Non è certo il pianeta Marte che vediamo di solito, perché queste immagini sono acquisite in banda ultravioletta, invisibile agli occhi umani. Sono state prese dalla sonda MAVEN, in luglio dell’anno scorso e a gennaio dell’anno presente. La sonda è entrata in orbita intorno al pianeta rosso (per i nostri occhi) a settembre del 2014, dunque si avvicina al decennio di attività.

Immagini di Marte all’ultravioletto
Crediti: MAVENLaboratory for Atmospheric and Space Physics, Univ. ColoradoNASA

L’ultravioletto ci rivela un Marte ben differente da quello che conosciamo, mettendo in risalto particolari di solito invisibili. Le nuvole appaiono in colori bianchi e blu, mentre l’ozono ad elevata altitudine tinge il pianeta di un forte color porpora. A sinistra, la calotta polare appare di colore bianco, ma come si vede, si restringe molto durante la stagione estiva dell’emisfero meridionale. A destra, la regione polare dell’emisfero settentrionale risulta ben nascosta dalle nuvole di ozono.

Nel complesso anche questi dati, come per il fulmine su Giove, conferma il cambio di passo che sta avvenendo in questi anni nella fisica planetaria. Ovvero, non appena sapere come sono i pianeti, ma come cambiano, principalmente investigando i complessi fenomeni atmosferici e meterologici di ogni diverso ambiente planetario.

Potranno non ospitare forme di vita (per alcune delle loro lune il discorso sarebbe però aperto), ma in fondo i pianeti che conosciamo sono in un certo modo vivi essi stessi; dunque, degni di essere studiati e compresi. In vista di colonizzazioni future, certo. Ma anche per il gusto di capire che varietà di fenomeni caratterizza il nostro universo, a partire proprio dai corpi a noi più vicini.

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