Blog di Marco Castellani

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Qualcosa da riscoprire

A circa 26000 anni luce da noi (inezie, per gli intrepidi navigatori del cosmo), c’è questo tesoro: si chiama NGC 6325, è un ammasso globulare ma soprattutto è un agglomerato di stelle così bello, a vedersi, che non so come mai non ne ho scritto prima di oggi.

Il meraviglioso ammasso globulare NGC 6325 visto da Hubble.
Crediti: ESA/Hubble & NASA, E. Noyola, R. Cohen

Gli ammassi come NGC 6325 contengono molte migliaia – a volte milioni – di stelle, finemente impacchettate in una meravigliosa struttura sferica. Si trovano praticamente in tutti i tipi di galassie e sono meravigliosi laboratori naturali per studiare la formazione e l’evoluzione delle stelle. Chi non è nel campo non può avere idea di quanto abbiamo capito sul fenomeno stella osservando, negli anni, questi ambienti così ricchi!

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La Luna e le stelle

Alphons Mucha, La Luna e le stelle (1902)

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Terrazza del caffè la sera

Vincent van Gogh, Terrazza del caffè la sera

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Le stelle di Gaia

– Anita, guarda! – mamma adesso le stringe la mano più forte.

– Guarda cosa, mamma?

– Guarda in alto!

Un po’ infastidita, Anita alza lo sguardo. E improvvisamente vede. Vede miriadi di puntini luminosi brillanti, quelli che non si scorgono mai, in città. Vede un cielo pieno pieno di stelle, come non se lo ricordava da tanto. Accidenti. È un cielo semplice e bellissimo.

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Quella volta in montagna

Quella volta in montagna, la mamma l’aveva presa per mano e condotta fuori, in giardino. Quella notte, ad esempio, la Luna non c’era. Era nascosta, sparita. Andata, chissà dove. E guarda che meraviglia: una meraviglia assoluta. Era tutto pieno, ma davvero pieno di stelle! Una cosa fantastica, da non crederci. Tutto un cielo puntinato, splendidamente intarsiato, trapuntato. Insomma, da perderci la testa.

Dal racconto Ci vuole un grande telescopio? pubblicato in Anita e le stelle: la saggezza di uno sguardo (su Amazon in formato cartaceo ed ebook).

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Rigel, la grandissima

Brillante, decisamente blu, supergigante nelle dimensioni. La stella Rigel fa bella mostra di sé nella Nebulosa di Orione, in questa immagine. Nella classifica delle stelle più brillanti nel cielo notturno, si trova saldamente al numero sette.

La stella supergigante Rigel
Crediti immagine: Rheinhold Wittich

Il colore blu di Rigel indica che è molto calda, anche più calda della rivale Betelgeuse, per quanto entrambe le stelle supergiganti siano abbastanza grandi per finire i loro giorni in supernova, disperdendo – come vedevamo proprio ieri – gli strati esterni nello spazio ma probabilmente lasciando al centro un nuovo buco nero, formato dal collasso della materia più interna, su sé stessa.

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Un cielo infinito di stelle

L’estate astronomica è iniziata da pochi giorni, quella percepita, da molti di più. Sono da poco arrivato in Abruzzo, nel tentativo di sfuggire alla canicola romana. Qui pure fa caldo, è vero, ma in modo più mite, meno accanito. Non si sfugge al riscaldamento globale, certamente: ai guai che abbiamo causato ed ancora causiamo, per la nostra resistenza terribile a riflettere, meditare, guardarci dentro, capire che la creazione fa parte di noi e noi di questa, e che l’attitudine predatoria ha già causato innumerevoli danni.

Siamo assediati da notizie di guerre, epidemie, carestie, siccità. Siamo assediati e sempre impreparati, ci meravigliamo sempre, come se pensassimo di poter abusare dell’ambiente naturale senza doverne pagare conseguenza. Come se il pianeta Terra fosse capace in modo illimitato di porre rimedio ai nostri sconquassi. [Continua a leggere sul sito di Darsi Pace…]

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L’umanità dietro la scienza

Ed è proprio l’umanità dietro (dentro) la scienza forse il valore più bello che sento dobbiamo ancora scoprire, riscoprire, per la nostra vita. Secondo questo punto di vista ogni scoperta che facciamo nel cielo, in qualche modo, è un tassello in più dell’umanità che è in noi, una possibilità di capire meglio noi stessi.

Per questo la scienza è interessante, per questo l’astronomia – lo studio di oggetti lontanissimi, apparentemente distanti dalla nostra esperienza quotidiana – ha una sua piena dignità di esistenza, di partecipazione all’avventura umana, del conoscere e del capire.

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