La varietà di ambienti che ci propone il nostro universo è sempre qualcosa da cui imparare. Saturno, ad esempio, vanta ben settantacinque satelliti naturali con orbite confermate, sessantaquattro hanno poi anche un nome proprio, anche se sono appena tredici quelli con un diametro maggiore di cinquanta chilometri.
Elena è stata scoperta appena nel 1980 ed è uno dei quattro satelliti troiani, ovvero quelli posizionati ad un particolare punto di stabilità gravitazionale (tecnicamente parlando, si tratta dei punti lagrangiani L4 oppure L5)
Per capire cosa si nasconde dietro gli stranissimi crateri di Iperione, niente di meglio che andare a vedere. L’ha fatto per noi alcuni anni fa la sonda Cassini che orbitava intorno a Saturno. Con l’occasione ha preso alcune immagini ad un livello di dettaglio assolutamente straordinario.
Siamo davanti ad un mondo di crateri e soprattutto una superficie stranissima, davvero simile ad una spugna. Iperione ha un diametro di cerca 250 chilometri ed è strano perfino nella rotazione, che è caotica, ovvero il suo asse di rotazione si sposta in modo imprevedibile nel tempo. In realtà è l’unico corpo del Sistema Solare, a quanto ne sappiamo, che mostri una rotazione caotica. Inoltre possiede una densità così bassa che si ritiene molto probabile che ospiti al suo interno un sistema incredibilmente vasto di caverne.
Saturno, come tanti, si vede meglio all’infrarosso, come in questa immagine acquisita dalla sonda Cassini. Si notano assai bene diverse bande nuvolose, ad esempio. Ma quello che si nota meglio di tutto è probabilmente la curiosa configurazione ad esagono delle nubi che circondano il polo nord di Saturno, scoperta grazie alle immagini della sonda Voyager 1, nel 1981.
Considerate che ogni lato dell’esagono copra una dimensione pare a circa la larghezza della Terra, e avrete un’idea di quanto sia grande questa formazione. Il bello è che questa struttura così regolare di nubi non solo non era mai stata prevista, ma a tutt’oggi non si dispone di nessuna spiegazione convincente per la sua esistenza.
Sarebbe davvero bellissimo osservare il cielo su Teti, anelli ed ombre e tutta la meraviglia che già intuiamo in questa foto di Cassini. L’immagine è stata acquisita nel 2005 e rimane ancora splendida, adesso.
Teti ha un diametro di circa 1000 chilometri e orbita a meno di cinque raggi di Saturno dal centro del pianeta gigante (e gassoso). A tale distanza appare ben fuori degli anelli principali di Saturno. Teti è una delle cinque lune più grandi (in totale i satelliti naturali di Saturno, con orbite confermate, sono ben ottantadue) e nonostante la sua lontananza dal pianeta, si trova ancora all’interno del più impalpabile e tenute anello E.
Girare tra gli anelli di Saturno è decisamente un privilegio concesso a pochi. Uno dei più attenti osservatori è stata la sonda Cassini, che ha preso questa bellissima immagine poco più di un decennio fa.
Si vede la luna Rea parzialmente coperta dagli anelli e, più in lontananza, la piccola luna Giano. Mentre Rea fa certo la sua figura con un diametro superiore ai 700 chilometri, Giano è una delle lune di Saturno più piccole: misura infatti appena 180 chilometri di diametro. In automobile si farebbe agevolmente tutto il giro nell’arco di una giornata (compresa sosta all’autogrill, se ve ne fossero). Colpisce riuscire a vedere un corpo celeste così piccolo a tanta distanza da Terra (più di un miliardo di chilometri). Cassini ha fatto davvero un ottimo lavoro.
La sonda Cassini ha il grande merito di averci portato tutti – ormai nell’epoca moderna della comunicazione di massa – attraverso le meraviglie di Saturno e della sua famiglia di lune ghiacciate, conducendoci nel meraviglioso e misterioso regno di mondi dove fiumi di metano sfociano in giganteschi mari (di metano, sempre) e dove getti di ghiaccio ed acqua vengono espulsi nello spazio da un oceano di acqua liquida che – secondo tutte le stime – potrebbe essere un ambiente perfetto per la vita (o almeno per farci un poco di sport, come illustriamo nel sito di Edu INAF in concomitanza con queste Olimpiadi).
Le cose spesso non sono come sembrano, si dice. Già, ma come sembrano? Che intendiamo esattamente con questa domanda? La bellezza è negli occhi di chi guarda, verissimo anche questo. E aggiungerei, dipende anche dalla natura della luce. Da parametri ben definibili, come frequenza ed intensità. Ecco che variando questi parametri otteniamo una visione del mondo totalmente diversa. Quindi, potremmo anche chiederci, quanti mondi esistono? Forse uno per ogni modo di guardare?
Perché la cosa non rimanga astratta o fumosa, ecco qui una immagine che esemplifica brillantemente la faccenda.
Si tratta della luna Titano che orbita intorno a Saturno (di tante lune che gli girano intorno, la più grande). Ora, le sei immagini che si dispongono intorno a quella centrale, sono state acquisite dalla sonda Cassini in varie occasioni, durante tredici anni di attività, e sono state acquisite in banda infrarossa. Il confronto con l’immagine al centro – acquisita nella regione del visibile dello spettro elettromagnetico (come vedremmo noi con i nostri occhi, insomma) – è alquanto sorprendente.
A volte pensiamo qualcosa così, ma dopotutto è normale. Sì, a volte lo pensiamo, dobbiamo ammetterlo. Ma è comprensibile, con tutta la tecnologia nella quale ci sentiamo avvolti, con tutte le sonde che abbiamo spedito in giro per lo spazio. Pensiamo che tutto quello che riguarda l’universo vicino sia stato ormai chiarito, che al massimo si possa lavorare sui dettagli (roba che alla fine interessa solo la gente del mestiere, ma è chiaro, niente di eccitante). Che le grandi questioni ancora aperte riguardino l’universo lontano, o le domande “ultime”, tipo, come è iniziato tutto, oppure come si concluderà (nel caso si dovesse concludere, ovviamente).
E’ normale pensare così, accade ad ognuno di noi. Ed è anche vero che le domande sull’origine e il destino dell’Universo sono forse le cose più intriganti a cui è chiamata a lavorare la scienza, nel complesso (almeno io la vedo così). Va detto però che è anche abbastanza sbagliato, nella pratica. Sì, perché la cosa emozionante di questo Universo, è che continua a regalarci cose misteriose su ogni scala, in modo che ci sia sempre materiale su cui lambiccarci il cervello e sopratutto, spingere la nostra curiosità, in modo da imparare sempre cose nuove.
Un mistero tra i tanti, di quelli che si trovano “dalle nostre parti” (cosmologicamente parlando, è ovvio), è quello dell’esagono di nuvole su Saturno. L’abbiamo già trattato nel corso degli anni, ma questa immagine è straordinaria, vale dunque la pena tornarci.
Ebbene, a cosa sia dovuta la forma esagonale che assumono le nubi intorno al polo nord di Saturno, nessuno ancora lo sa (dire che ci sono tante ipotesi, in casi simili, è come quando si dice la polizia sta battendo ogni traccia per dire in modo elegante, che ancora non sa che pesci prendere).