ESO lancia il sito GigaGalaxy Zoom

Davvero, è proprio pieno di stelle, là fuori! Sono appena state rilasciate online le prime tre immagini del nuovo progetto di ESO GigaGalaxy Zoom: queste già ci restituiscono un nuovo stupendo panorama dell’intera volta celeste visto dai siti osservativi di ESO in Cile: un panorama di ben 800 milioni di pixel! Il progetto è in fase di sviluppo, ma già è decisamente interessante, e val bene una visita: GigaGalaxy permetterà di ammirare il cielo notturno come viene visto, ad occhio nudo, da alcune tra le migliori locazioni osservative nel mondo!

Una veduta panoramica della volta celeste, la prima immagine del progetto GigaGalaxy Zoom di ESO
Crediti: ESO/S. Brunier

L’immagine panoramica a 360 gradi, che copre l’intera volta celeste, rivela come poche altre l’immenso “panorama cosmico” che circonda il nostro piccolo pianeta. La suggestiva immagine serve come introduzione alle prime tre immagini ad alta risoluzione ospitate nel nuovo progetto GigaGalaxy Zoom, lanciato da ESO nel quadro dell’anno internazionale dell’astronomia 2009 (IYA2009). Il progetto ci restituisce una visione mozzafiato della Via Lattea: con questo “strumento” gli appassionati possono imparare in maniera affascinante di quanto differenti ed emozionanti oggetti celesti è composto il cielo, come nebule mutlicolori, stelle in esplosione, residui di supernova, e molti altri, semplicemente cliccando sulle rispettiva immagini.

In tale prospettiva, il progetto cerca di collegare l’esame del cielo notturno fatto ad occhio nudo con tutto quanto si può vedere soltanto con gli strumenti più sofisticati, normalmente appannaggio solo degli astronomi professionisti. La stupenda qualità delle immagini è un doveroso tributo allo splendore dei cielo notturno nei siti di ESO, dove sono localizzati alcuni tra i più efficienti e produttivi telescopi nel mondo.

ESO Press Release

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Giocando a Monopoly…

[English version here] Finalmente, dopo diversi tentativi assai frustranti, stasera riesco a interagire con i server di Monopoly City Street con la velocità sufficiente per poter veramente giocare (a proposito, sono nel gioco con il nome utente marcolinux, in omaggio ad uno tra i miei sistemi operativi preferiti). Devo dire che, pur nella sua semplicità, almeno al momento, un pò di interesse questa curiosa versione online di Monopoly la può dare… il fatto più intrigante è poter giocare su uno scenario virtuale grande quanto.. il mondo, nè più nè meno. Appoggiarsi a Google Maps è stata una bella pensata senz’altro.

Se dal punto di vista tecnico l’idea di base, rendere “giocabili” le mappe di Google, è carina e sicuramente degna di essere stata sviluppata, bisogna dire che dal punto di vista organizzativo, il “lancio” è avvenuto a mio avviso con una modalità piuttosto approssimativa, sottostimando di parecchio l’interesse potenziale del gioco, o almeno l’effetto “novità”, con la conseguenza di avere per molte molte ore server quasi “sdraiati” e molti giocatori insoddisfatti. Meglio sarebbe stato, forse, gestire una crescita “regolata” del traffico, magari con un meccanismo “ad inviti”: purtroppo in questo caso non sarebbe nemmeno questo risultato soddisfacente, poichè i primi a giocare avrebbero avuto indubbi vantaggi sui giocatori entrati in un secondo momento (maggior numero di strade da poter scegliere).

Ora comunque la situazione “anomala” della partenza, con chi riusciva a giocare e chi no, ha comunque creato un gran numero di richieste per una “ripartenza”, che riazzerasse tutte le situazioni di gioco. Capite bene che c’è chi è contento e chi non lo è affatto… Personalmente, al di là dell’interesse o meno del gioco, mi intriga osservare lo svilupparsi del progetto, e più ancora l’intelaiatura “sociale” che si è già – in un tempo davvero brevissimo, se ci pensate! – sviluppata intorno (gruppi di discussione, social network, etc…).

Va beh, per ora me ne vado a dormire con le mie quattordici strade comprate, alcune a Roma (Piazza S. Agostino è stato il mio primo acquisto, tuttora tra le mie proprietà), altre a Ravenna (per puro caso, ne ho trovate ancora tante da comprare là). Certo sarà piuttosto semplice, nella dinamica di gioco… Però, come dice mio figlio Simone, “a me emoziona perchè quando compro una strada, allora ce l’ho solo io in tutto il mondo…!” Al di là di tutte le possibile considerazioni, come dargli torto…? 😉

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I primi “tweets” dalla Stazione Spaziale

L’ascesa del web2.0 sembra inarrestabile… ormai anzi possiamo dire che ha guadagnato anche lo spazio: l’astronauta della NASA Tim Kopra è diventato il primo membro della Stazione Spaziale Internazionale ad utilizzare il servizio di microblogging Twitter per discutere la vita e il lavoro in orbita.

Kopra (che risponde al nick di Astro_Tim su Twitter) si è di recente aggiunto all’equipaggio della spedizione numero 20, dopo essere arrivato alla Stazione Spaziale il 17 luglio, a bordo dello Shuttle Endeavour. Il suo ritorno a Terra è previsto con la missione STS-128, il cui lancio è schedulato per il 25 agosto.

Al momento di scrivere questo articolo, il sito di Astro_Tim presenta un solo aggiornamento, ma già vanta la bellezza di 4551 iscritti, ovvero utenti di Twitter che riceveranno i suoi aggiornamenti nella loro timeline.

Il numero è di tutto rispetto, e fa pensare a quanto in effetti questi nuovi “strumenti sociali” si prestino alla comunicazione e alla divulgazione delle imprese scientifiche e tecnologiche a largo spettro. D’altra parte, la NASA già da tempo è “sbarcata” su Twitter adottandolo come veloce veicolo di comunicazione con il pubblico, e così pure hanno fatto diversi istituti scientifici e varie missioni spaziali in corso, come abbiamo più volte documentato su queste pagine.

Per seguire Kopra su Twitter, visitate il sito www.twitter.com/Astro_Tim

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Astronauta NASA invia i primi “tweets” dalla Stazione Spaziale

L’ascesa del web2.0 sembra inarrestabile… ormai anzi possiamo dire che ha guadagnato anche lo spazio: l’astronauta della NASA Tim Kopra è diventato il primo membro della Stazione Spaziale Internazionale ad utilizzare il servizio di microblogging Twitter per discutere la vita e il lavoro in orbita.

Kopra (che risponde al nick di Astro_Tim su Twitter) si è di recente aggiunto all’equipaggio della spedizione numer o20, dopo essere arrivato alla Stazione Spaziale il 17 luglio, a bordo dello Shuttle Endeavour. Il suo ritorno a Terra è previsto con la missione STS-128, il cui lancio è schedulato per il 25 agosto.

Al momento di scrivere questo articolo, il sito di Astro_Tim presenta un solo aggiornamento, ma già vanta la bellezza di 4551 iscritti, ovvero utenti di Twitter che riceveranno i suoi aggiornamenti nella loro timeline.

Il numero è di tutto rispetto, e fa pensare a quanto in effetti questi nuovi “strumenti sociali” si prestino alla comunicazione e alla divulgazione delle imprese scientifiche e tecnologiche a largo spettro. D’altra parte, la NASA già da tempo è “sbarcata” su Twitter adottandolo come veloce veicolo di comunicazione con il pubblico, e così pure hanno fatto diversi istituti scientifici e varie missioni spaziali in corso, come abbiamo più volte documentato su queste pagine.

Per seguire Kopra su Twitter, visitate il sito www.twitter.com/Astro_Tim

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LinkBlog su Linux (e altro)

Nel lato destro di questo sito ora vedere il box di un LinkBlog (o LinkStream, a seconda dei gusti), ovvero un sito formato da una collezione di link, il cui ambito di riferimento si colloca nelle notizie del blog medesimo, ovvero sistemi operativi (soprattutto linux) e comunque altro materiale legato alla nostra “vita digitale”.

Il Linkblog è spiccatamente “sociale”, poichè consente ad ognuno di votare i link, dunque configurando una sorta di classifica di gradimento (…qualcuno ha detto Digg…??) come pure di inserire assai facilmente dei nuovi link tramite l’apposito form (o il widget da inserire nel browser).

La speranza è che possa sembrare uno strumento interessante anche ad altri, e che anzi possa essere inserito in siti e blog di area affine (è semplicissimo, basta prelevare il codice per il widget e inserirlo nelle proprie pagine) : più sono le persone che partecipano alla stesura della pagina, più diventa realmente una risorsa di valore.

Se la cosa vi pare interessante, fatemi sapere. Se poi non dovesse piacere il nome SegnaleRumore, beh.. se ne può parlare 😉

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Il calendario Google apre il suo laboratorio…

Ottima la decisione di Google di estendere il modello di sviluppo di Gmail (applicazione stabile + servizi aggiuntivi sperimentali nel Lab) anche al Calendario (anche se al momento non appare ancora – almeno per me – nell’interfaccia italiana).

 Considerando anche che, seppure meno famosa dell’arcinota applicazione di posta elettronica, il calendario Google ha al suo arco ottime caratteristiche (tra cui, quasi unica per l’Italia, la possibilità di essere avvisati via SMS di appuntamenti, senza alcun costo), l’introduzione di una sezione Lab pare un’ottima possibilità – per l’utente più smaliziato – per configurare il servizio quanto più aderente possibile alle proprie necessità, proprio come avviene da tempo per Gmail (il cui “Lab”  conta ormai numerossisime applicazioni,  molte delle quali di indubbia utilità).

Ancora una volta.. ben fatto Google! 🙂


The Google Apps Blog (original posts): Introducing Google Calendar Labs

We’ve been looking for a way to release early features to users in a quick and experimental fashion, but in a way that would let developers and customers outside of Google extend Calendar too. We’ve seen how successful Gmail Labs has been and decided Calendar deserved Labs too.

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Google su Twitter: il catalogo è questo…!

Non si può davvero dire che il gigante statunitense Google non creda all’utilità di uno strumento come Twitter (mai come ora “di moda” e sotto i riflettori anche dei media più “tradizionali”) per diffondere gli aggiornamenti sullo stato dei propri (quasi innumerevoli) progetti sul web. Questo già si sapeva, ma colpisce ugualmente trovarsi di fronte al catalogo completo degli account della famosa piattaforma di microblog, utilizzati attualmente da Google (ma un account dedicato a Linux o a progetti Open Source dentro Google non l’avrei visto male, in questo contesto)…

Se ci ricordiamo che Google aveva a suo tempo acquistato una piattaforma concorrente, ovvero Jaiku, e poi l’aveva praticamente accantonata, risulta ancora più evidente come questo si configuri come un riconoscimento della popolarità e dell’utilità di Twitter, sicuramente il più famoso ed utilizzato nel parco delle piattaforme di microblogging ad oggi disponibili. Ma Google avrà mai provato a comprarselo, a proposito? Boh, confesso di non saperlo… 😉

Official Google Blog: Google accounts on Twitter

Like lots of you, we’ve been drawn into Twitter this year. After all, we’re all about frequent updates ourselves, and there’s lots happening around here that we want to share with you.

Scorrere la lista

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Google Wave e i protocolli aperti

Chi frequenti un pò appena i vari social networks e i microblogs come Twitter oppure Identi.ca, si sarà accorto che uno degli argomenti che negli ultimi giorni sta tenendo banco e occupando massicciamente le discussione dei geek (oltre a Bing.com, ll rinnovato motore di ricerca di Microsoft) , è Google Wave.


Questa sembra profilarsi come una curiosa piattaforma “ibrida” con la quale diverse persone possono lavorare e comunicare tra loro, composta “in parti uguali di conversazione e documenti”, con testo formattato, foto, video, mappe e quant’altro. Vedremo: la curiosità è molta, e c’è già chi parla di un nuovo protocollo dopo quello della posta elettronica…

Putroppo al momento Wave non è accessibile a tutti; bisogna aspettare con pazienza che la piattaforma venga progressivamente estesa a nuovi utenti (procedura comune per Google, basta ricordare l’allargamento lento e costante della base utenti di Gmail).

Quello che è comunque interessante da subito, è notare la strada “virtuosa” intrapresa da Google per questo nuovo progetto: una strada di protocolli aperti e disponibili agli sviluppatori. Non è infatti un progetto rigidamente chiuso e proprietario, ma sono anzi disponibili – su un apposito sito waveprotocol.org – fin d’ora le API, le definizione stesse del protocollo, ed alcuni “White Paper” per imparare i concetti dei componenti di Google Wave.

Questo (diciamolo anche a tema di esagerare) fa ben sperare per il futuro stesso del web, a ben pensarci: progetti nuovi che nascono con base “aperta” – oltre ad essere “fedeli” al concetto stesso alla base del web (apertura, molteplicità di soggetti, disponibilità di informazioni…) – fanno sperare ad un futuro nel quale standard e protocolli rimangano a disposizione di tanti e non in mano a pochi, potenti soggetti.

Come GNU/linux ha portato il concetto di “apertura” nei sistemi operativi (e giganti come Google ne hanno beneficiato ampiamente, come sappiamo), ora che progressivamente tutto (dati e sistemi stessi) si sta inesorabilmente muovendo “on the cloud”, non è male che gli stessi concetti di apertura e collaborazione/condivisione informino i prossimi, importanti passi nel web che verrà…

…….Bella cosa, no? 😉

Introduction ‎(Google Wave Federation Protocol)‎

This morning at Google I/O we are unveiling a developer preview of Google Wave, a new collaboration and communication product. Google Wave introduces a new platform built around hosted conversations called waves–this model enables people to communicate and work together in new and more effective ways. On top of that, with the Google Wave APIs, developers can take advantage of this collaborative system by building on the Google Wave platform

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