Sfiorisci bel fiore…. (Foto di g33k0 su Flickr) |
Sfiorisci bel fiore…. (Foto di g33k0 su Flickr) |
Dal parco, al tramonto… |
“Luci della sera” (scatto di oggi per Picplz) |
Sono state nel complesso due belle settimane, quelle passate nel Residence vicino Vieste.
La spiaggia (S. Maria di Merino) è bella larga. Pulita, come il mare. Limpidissimo, in certe ore del giorno. Puoi passeggiare su uno strato di acqua sottile, che fa mille colori. Tieni i piedi al fresco mentre cammini. Abbiamo fatto delle belle camminate lungo la spiaggia: la sensazione del piede nudo sulla sabbia è una cosa quasi preziosa. E la notte il brilluccichio delle stelle e l’aria fresca, le luci lontane come gemme di intima preziosità.
Le litigate dei bimbi ci sono state, l’insofferenza della più grande che si annoiava talvolta, pure. Bei momenti di crisi. Mettiamo in conto tutto.
Eppure ieri già io e mia moglie saremmo voluti tornare. Già, perché ci sono state anche le ottime mangiate di pesce a Terrazza sul Mare (dove si vede il tramonto che, per non essere da meno del mare, dipinge il cielo a striscioline colorate, non dimenticando un bel verde metallico che ti colpisce); oppure la splendida zuppa di pesce nel ristorante un pò sull’interno (e quella signora del ristorante che raccontava della processione da Vieste della Madonna di Merino, e del pellegrinaggio Macerata-Loreto.. chi l’avrebbe pensato.. e quella libreria che aveva Tracce in bella esposizione… ma perché non ci pensiamo mai, a trovare amici dappertutto.. )
Poi Andrea che ormai è grande, mi ha “costretto” ad iscriverlo ad un corso di Katesurf. Bello che si cimenti, si impegni. E’ grande e lotta per crescere, di più.
Poi le puntate a Vieste, che ti accoglie con una skyline sul porto, quando la strada fa la curva e poi scende. Spettacolare. Come bello e suggestivo è il paese e pieno di angolini e cose da vedere. Dovrò vincere la pigrizia e scaricare le foto, metterle su web.
Io penso che ci torneremo.
Allora la mattina si prelevano i suoi amichetti e in due macchine, insieme alla moglie, si portano al cinema, a vedere Alvin Superstar 2. Che spettacolo trovarsi nove bimbi tutti in fila buoni buoni a vedersi il film! Presi gli undici biglietti, mi trovavo in mano un nastro lunghissimo che srotolato arrivava fino a terra! Poi gli immancabili pop corn e l’acqua, e tutti dentro la sala.
Usciamo e facciamo un pit stop da McDonalds, cercando di non smarrire la coordinazione tra fiumi di gente e roba da ordinare. Mentre mangiano, si avvicina una signora e noto che ci guarda interessata. Chissà. Si allontana, ma poi evidentemente non resiste, e ritorna. Stavolta mi chiede, quasi ammirata: “Ma sono tutti vostri?”
No no, la rassicuriamo subito: sono amici, non fratelli. “Complimenti, comunque” ci dice sorridendo, forse perché li vede tutti insieme che interagiscono abbastanza pacificamente. in effetti è buffo portare in giro nove bimbi… Anche altri passano e sembrano curiosi, ma non si fermano.
Si torna e pian piano si distribuiscono i bimbi ai rispettivi genitori. Ce l’abbiamo fatta, e poi non è stata tanto complicata. Quel che più conta, è che sembra si siano divertiti tutti quanti.
… Ancora auguri, Agnese! Otto anni, due splendidi occhiali, e una dolce curiosità di capire il mondo e cercarne le cose belle, che mi insegna sempre qualcosa 😉
Pertanto venuto a conoscenza di questo mio indiscusso privilegio, no.. non me la sono proprio sentita di lasciarlo passare sotto silenzio, proprio no! Ecco dunque, senza ulteriori preamboli, la poesia a me dedicata, presa dal quaderno di Simone…
Papà alto spilungone,
ti vesti di verde o di marrone,
cammini sui piedi molleggiato,
e sei spesso per questo sbeffeggiato,
con noi sei invece buono e assai paziente
anche se spesso non meritiamo niente.
Ti vuole tanto bene quel figlio un pò puzzone
di nome Simone.
Che dite? Io “sospetto” anche lo zampino della mamma, in ogni caso…
Comunque, in ossequio al detto per il quale una immagine val più di mille parole (visto che sono riuscito a mettere le mani sul prezioso originale) ecco qui la poesia corredata da una spassosissima illustrazione (per la cronaca, sono io con la borsa della palestra…)
Ora ho un “romanzo breve” chiamato “Il Ritorno”, di circa 50.300 parole; non avevo mai tentato di scrivere nulla di così esteso, grazie al NaNoWriMo finalmente sono riuscito a dribblare il mio implacabile editor interno che tante volte mi aveva fermato, e andare dritto – con un paio di momenti di crisi in cui il progetto effettivamente è stato “a rischio” – fino alla volata finale di oggi pomeriggio.
Ora ci vorrà senz’altro un esteso e paziente editing. Ma la cosa è andata, l’obiettivo è raggiunto. Ho scritto un piccolo romanzo! Non so da quanto l’ho volevo fare!
Devo sinceramente ringraziare mia moglie Paola, che durante questo periodo mi ha più che sopportato: mi ha incitato e incoraggiato e punzecchiato affinché non lasciassi perdere. Ogni giorno mi chiedeva quanto avevo scritto, ogni giorno mi incitava a continuare. Addirittura (e avendo quattro pargoli non è banale) aveva cura che io avessi tempo e tranquillità per scrivere. Mi sono chiesto più volte come mai., nel corso di questo mese. Perché teneva a questo concorso, in maniera particolare? Non credo. Piuttosto, credo che abbia a cuore che io riconosca e segua le mie inclinazioni e le mie attitudini, tra le quali scrivere é senz’altro una delle importanti, come capisco più chiaramente in questo specifico periodo.. Questo a parer mio, senza tanti giri di parole, è un reale segno di amore, per il quale le sono grato.
Anche i miei figli (e specialmente Simone) si sono a vario titolo interessati, e talvolta mi hanno spronato.
Sono contento di essere riuscito ad arrivare fino in fondo e scrivere la mia novella, superando i momenti di dubbio e di indecisione. E’ realmente buffo, ma ho scoperto che a volte puntare a “scrivere e basta” nonostante tutti i dubbi, alla fine paga. Alla fine imbrocchi due o tre frasi in qualche pagina, e sei proprio contento. Quelle due o tre frasi ti fanno sentire in pace, contento di essere riuscito a scriverle finalmente come le volevi. Fosse solo questo, già sarebbe un ottimo motivo per scrivere 50.000 parole, o anche di più.
Poi ancora, il fatto di scrivere mette in moto dinamiche interessanti, ti porta a pensare, a lavorare sui personaggi, a ricercare correlazioni tra i caratteri, le vicende, ad avere fiducia in una storia. Avere fiducia in una storia è bello perché, mi sembra, non possa essere svincolato da avere un atteggiamento positivo verso l’esistenza… Bene, potrei andare a scrivere ancora (evidentemente oggi non mi è bastata la mia quota di parole del NaNoWriMo!), ma non vorrei vincere anche il concorso, se c’è, di post più lungo. 🙂
Scrivere è un’avventura che mi piace (oserei dire anzi che mi appare quasi necessaria). Credo che proseguirò.
“Claudia, Claudia…! Lo sai che al parco, c’era un criceto d’india ???”
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