– Ma quando? fa lei, con insolito interesse.
L’ascensore ci sta portando dal quarto piano al piano terra.
– Una notte, che leggevi, con la luce accesa. Invento.
– Ma quando? fa lei, con insolito interesse.
L’ascensore ci sta portando dal quarto piano al piano terra.
– Una notte, che leggevi, con la luce accesa. Invento.
Agnese, 7 maggio 2010
… è così dolce che non posso proprio aggiungere parole… e il coniglio, del resto, è già così contento (e il delfino salterino pure) che non c’è davvero bisogno d’altro, non trovate?
(Mattina, interno giorno)
Agnese: “Papà, ma le farfalle sono notturne?”
Io: “Beh non tutte, alcune…”
Agnese: “Ahhh, allora sono sia giornali che notturne!”
Allora la mattina si prelevano i suoi amichetti e in due macchine, insieme alla moglie, si portano al cinema, a vedere Alvin Superstar 2. Che spettacolo trovarsi nove bimbi tutti in fila buoni buoni a vedersi il film! Presi gli undici biglietti, mi trovavo in mano un nastro lunghissimo che srotolato arrivava fino a terra! Poi gli immancabili pop corn e l’acqua, e tutti dentro la sala.
Usciamo e facciamo un pit stop da McDonalds, cercando di non smarrire la coordinazione tra fiumi di gente e roba da ordinare. Mentre mangiano, si avvicina una signora e noto che ci guarda interessata. Chissà. Si allontana, ma poi evidentemente non resiste, e ritorna. Stavolta mi chiede, quasi ammirata: “Ma sono tutti vostri?”
No no, la rassicuriamo subito: sono amici, non fratelli. “Complimenti, comunque” ci dice sorridendo, forse perché li vede tutti insieme che interagiscono abbastanza pacificamente. in effetti è buffo portare in giro nove bimbi… Anche altri passano e sembrano curiosi, ma non si fermano.
Si torna e pian piano si distribuiscono i bimbi ai rispettivi genitori. Ce l’abbiamo fatta, e poi non è stata tanto complicata. Quel che più conta, è che sembra si siano divertiti tutti quanti.
… Ancora auguri, Agnese! Otto anni, due splendidi occhiali, e una dolce curiosità di capire il mondo e cercarne le cose belle, che mi insegna sempre qualcosa 😉
Un giorno comprai una cavia peruviana e mia sorella la chiamò Plunkie.
Era una cavia belllssima!
Era una cavia pelosa, il pelo era color bianco e marroncino chiaro, la frangetta gli arrivava fino agli occhi, le zampe quando la prendi in braccio senti un pò di solletico perché le sue zampette hanno le unghie affilate e rosa, ha un muso carinissimo e dolce quasi sembra un topo, ha anche delle orecchie abbastanza grandi e rosa.
E’ grande quasi come un telecomando.
Plunka sta quasi tutto il tempo a mangiare e infatti quando sente il rumore di una busta comincia a fare dei versi tipo “squit”. Quando fa squit che muoviamo una busta lo fa perché pensa che è una busta d’insalata o di fieno.
Quando fa le feste si alza in piedi e si appoggia sulla sbarretta di ferro.
Gli voglio tanto bene ed è anche un animale da compagnia!
E’ il più bell’animale che ho avuto, solo che è di mia sorella Claudia, ma la prendiamo tutti e la accarezziamo ed è come se fosse di tutti.
Agnese C.
Allora me lo sono riletto… e mi sono ritrovato di colpo nelle considerazioni e nelle impressioni che avevo due anni fa, al momento della ripresa della scuola per i miei bimbi: è come se le avessi sempre avute in mente, ma non potessi accedervi se non rileggendo quanto avevo scritto a suo tempo. Rileggere quello che ho scritto è sempre un’operazione curiosa, per me. Sarà perchè ho davvero poca memoria, ma spesso è come se leggessi una cosa “nuova” scritta da qualcun’altro. Qualcuno che però (non sorprendentemente, potreste pensare a buon diritto) scrive nel modo che più mi piace, dando rilievo ed enfasi agli argomenti che mi stanno più a cuore, scegliendo le parole che mi piacciono di più.
Scrive come piace a me. Ecco perchè non posso solo leggere quello che scrivono altri, perchè devo scrivere qualcosa di mio. Non è infatti questione di quanto sia imperfetto, quello che scrivo. E’ piuttosto questione che quello che scrivo si muove esattamente nel sistema di coordinate che mi sta a cuore; dà respiro ed esposizione a quello che mi “preme”. Ne riconosco spesso la bruciante imperfezione ma non posso separarmente, non posso allontanarlo. E’ mio.
Allora anche riprendere con più frequenza questo blog mi sembra abbia senso, come proposito per il nuvo “anno scolastico”. Twitter, Facebook e cose simili hanno al momento l’esposizione maggiore sul web (e anche io li uso, spesso con soddisfazione). Però uno spazio in cui l’attività di scrivere trovi maggior respiro forse ci vuole ancora. Almeno per me.
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