Al via GruppoLocale e SegnaleRumore Daily News!

Rimaniamo ancora in ambito web con questo post, stretto parente di quello inviato ieri su GruppoLocale.it riguardante l’omonimo account Twitter.  Oltre alla lista appena inaugurata @gruppolocale/astronomia, grazie ai servizi del sito http://paper.li ora disponiamo anche di un simpatico “quotidiano astronomico”, raggiungibile all’indirizzo http://paper.li/gruppolocale.

L’edizione appena uscita, disponibile su http://paper.li/gruppolocale

Sulla stessa lunghezza d’onda, mi sono dato un pò da fare per creare un analogo giornale che spaziasse sugli argomenti trattati da SegnaleRumore.it. Per l’occasione, ho innanzitutto dato una rispolverata al relativo account Twitter, aggiungendo una lista chiamata linux (lo so che ce ne stanno a iosa, ma ne volevo una configurabile secondo i miei gusti… sperando non siano solo i miei!); dopodichè sono passato per paper.it ancora una volta, per creare il SegnaleRumore Daily News.

Per gli interessati, dirò che il sistema è semplicissimo da configurare; in pratica basta autorizzare il sito ad accedere al proprio account Twitter, poi ci pensa lui ad estrarre le “notizie” che acquisisce dalla timeline propria e di quella delle persone che si seguono. L’effetto non è malvagio, a mio avviso… Comunque, giudicate voi!

Una sezione del primo numero di SegnaleRumore Daily News
acchiappatelo prima che diventi materia per collezionisti ! 😉

Tenete presente che – come ogni quotidiano che si rispetti – si ha una sola edizione ogni 24 ore. L’unica differenza è che – almeno per ora – non li potete trovare in edicola … 😉

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Il tuo quotidiano di astronomia!

Ci perdonino i meno avvezzi alle nuove forme di comunicazione, perché estiamo ancora in ambito web con questo post, stretto parente di quello inviato ieri riguardante il nostro account Twitter gruppolocale, gemello di questo sito.  Oltre alla lista appena inaugurata @gruppolocale/astronomia, grazie ai servizi del sito http://paper.li ora disponiamo anche di un simpatico “quotidiano astronomico”, raggiungibile all’indirizzo http://paper.li/gruppolocale.

L’edizione appena uscita, disponibile su http://paper.li/gruppolocale

Per gli interessati, dirò che il sistema è semplicissimo da configurare; in pratica basta autorizzare il sito ad accedere al proprio account Twitter, poi ci pensa lui ad estrarre le “notizie” che acquisisce dalla timeline propria e di quella delle persone che si seguono. L’effetto non è malvagio, a mio avviso… Comunque, giudicate voi!

Tenete presente che – come ogni quotidiano che si rispetti – si ha una sola edizione ogni 24 ore. L’unica differenza è che – almeno per ora – non lo trovate in edicola.. 😉

 

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Il catalogo è questo…

O meglio, dovremmo dire “la lista è questa”, forse sarebbe più opportuno in questo caso – anche se perdiamo la citazione mozartiana 😉
La lista cui si fa riferimento è quella costruita tramite il nostro account Twitter “gemello”, raggiungibile all’indirizzo http://twitter.com/gruppolocale.

Sfruttando la possibilità, abbastanza recente, di creare “liste” di utenti Twitter da poter tenere d’occhio, abbiamo idi recente naugurato una lista “astronomia” per il nostro account, ed iniziato ad inserire degli “utenti” dei quali monitorare gli aggiornamenti – chiaramente scelti tra quelli di interesse squisitamente astronomico (e ce ne sono tantissimi su Twitter, come molti sanno, anche perché più volte abbiamo avuto occasione di parlare di questa famosa piattaforma di microblog). La nostra lista si può seguire alla pagina http://twitter.com/gruppolocale/astronomia. Naturalmente gli iscritti a Twitter possono facilmente “iscriversi” alla lista stessa, ricevendo così aggiornamenti nella loro timeline. L’iscrizione è comunque semplicissima e ovviamente gratuita; se trovate comoda l’idea della lista, è una possibilità da prendere in considerazione.

la pagina della nostra lista di astronomia, su Twitter:
gli iscritti sono solo due, ma speriamo in una rapida “inflazione” del numero 😉

Al momento la lista comprende un certo numero di siti in lingua inglese ma molto rappresentativi (tipo la NASA), e qualche sito di lingua italiana (come il nuovo account Twitter di mediainaf). In futuro vorrei cercare di enfatizzare la percentuale di siti in lingua italiana : visto infatti di liste di astronomia in lingua inglese ve ne sono moltissime (a titolo di esempio, la NASA, al momento in cui scrivo, risulta presente in 15.773 liste!), ritengo non sarebbe male “specializzarci” verso l’italico linguaggio..

Se avete voglia, fateci sapere cosa pensate della lista. Vi pare uno strumento utile, oppure le occasioni di aggiornamenti sono già tante anche senza di questa? Aspettiamo i vostri commenti 😉

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Google Docs, il tuo filesystem “distribuito”…

Si è parlato molto, nel recente passato, del fantomatico GDrive, ovvero un servizio di Google, sempre in procinto di essere rilasciato, che avrebbe permesso agli utenti di mantenere i propri files in the cloud, accessibili da ogni postazione connessa ad Internet.

Ebbene, la storia ha dimostrato che l’approccio poi scelto da Google è piuttosto stato quello sapiente dei piccoli passi: in pratica, nessun “nuovo” servizio da lanciare con grande clamore, nessuna nuova “beta” ad inviti. Piuttosto, una progressiva (ed assai logica, con il senno di poi) estensione delle caratteristiche di un servizio già esistente ed attivo, quale Google Documenti. Questo in effetti sembra ora il vero GDrive, e dunque potremmo finalmente dire che il servizio è ufficialmente attivo.

Cosa sono infatti le nuove caratteristiche quali la (comodissima) condivisione delle cartelle, la possibilità di caricare qualsiasi tipo di file, se non l’implementazione dentro Google Documenti delle principali caratteristiche del tanto atteso “disco remoto” di Google?

Me ne sono accorto assai bene proprio nella giornata di ieri, lavorando con i files di un testo di astrofisica; le possibilità di cambiare nome ai files, ordinarli per data di modifica o di accesso, di selezionare per ognuno -in forma davvero “granulare” – i permessi di accesso, di marcarne alcuni come “speciali” con la famosa stellina gialla… mi sono apparsi tutti come evidenze di un interessante filesystem distribuito,  con le sue peculiari caratteristiche, ormai in fase di avanzata implementazione.

Il filesystem virtuale di Google Docs: i file possono essere elencati con la classica “lista” oppure anche con un comodo “preview”, come in questo caso…

In realtà è più di questo; difatti oltre alla capacità di archiviare i files e condividerli con chi si vuole, vi sono delle applicazioni specifiche per l’accesso e la fruizione “in rete” di tali files, a seconda della tipologia: dalla possibilità di editare i files con un semplice ma funzionale word processor (tra l’altro, compatibile con i files .doc) a quella più recente di poter visionare i files PDF… 

Insomma, tutto parte di un costituendo ecosistema distribuito, su cui Google sta evidentemente puntando parecchio. Con la competenza che – indubbiamente – anche i detrattori devono riconoscerle…

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Aggiornamento e restyling per Qaiku

E’ davvero un peccato che il servizio di microblogging Qaiku ancora non abbia trovato – in generale, e presso la comunità italiana in particolare – il credito che a mio avviso meriterebbe, alla luce delle caratteristiche e della flessibilità della sua struttura (meno minimalista ma decisamente più efficace di Twitter, ad esempio).
Caratteristiche come i gruppi tematici, la possibilità (unica nel suo genere) di selezionare i messaggi per lingua, l’invio nativo di immagini (e ora anche di attachment più generici), il modello conversazionale evoluto (possibilità di aggiungere commenti ai post, notifica agli interessati) sono tutte cose che potrebbero portare più di qualcuno ad una analisi attenta della piattaforma (che tra l’altro è stata tradotta per gran parte in italiano, indovinate da chi…)

Nella giornata di ieri Qaiku è stato offline per qualche ora, dopodichè gli utenti hanno avuto la sorpresa di ritrovare il sito con un sostanziosa “rimessa a nuovo” del sito, che proprio in questi giorni festeggia il suo primo anno di vita. 
Qui a SegnaleRumore è stata seguita l’avventura di Qaiku fin dai primi momenti in cui l’infrastruttura è uscita dalla fase di test “interno”, sempre con deciso interesse. Tra l’altro, gli utenti di Ubuntu trovano in Gwibber  – un client di microblogging già incluso in Ubuntu 9.10 – un valido strumento per accedere al servizio senza nemmeno dover aprire un browser.
Con l’occasione, pubblichiamo qui una schermata del gruppo tematico dedicato a linux (che come ogni altro gruppo, permette di lavorare selettivamente in italiano, inglese, o qualsiasi altro linguaggio) .. si sa mai qualcuno voglia passare da quelle parti…

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Storytlr è open source

Devo forse correggere il tiro nella enfasi piuttosto ridotta che avevo dato in un post precedente, sul fatto che il sito Storytlr, aggregatore di “lifestream” decisamente interessante ma sul punto di chiudere, potesse avere una seconda vita come codice open source…

Dal sito storytlr.org…


Guardando il sito del progetto ora, nel nuovo sito storytlr.org, mi pare infatti che i motivi di interesse non manchino. Il progetto sembra serio e ben fondato. I miei sospetti malevoli volevano che il codice di Storytlr fosse stato messo sotto licenza open source tanto per dire, “non l’abbiamo buttato via”.
Forse mi sbagliavo, forse c’era qualcosa di più.

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Buzz, il social network nella tua mailbox…

E’ “antico” appena di pochissimi giorni, eppure il nuovo social network Google Buzz, sta già calamitando una notevole attenzione nella rete globale. Numerosi articoli su siti assai frequantati come Techcrunch o Mashable stanno fornendo fin dal momento dell’uscita una copertura straordinaria a questo servizio. A testimonianza – se ce ne fosse bisogno – di come nell’attuale fase dello sviluppo delle comunicazioni,  Google è decisamente protagonista, nel bene e nel male.

Per quanto sicuramente sarà suscettibile di evoluzioni ancora largamente imprevedibili, già qualche considerazione sul nuovo servizio forse può essere formulata. Google in effetti ha già fatto diversi tentativi in campi analoghi a quello che viene a coprire Buzz (ricordiamo al proposito soltanto l’acquisizione di Jaiku, che Google tenne nel cassetto diversi mesi per poi… decidere di non farne nulla!). A me sembra che abbia imparato con profitto dalle esperienze passate, oltreché da “modelli” già in rete  da tempo (Friendfeed su tutti: non sfuggono anche ad un osservatore superficiale le numerose analogie con il servizio recentemente acquisito da Facebook).

Per quanto diversi commentatori (tra cui Robert Scoble, nome ben noto nell’ambito dei socilal network) abbiano giustamente messo in luce alcuni limiti del sistema – almeno di come si presenta allo stato attuale, a pochissimi giorni dal rilascio – vi sono indubbiamente diversi punti interessanti e potenzialità in Google Buzz, meritevoli di nota:

  • Il fatto semplicissimo di averlo inserito direttamente dentro Gmail, fa sì che Buzz parta immediatamente con una grande base di utenti, almeno potenziali
  • La geolocalizzazione. Esperimento già tentato in Jaiku mobile, in un cerrto grado, ma qui realizzato compiutamente. Provando da iPhone o iPod Touch, si capisce la vera forza di Buzz. Si possono scegliere di vedere i messaggi delle persone che abbiamo sottoscritto, o di quelle “nelle vincinanze”. E mi pare che funzioni piuttosto bene!

Al primo punto – e non mi sembra sia stato sottolineato da molti – a mio avviso è legato anche un discorso di “cultura” e percezione dei social network: averlo inserito nativamente in un diffusissimo programma di posta elettronica, è anche un messaggio forte di Google per indicare che il web “sociale” è da considerarsi un “normale” strumento informatico (e non una opzione per particolari fasce di età o di interessi) esattamente come ormai è avvertito lo stesso scambio di email.

Tutto questo, ed altro, fanno sicuramente pensare che – nonostante le sue attuali limitazioni – Google Buzz è qui “per restare”. Google gioca una carta forte sul piano dei social network: il tempo ci dirà se la sua scommessa è stata vincente. I sospetti che lo sia non mancano. Voi che ne pensate?

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Storytlr, peccato perderlo…

Così è se vi pare… anche per il web2.0, si dovrebbe dire. Un mare magnum di opportunità, servizi, applicativi (e anche – bisogna dirlo – una buona dose di spazzatura e roba inutile).
Come un mare però risulta anche in perenne movimento, in rapida mutazione: capita ad esempio che anche servizi obiettivamente interessanti e utili vengano interrotti perchè gli sviluppatori non sono soddifatti della popolarità raggiunta, o non hanno tempo per seguirne il necessario sviluppo (niente infatti può rimanere fermo nel web e la storia si stratifica con una rapidità inaudita, complice anche il rapido sviluppo delle tecnologie informatiche).
La mia pagina su Stortlr.. finchè dura… 😉
Tra questi uno che indubbiamente mi dispiace perdere è Storytlr. Un ottimo aggregatore della propria presenza online, capace di raccogliere in una agevole forma di diario i post di blog, microblog, assieme con foto, playlist musicali, etc. Attraverso Storytlr tutto va (o meglio andava) a comporsi ordinatamente in un sito facilmente consultabile e “cercabile”: infatti, a differenza di tanti altri servizi puntati sul presente, Storytlr teneva fede alle prime cinque lettere del suo nome regalando una prospettiva storica sul proprio lifestream. Questo donava una sensazione di sviluppo e profondità ai propri (e altrui) interventi sul web, che a parere di chi scrive spesso viene a mancare. Storytlr permetteva anche di “cucire” tutti i pezzettini a formare delle vere e proprie “storie”; nel suo piccolo aiutava a rendere palpabile una memoria, percepibile un divenire, una progressione.
Peccato davvero che sia in chiusura (anzi doveva già chiudere con la fine dello scorso anno). Il codice è comunque stato rilasciato in forma open source, il che fa sperare che non tutto vada perso; ce lo dirà il tempo, e se son rose  (e se qualche volenteroso si prende carico di lavorarci), queste a suo tempo fioriranno..
Certo. Però per l’immediato,  mi dispiace perdere la mia pagina

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