– Anita, guarda! – mamma adesso le stringe la mano più forte.

– Guarda cosa, mamma?

– Guarda in alto!

Un po’ infastidita, Anita alza lo sguardo. E improvvisamente vede. Vede miriadi di puntini luminosi brillanti, quelli che non si scorgono mai, in città. Vede un cielo pieno pieno di stelle, come non se lo ricordava da tanto. Accidenti. È un cielo semplice e bellissimo.

– È proprio pieno di stelle, mamma! – niente, non può trattenere lo stupore, stavolta.

– Eh sì. È davvero pieno. Nella nostra Galassia, che è una galassia enorme, ce ne stanno circa cento miliardi, pensa.

– Cento miliardi? Pensa che cosa sarebbe conoscerle tutte… impossibile – esclama Anita a bocca aperta, come sovrastata dalla magnificenza di quell’inatteso spettacolo. 

Mamma la guarda e sorride.

– Perché ridi? – non riesce a non chiederlo, è troppo un sorriso strano.

– Perché è proprio quello che noi scienziati ci chiedevamo, quando abbiamo pensato a lei.

– A lei, chi? – Che rabbia mamma quando fa la misteriosa.

– A lei, Gaia

– Mamma, perfavore… 

– Ma sì! Pensa che Gaia in questo momento sta lì persa nello spazio, a un milione e mezzo di chilometri da noi, e fotografa continuamente tutte le stelle che incontra, senza fermarsi un attimo. E non solo! Misura anche la loro velocità, registra il loro colore e la loro luce. 

Uffa. Tanto ha detto, tanto ha fatto che ora le interessa. Almeno un po’ le interessa.

– E’ questo che fa Gaia? – chiede.

– Esatto. Fa solo questo. E lo farà per tutta la sua vita.

Dal racconto “Tutte le stelle di Gaia” pubblicato nel volume “Anita e le stelle” (Arsenio Edizioni, 2019)

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