Blog di Marco Castellani

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Un gioco di anelli

Certo, sapeva tutto, ma non conosceva la domanda. Sicuro, era ben consapevole che ci sarebbe stata una eclisse anulare del Sole, visibile dalla loro destinazione: il Lago Abert nell’Oregon. D’accordo, ci volevano dieci ora di macchina, per arrivarci. Ma ne valeva la pena.

Sapeva bene anche che il prossimo evento di questo tipo si sarebbe verificato, negli Stati Uniti, solo dopo altri sedici anni. Il che senz’altro rendeva questo un evento veramente speciale, con un’opportunità imperdibile di poterlo fotografare. Di poter immortalare un momento così particolare (e non sapeva quanto particolare, questo non lo sapeva ancora).

Anche il piano di azione, il piano che avevano concordato, anche quel piano le andava bene. Era un piano semplice, dopotutto. Lei ed il suo ragazzo sarebbero apparsi davanti all’eclisse nelle loro silhouette, sia da soli che insieme. Era anche ben consapevole che l’evento si sarebbe consumato in pochissimi minuti.

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Quei colori che (ci) mancano

Ecco qui un bel riassunto di tutti i colori visibili del Sole, prodotto facendo passare la luce solare attraverso un prisma (che, come sappiamo, separa la luce bianca nelle sue diverse componenti).

Lo spettro solare ed i suoi colori “mancanti”
Crediti: Nigel Sharp (NSF), FTSNSOKPNOAURANSF

Lo spettro è stato creato al McMath-Pierce Solar Observatory ed è interessante guardarlo bene perché si capisce che – per quanto il Sole emetta luce di quasi tutti i colori possibili – mostra una sua certa preferenza per la luce giallo-verde (ove in effetti sappiamo essere il suo picco di emissione).

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Mangiati da una stella

Letteralmente, la fine di un mondo. Nello specifico, la stella (simile al Sole) chiamata ZTF SLRN-2020 è stata osservata mentre si mangia uno dei suoi stessi pianeti.

Già era nota l’eventualità che un pianeta potesse morire spiraleggiando progressivamente verso la stella intorno cui normalmente orbita, l’evento del 2020 che coinvolge un pianeta delle dimensioni di Giove, è stato il primo ad essere visto direttamente.

La stella responsabile di tale incidente si trova a circa dodicimila anni luce dalla Terra, verso la costellazione dell’Aquila.

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Brillamenti d’ottobre

Possiamo chiamarli così, proprio, brillamenti d’ottobre. Infatti proprio all’inizio di questo mese il Sole ha rilasciato improvvisamente una grande quantità di energia, puntualmente rilevata dalla sonda Solar Dynamic Observatory. Si è trattato di un brillamento di classe X1 (il numero indica la forza del fenomeno, un brillamento di classe X1 ha una intensità circa dimezzata rispetto ad uno di classe X2).

La nostra stella. vista dal Solar Dynamics Observatory
Credit: NASA/SDO

I brillamenti solari sono capaci di influenzare le comunicazioni radio, le reti elettriche e i segnali di navigazione, dunque vanno studiati accuratamente.

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Il Sole accanto alla torre

Bellissima questa foto presa il 27 di marzo. Incastonate tra il Duomo di Pisa e la famosissima torre pendente, all’interno del nostro Sole, si scorgono bene due regioni attive, la 2975 e la 2976.

Il panorama è incredibilmente suggestivo: complice la bellezza indiscutibile della Piazza dei Miracoli di Pisa (la quale ama farsi adornare da oggetti astronomici, come forse avrete già visto).

Foto di Antonio Tartarini (Facebook, Instagram),
riprodotta con il consenso dell’Autore

Ma non è solo quieta bellezza. Appena un giorno dopo questa foto, infatti, la regione 2975 avrebbe scatenato una serie di brillamenti solari di tutto rispetto, insieme a due espulsioni di massa coronale. La più estesa di queste ha impattato sulla magnetosfera terrestre il 31 marzo, scatenando una tempesta geomagnetica con aurore ad alte latitudini nei cieli notturni.

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Il ritmo delle piante al sole

Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo, stonasse con il ritmo delle piante al sole sui balconi. E poi lontano il tuono dei cannoni a freddo, e dalle radio dei segnali in codice…

Franco Battiato, “Il re del mondo”

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Effervescenze solari

Davvero maestosi questi archi di plasma che la sonda SOHO sorprende sul Sole nel 1999. L’immagine specifica mostra come il plasma evade dalla fitta rete di campi magnetici organizzandosi in un gigantesco arco che si innalza per centinaia di migliaia di chilometri dalla superficie della nostra stella.

Un Sole “effervescente” nella immagine della sonda SOHO
Crediti: NASAESASOHO-EIT Consortium

Al di là dell’aspetto estetico, conviene monitorare questi eventi con una certa attenzione: essi infatti sono capaci di influenzare comunicazioni e sistemi elettronici a Terra, nonostante la distanza di più di cento milioni di chilometri che ci separa dalla stella intorno alla quale orbitiamo (che ha un funzionamento ed una storia, tra l’altro, molto belli da raccontare).

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Quel grande salto dal Sole

Ci sembra calmo, il nostro Sole. Gli irrequieti semmai sono altri: buchi neri che si fondono, asteroidi che collidono. Insomma, mondi lontani che interagiscono in maniere che non sappiamo. Il Sole no, lo vediamo tranquillo ogni mattina, al massimo velato da qualche nube, a seconda della giornata. Ma non è così (e ormai ci è ben noto).

Tanto per dire: a volte parte dell’atmosfera solare salta letteralmente nello spazio. Come potete vedere in questo breve video (acquisito con un piccolo telescopio in Francia), che comprime in pochi secondo quello che in realtà è accaduto in un’ora. Il filamento che emerge dal Sole è realmente enorme: potete vedere in alto a sinistra le dimensione della Terra, per confronto.

Le ragioni per cui accade questo hanno a che vedere con i fortissimi campi magnetici che esistono sulla superficie del Sole. Un campo affascinante di studio, assai complesso. L’importante qui è comprendere che, ancora una volta, il nostro primo sguardo può essere errato, o incompleto. Diciamo niente di nuovo sotto il Sole ed è già una menzogna per le nostre vite (accade sempre qualcosa se siamo aperti) ma è tecnicamente errato anche per il Sole stesso, che mostra costantemente un ribollire di attività e una sana irrequietezza, anche dopo miliardi di anni di vita.

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