta, che è stata progettata e lanciata negli anni settanta del secolo scorso, mica adesso. Le sonde Voyager hanno a bordo strumenti che ormai molti tra i meno attempati, sulla Terra, non hanno mai conosciuto. Tanto per dire, ospita a bordo un registratore a nastro magnetico, per esempio. Ora, chi userebbe ormai un registratore a nastro per registrare qualsiasi cosa? Un campionamento digitale è enormemente più pratico e più affidabile! Eppure c’è, è lì, è in una capsula viaggiante di tecnologia anni settanta, ancora funzionante. Cioè, certo non funziona più tutto, ma diversi strumenti sì.

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Ventisei anni dopo…

Sono passati esattamente ventisei anni da quando la sonda Voyager 2, in viaggio verso l’universo profondo, passò nei pressi del pianeta Urano (come ci ricorda un “tweet” dell’account relativo alla missione). Per la precisione, il sorvolo di Urano venne effettuato dalla sonda il 24 gennaio 1986, alle ore 17.59.47 UTC. Da notare che il passaggio di Voyager 2 è ancora l’unico passaggio ravvicinato che sia mai avvenuto tra una sonda ed il pianeta.

Urano è il pianeta numero sette, in ordine di distanza dal Sole. E’ uno di quelli classificati come “giganti gassosi”. E’ stato scoperto nel settecento, e detiene il record di primo pianeta ad essere stato scoperto tramite un telescopio.

Un'immagine a falsi colori di Urano, acquisita dalla Voyager 2 (NASA/JPL)

Interessante notare come la maggior parte delle informazioni che noi abbiamo di Urano vengano proprio dalla Voyager 2, una “antichissima” sonda che è stata lanciata nel lontano 1977. La sonda sta attualmente procedendo verso l’esterno del Sistema Solare, e si pensa di riuscire a farla funzionare – anche se in maniera intermittente – fino all’anno 2025.

Cose fatte per durare… per nostra fortuna, che continuiamo a ricevere preziosi dati, dai confini stessi del Sistema Solare…!

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Propulsori di riserva per Voyager 2. Il viaggio continua!

Ce l’ha fatta. Pur ad una distanza abissale, ce l’ha fatta. Il Voyager 2 ha commutato al set di propulsori di riserva, per quanto riguarda le manovre di assetto della sonda. Il personale del Deep Space Network aveva inviato gli opportuni comandi all’inizio di novembre, per poi riceverne conferma dieci giorni dopo:  i comandi sono stati eseguiti con successo. Il viaggio continua.

Come spiega la notizia sul sito della NASA, il cambio è stato deciso al fine di limitare la potenza necessaria alla sonda, ormai trentaquattrenne, spegnendo i controlli che mantengono caldo il carburante dei propulsori principali. Sebbene infatti il tasso di energia generato dalle sorgenti nucleari a bordo del Voyager 2 continui progressivamente a diminuire, riducendo la richiesta di potenza da parte del sistema, gli ingegneri si aspettano che con questa modifica, la sonda continui a funzionare… per un’altra decade!

Il cambio consentirà alla sonda di utilizzare i propulsori finora mai adoperati, mentre continue il suo viaggio attraverso lo spazio interestellare, oltre il nostro Sistema Solare.

Una rappresentazione artistica della sonda Voyager 2. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Le gemelle Voyager 1 e Voyager 2 sono state equipaggiate in origine con ben sei set – o coppie – di propulsori. Questi controllano l’assetto delle sonde, la stabilità, e gli altri dettagli del moto. I set si possono suddividere in tre coppie di propulsori primari, e tre coppie di propulsori di riserva (backup thrusters).

Ricordiamo che il Voyager 2 si trova al momento a circa 14 miliardi di chilometri dal nostro pianeta, cioè sta ormai attraversando gli strati più esterni dell’eliosfera – quelli dove il vento solare comincia ad essere rallentato dalla pressione del gas interstellare. Sono i veri confini del nostro sistema di pianeti, e per la prima volta nella storia una sonda – ancora operativa! – è in grado di attraversarli e di inviarci preziosi dati di tali remote regioni.

Dalla pagina Twitter di Voyager 2, un botta e risposta tra "la sonda" ed uno dei suoi affezionatissimi fans...

Come “curiosità informatica”, è interessante notare come anche il Voyager 2 da tempo usi Twitter (qualcosa che era assolutamente inconcepibile nell’epoca in cui la sonda venne ideata) per inviare messaggi di stato riguardo la sua posizione e le sue condizioni. Il numero dei follower è un ottimo indicatore della popolarità della sonda: al momento di scrivere questo articolo, gli iscritti risultano ben 29.354 (sì, ci siamo anche noi di GruppoLocale). Un altro caso in cui un social network viene usato in maniera “virtuosa” per comunicare ad un largo pubblico gli ultimi sviluppi di quella che può ben essere considerata tra le più grandi avventure tecnologiche del nostro tempo.

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Sistemato il computer di Voyager 2

Il team di ingegneri è risusciti nel compito – piuttosto straordinario – di resettare un computer a bordo della sonda Voyager 2 che stava causando un problema nell’invio a Terra dei dati. Il 23 maggio la navetta ha ricominciato ad inviare a Terra i dati scientifici nel formato corretto, decretando il pieno successo della difficile operazione.

Il team di ingegneri preoposto al controllo della Voyager aveva messo la sonda in “engineering mode” già dal giorno 6 del mese di maggio. Dopo accurate verifiche, è stato possibile circoscrivere il problema alla permutazione di un singolo bit nel computer che “impacchetta” i dati affinché vengano inviati a Terra.

Nonostante il problema sia stato risolto, i tecnici continueranno a monitorare accuratamente i dati, in stretta collaborazione con il team di scienziati, in modo da essere più che sicuri che gli strumenti a bordo ora stiano correttamente processando i dati.

Una immagine artistica della sonda Voyager 2 al limite del Sistema Solare (Crediti: NASA/JPL-Caltech)

La sonda Voyager 2 è stata lanciata nell’agosto dell’anno 1988, circa due settimane prima della sua compagna, la  Voyager 1. Le due sonde sono gli oggetti più distanti mai prodotti dall’uomo nell’intero Universo, trovandosi ora al bordo del Sistema Solare, nella zona detta “eliosfera”. I manager della missione si attendono che la sonda Voyager 1 lasci il Sistema Solare ed entri nello spazio interestellare nell’arco dei prossimi cinque anni, e il Voyager 2 a stretto seguito (Anche il Voyager 1 gode al momento di buona salute).

Così Voyager 2, dopo 33 anni, invia ancora correttamente dati scientifici a Terra. Non male per una sonda il cui obiettivo iniziale era di compiere “appena” un giro di quattro anni intorno a Saturno…!

NASA/JPL Press Release

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Un altro traguardo per il Vojager 2…

La sonda della NASA Voyager 2 è in procinto di oltrepassare un altro traguardo importante nella sua rotta verso l’allontanamento dal Sistema Solare…

Difatti, secondo alcuni ricercatori dell’Università della California (Riverside), la piccola sonda, impegnata in un viaggio ormai molto lungo, sta per passare il punto nel quale il vento solare “rallenta” fino a velocità inferiori a quella del suono. Passato questa zona, la sonda si troverà nell’eliosfera esterna: il prossimo traguardo sarà allora l’eliopausa, il punto dove il mezzo interstellare ferma completamente il vento solare, che possiamo assumere come confine del Sistema Solare. Dopodichè, inizierà il suo viaggio attraverso la Galassia…!

Un'immagine della sonda (Crediti: NASA)

Un’immagine della sonda (Crediti: NASA)

 Tornando a questo studio, la sonda attraverserà questo primo “confine” con l’eliosfera esterna, tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008: la ricerca sarà pubblicata nell’edizione di dicembre della prestigiosa rivista “The Astrophysical Journal”

La notizia su Universe Today

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