Blog di Marco Castellani

Tag: keplero

E’ pieno di stelle… anzi no, di pianeti!

Il cielo notturno è indubbiamente spettacolare, se osservato da una zona abbastanza buia. E’ semplicemente pieno di stelle. Certo, ma non è tutto. Il cielo è anche pieno di pianeti, a quanto pare. Non pochi: parliamo di miliardi e miliardi di pianeti. E’ questa la conclusione di uno studio di astronomi del California Institute of Technology  (Pasadena), che fornisce una evidenza ancora più stringente del fatto che i sistemi planetari siano assolutamente “normali” nell’universo.

Il gruppo ha realizzato la stima analizzando i pianeti che orbitano intorno ad una stella chiamata Kepler-32. Pianeti che sono rappresentativi, ci dicono, della gran maggioranza dei pianeti della nostra galassia, e dunque costituiscono un ottimo “caso di studio” per capire meglio come si formano questi “mondi”.

Image of planets

Una immagine di fantasia di una serie di mondi possibili al di là del Sistema Solare (Crediti: NASA/Ames/JPL-Caltech)

Ovviamente, uno degli interrogativi più pressanti, riguardo ai pianeti, riguarda proprio il loro numero. Lo studio recente, insieme con altri condotti in passato, concordano nell’indicare com e vi sia probabilmente (parlando a braccio) circa un pianeta per stella. Il che – nel caso della nostra Via Lattea – ci porta già ad un numero da capogiro: vi sarebbero circa 100 miliardi di pianeti soltanto nella Galassia! Certo, una gran parte presenterà caratteristiche inadatte alla vita. E alla fine dei conti, sarà solo una piccola parte di questi che andrà considerata “abitabile”. Ma con un numero così grande, anche le piccole percentuali cominciano a contare…

E siamo soltanto nella nostra galassia. Vi sono stime che indicano come le galassie nell’universo potrebbero essere anche 500 miliardi  (e comunque anche stime più prudenti si attestano a valori tra i 100 e i 200 miliardi) …

La vera novità dello studio, in ogni modo, è l’aver analizzato un sistema piuttosto diverso dal nostro: fa parte dei sistemi delle “nane M”, ed è importantissimo perché rappresenta il sistema di pianeti più diffuso nella Via Lattea. Nel dettaglio, il sistema in questione contiene cinque pianeti. Due dei pianeti orbitanti intorno a Kepler-32 erano già stati individuati nel passato. Il team del Caltech ha confermato la presenza di altri tre pianeti. Inoltre ha studiato il sistema e lo ha confrontato con altri studiati dalla sonda Keplero.

In cosa si differenziano dal nostro, questi sistemi di nane M? Diciamo, tanto per cominciare, le nane M sono più fredde e più piccole del Sole. Kepler-32 ha metà massa della nostra stella, ed è larga la metà. Il raggio dei cinque pianeti va da 0,8 a 2,7 volte la Terra. Inoltre questi pianeti girano molto molto vicino alla loro stella. Pensate che tutto il sistema di Kepler-32 entra in un decimo di unità astronomica (che è la distanza media tra Sole e Terra), una distanza che è circa un terzo del raggio dell’orbita di Mercurio, il pianeta più vicino al Sole. Decisamente, un sistema compatto (se non vogliamo osare defininendolo portatile…).

Altra cosa interessante, e gravida di implicazioni anche ‘culturali’, è la nozione ormai acquisita che vede il nostro sistema di pianeti come di tipo estremamente raro. Per gli esperti, anzi, è quasi una stravaganza cosmica. Certo, non saremo al centro dell’universo (anche perché è proprio l’idea di centro che non regge, in questo caso), ma comunque – lasciatemelo dire – è un punto decisamente particolare. Almeno questo sembra dirci lo studio dei pianeti. Insieme al fatto che sono tanti. Ma proprio, proprio tanti…

Elaborazione di una press release NASA/JPL. Altre informazioni al sito del Caltech.

 

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Undici nuovi sistemi planetari da Keplero

La missione Keplero della NASA ha riportato la scoperta di ben undici nuovi sistemi planetari, che ospitano complessivamente ventisei pianeti. La scoperta in pratica raddoppia il numero di pianeti osservati da Keplero e addirittura triplica il numero delle stelle delle quali si conosce la presenza di un pianeta che transita periodicamente davanti alla stella medesima. Si ritiene che tali “nuovi” sistemi aiuteranno considerevolmente gli astronomi a capire come si formano i pianeti.

Nel complesso, i pianeti orbitano piuttosto vicino alla loro stella “madre”, e spaziano in grandezza da circa una volta e mezzo il raggio terrestre, e dimensioni anche maggiori di Giove, il pianeta gassoso gigante del nostro Sistema Solare. Quindici pianeti risultano poi avere dimensioni comprese tra la Terra e Nettuno. I pianeti compiono una orbita completa intorno alla loro stella impiegandoci da sei a centoquarantatrè giorni (abbastanza veloci, tutto sommato, il che si comprende bene per il fatto che siano su orbite strette). Tutti quanto risultano più vicini alla loro stella di quando Venere è vicina al Sole.

Alla NASA commentano la scoperta evidenziando il fatto che la Galassia sia piena  di pianeti di tutte le forme e le orbite (“positively loaded with planets…”).

Sembra un’immagine di una stampa degli anni sessanta o settanta, invece è una rappresentazinoe artistica dei diversi sistemi planetari scoperti da Keplero… (Crediti: NASA Ames/UC Santa Cruz)

Keplero é riuscito ad identificare i candidati misurando ripetutamente la variazione in magnitudine di più di 150.000 stelle, al fine di “beccare” un pianeta che passa davanti alla sua stella (oscurando parte della luce proveniente da esso).

La sonda è stata lanciata il 7 marzo del 2009, ha una durata prevista di cinque anni, duranti i quali osserverà oltre centomila stelle. E’ considerato il primo strumento capace di rilevare pianeti delle dimensioni della Terra – o anche meno – al di fuori dei confini del nostro Sistema Solare.

E sta facendo davvero un ottimo lavoro, possiamo ben dirlo.

NASA/JPL Press Release

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Keplero trova tre piccoli esopianeti

Gli astronomi, usando i dati provenienti dalla missione Kepler della NASA, hanno trovato i tre più piccoli pianeti mai rilevati in orbita attorno ad una stella diversa dal Sole. I pianeti orbitano intorno ad una stella singola, chiamata KOI-961, e hanno raggi da 0,57 a 0,78 volte quello della Terra. Il più piccolo, per capirci, ha le dimensioni di Marte

Tutti e tre i pianeti dovrebbero essere rocciosi al pari della Terra, ma in orbita più vicina alla loro stella, il che li rende troppo caldi per essere nella zona abitatile, ovvero la zona dove è possibile la presenza di acqua allo stato liquido. La scoperta è comunque notevole, perchè degli oltre settecento pianeti confermati in orbita intorno ad altre stelle (chiamati esopianeti), solo una manciatina sono noti per essere rocciosi.

Una rappresentazione artistica di un sistema planetario molto compatto, come quello trovato da Keplero (Crediti: NASA/JPL-Caltech)

NASA Press Release

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Keplero apre lo scrigno dei pianeti abitabili…

Il primo febbraio di quest’anno rimarrà un giorno importante per la ricerca astronomica: la missione Keplero ha rilasciato i dati raccolti per ben 156.453 stelle osservate, dal 2 maggio, data di inizio osservazioni, fino al 16 settembre 2009. I risultati sono di indubbio interesse: sono stati trovati 1235 candidati, cioè oggetti con caratteristiche che fanno pensare a pianeti veri e propri. Questi risultano associati ad un totale di quasi mille stelle.

Come indica un articolo inviato in rete appena due giorni fa, immediatamente successivo alla presentazione ufficiale del catalogo, la distribuzione delle caratteristiche di queste stelle risulta la seguente: 68 pianeti di dimensioni circa simili alla terra, 288 “super Terre” (da 1,25 al doppio del raggio terrestre), 662 delle dimensioni comparabili a Nettuno (da 2 a 6 volte il raggio terrestre), 165 gioviani (da 6 a 15 volte il raggio terrestre) ed infine 19 che arrivano fino a dimensioni doppie rispetto a Giove (da 15 a 22 raggi terrestri).

Nell’intervallo di temperature appropriato per essere considerati in “zona abitabile”, sono stai trovati 54 candidati con dimensioni che vano da quella della Terra fino a superare quella di Giove. Cinque hanno dimensioni che non raggiungono il doppio di quelle terrestri, ma il 74% risulta più piccola di Nettuno.

In particolare, un sistema ha destato l’interesse più generale del pubblico, ed è quello dei sei mondi in orbita intorno a Kepler -11, una stelle di dimensioni paragonabili al Sole, distante 2000 anni luce da noi, nella costellazione del Cigno. La scoperta – resa possibile dall’analisi dei dati di Keplero – fa di Kepler-11 il più “denso” sistema esoplanetario conosciuti. Rispetto al Sistema Solare, cinque dei pianeti del sistema scoperto da Keplero orbitano intorno alla loro stella a distanza minore di quella che c’è tra Mercurio e il Sole, dunque con un periodo orbitale prevedibilmente corto (che risulta essere tra i 10 e i 47 giorni). Tutti e sei i pianeti sono più grandi della Terra e risultano composti da una miscela di gas e materiali rocciosi.

La loro grandezza, la massa, perfino la loro esistenza, è stata determinata da una attentissima analisi del lieve abbassamento di luce proveniente dalla stella Kepler-11, che si verifica in corrispondenza del passaggio dei pianeti sulla linea di vista (RaiNews24 ha dedicato una trasmissione alla scoperta di Kepler-11, con Stefano Sandrelli in studio e Giampaolo Piotto al telefono).

Un confronto tra il sistema di Kepler-11 e il nostro Sistema Solare (Crediti:Tim Pyle, NASA)

Analisi dettagliatissima delle curve di luce, per “scoprire” e caratterizzare il pianeta in passaggio, insomma. E’ in pratica, quello che sarà chiamato a fare  la missione PLATO, se venisse approvata, ma su una scala molto molto più estesa: tanto per dare un’idea, per PLATO si ragiona su una copertura del cielo di circa il 42% (in gradi quadri, vuol dire più di mille, quanto per Kepler sono circa cento)!

Keplero comunque non è affatto avara di risultati interessanti. Nell’agosto dell’anno scorso, il telescopio e la camera della sonda registrarono un transito simultaneo di tre dei pianeti nel sistema. Come già riportato, usando simili tecniche di “transito” la missione Kepler ha già identificato più di 1200 candidati ad esopianeti nel campo che copre circa un quattrocentesimo di tutto il cielo.

Questa intrigante scoperta suggerisce come vi possano essere tantissimi altri pianeti non ancora scoperti orbitanti attorno alle stelle nella nostra galassia. Proprio gli strabilianti risultati di Keplero ci assicurano che, se venisse lanciato, PLATO potrebbe regalarci sorprese ancora più eclatanti….

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Keplero scopre un pianeta extrasolare roccioso!

La missione Keplero della NASA ha confermato da poco la scoperta del suo primo pianeta roccioso, chiamato Kepler-10b. Misura 1,4 volte le dimensioni della Terra, e dovrebbe essere il più piccolo pianeta mai scoperto al di fuori del Sistema Solare!

La scoperta dell’esopianete è basata su più di otto mesi di paziente raccolta di dati, acquisiti dalla sonda dal maggio del 209 fino a gennaio del 2010.

Le migliori capacitù di Keplero si sono indirizzate ad ottenere questo risultato, una prima solida evidenza di un pianeta roccioso orbitante intorno ad una stella diversa dal nostro Sole, dicono alla NASA.

Una rappresentazione artistica del piccolo pianeta roccioso (Crediti: NASA)

Le misure fotometriche super-precise di Keplero sono state in grado di misurare la piccola diminuzione nella brillanza di una stella, che capita quando un pianeta passa davanti ad essa, oscurandone una piccola parte. Le dimensioni del pianeta possono essere derivate proprio studiando tale calo periodico in luminosità. Anche la distanza tra la stella e il pianeta può essere derivata, studiando l’intervallo di tempo tra due successive “cadute” della luce stellare.

Alla NASA non nascondono l’entusiasmo per la scoperta. Sebbene infatti il pianeta sia fuori dalla cosiddetta “zona abitabile”, nondimeno per il  team la scoperta è una brillante dimostrazione delle potenzialità della sonda, e molte altre sorprese potrebbero essere dietro l’angolo…

NASA Press Release

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