Blog di Marco Castellani

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Aggiornamenti dal Telescopio Spaziale Hubble

Ai confini dell’universo

Per quanto il titolo possa apparire roboante, bisogna dire che non è troppo lontano dal vero, in questo caso. Ed è tutto merito loro, se ci spingiamo fin quasi ai confini del cosmo: merito senz’altro di questi grandi telescopi spaziali dei quali ragiono in questa recentissima chiacchierata svolta in compagnia di Alberto Negri, di SpazioTesla.

Certo di telescopi nello spazio ormai ce ne sono tantissimi, la lista è davvero lunga. Solo per questioni di esempio e per la loro indubbia rilevanza nella storia e nella attualità astronomica, che sono stati scelti questi tre: Hubble, James Webb ed Euclid, tutti e tre già ben presenti tra gli articoli di questo blog (se cliccate sui link sotto il nome dei singoli telescopi potrete verificarlo).

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Vittoria contro la polvere

Il match al momento in pieno svolgimento è stelle contro polvere nella Nebulosa della Carena ed il nostro cronista ci assicura che – di fatto – le stelle stanno vincendo la partita. Più precisamente, la luce energetica ed i venti generati dalle enormi stelle appena formate stanno implacabilmente evaporando e disperdendo gli strati di polvere in cui le medesime stelle si sono formate.

Stelle contro polvere, ma l’esito è già noto…
Crediti: NASAESAHubble Heritage (STScI/AURA); Processing: Franco Meconi (Terraza al Cosmos)

Siamo precisamente all’interno di una regione conosciuta in modo informale come Montagna Mistica, l’aspetto di questi imponenti pilastri è dominato dalla polvere marrone opaca anche se risultano composti principalmente da idrogeno, perfettamente trasparente. A circa 7.500 anni luce di distanza, l’immagine in primo piano è stata scattata con il Telescopio spaziale Hubble ed evidenzia una regione interna della nebulosa conosciuta come HH1066 che si estende per quasi un anno luce.

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Giove all’ultravioletto

Passano gli anni e giungono nuovi telescopi (il pensiero va immediatamente a James Webb ed Euclid) eppure l’ormai glorioso Hubble si rivela ancora capace di spedire a Terra immagini che ci stupiscono realmente. Come questa, che ci rivela una visione del pianeta Giove piuttosto inusuale.

Hubble ci regala un nuovo modo di vedere Giove…
Crediti: NASA, ESA, M. Wong; Processing: Gladys Kober

Si tratta infatti di Giove visto in banda ultravioletta. Dico visto ma sarebbe corretto forse dire rimappato, nel senso che poiché – a differenza di Hubble – il nostro occhio non percepisce le lunghezze d’onda dell’ultravioletto, si è scelto di dare colori diversi a diversi filtri ultravioletti, in modo da riportare il tutto all’interno della nostra area di percezione. È una procedura molto comune in astronomia: anche noi abbiamo già visto, in giugno, come appare Marte, nelle bande ultraviolette. E di cose poi da investigare in questa regione di lunghezze d’onda, ce ne sono certamente molte altre.

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Un cosmo abbondante (e flessibile)

Una immagine come questa indubbiamente ci rimane addosso, non si scrolla via facilmente. Solo perché siamo inclini al dimenticare, solo quello ci mette “al riparo” dalla meraviglia continua. Ci dimentichiamo perfino di essere immersi in un universo abbondante, presi come siamo da mille (spesso piccole) cose.

L’ammasso di galassie Abell 370 (e molto altro…)
Crediti: NASAESA, Jennifer Lotz and the HFF Team (STScI)

A circa quattro miliardi di anni luce da noi, vive il gigantesco ammasso di galassie Abell 370, che qui ci viene mostrato in una immagine di Hubble, capace di coglierne tutto il suo splendore.

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L’universo abbondante

Questa coloratissima immagine, regalataci dal Telescopio Spaziale Hubble, rappresenta un esempio spettacolare di quanto il nostro universo sia essenzialmente costituito di stelle.

Il meraviglioso ammasso stellare Terzan 12
Crediti: NASA, ESA, ESA/Hubble, Roger Cohen (RU)

Il meraviglioso Terzan 12 è uno dei quasi duecento ammassi globulari nella nostra galassia. Come ben sappiamo, un ammasso globulare è un insieme di stelle disposte – in modo molto compatto – in forma sferoidale. A legarle è la gravità, con una maggiore concentrazione di stelle verso il centro dell’ammasso.

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Abell 3322, bello e lontano

Si chiama Abell 3322 ed è un ammasso di galassie piuttosto grande. Per la cronaca, al centro si trova la galassia 2MASX J05101744-4519179 (lo so, non è esattamente un nome facile da ricordare, fortunatamente è improbabile che vi troviate a doverla citare in una conversazione con gli amici).

L’ammasso di galassie Abell 3322
Crediti: ESA/Hubble & NASA, H. Ebeling

Importantissimo è studiare gli ammassi come questo, perché da questi studi dipende molto della nostra comprensione dell’evoluzione della materia (oscura e luminosa) in queste gigantesche strutture cosmiche. Le quali si rivelano anche prodigiosi “telescopi naturali” che amplificano la luce di oggetti da noi lontanissimi, attraverso il fenomeno delle lenti gravitazionali.

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Srotolando nastri nello spazio

Cosa è mai questo nastro che si va srotolando negli spazi cosmici? A cosa è dovuto? Per la cronaca, ad una delle esplosioni più violente cui abbiano mai assistito i nostri antenati.

SN 1006, un lungo nastro osservato da Hubble
Credit: NASAESAHubble Heritage (STScI/AURA); Acknowledgement: W. Blair et al. (JHU)

Per capire, dobbiamo tornare indietro fino al 1006 DC. In quel lontano anno la Terra viene raggiunta da una gigantesca esplosione stellare avvenuta nella costellazione del Lupo. Tanto sconvolgente è stato l’evento da creare addirittura una “nuova stella” che appare più luminosa perfino di Venere, la cui durata si prolunga per ben due anni dopo la mirabolante esplosione.

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Una galassia tranquilla

Una tranquilla galassia a spirale, che abbiamo anche la fortuna di vedere praticamente di fronte, per poterla ammirare in tutta la sua maestà.

La tranquilla UGC 12295 vista dal Telescopio Spaziale Hubble
Crediti: ESA/Hubble & NASA, A. Filippenko, J. Lyman

UGC 12295 si trova a circa 192 milioni di anni luce dalla Terra (vuol dire, in altri termini, che la luce che vediamo adesso si è originata quando la specie umana era ancora ben di là da venire) e mostra una barra centrale ben sviluppata oltre a braccia di spirale strettamente avvolte.

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