Michael Kagen, Those Who Came Before us (2018)
Torno a parlare di testi musicati, due mesi dopo l’articolo su Peter Gabriel. E di Luna, sopratutto. Perché è impossibile negare che ci sia un ritorno alla Luna dopo tanto tempo: per la precisione, dopo cinquant’anni di silenzio, mezzo secolo nel quale una sorta di dialogo scientifico tra noi e il nostro unico satellite naturale si è praticamente interrotto.
Quello che invece non si è mai interrotto – fin dall’inizio dei tempi – è l’altro rapporto che noi intratteniamo con la Luna: quel rapporto che è perpetuamente nutrito dall’immaginazione, dall’arte, dalla fantasia. La Luna si associa spesso alla femminilità, e nella sua innegabile dolcezza c’è anche qualcosa, a mio avviso, di irresistibilmente musicale. Almeno, così è per un artista del calibro di Peter Gabriel, come abbiamo visto.
Ma doveva essere così, già molti anni fa, anche per Angelo Branduardi. Autore di bellissime canzoni, anche molto sofisticate… [Continua a leggere sul portale EduINAF]
Caspar David Friedrich, Due uomini che contemplano la luna (1819-1820; olio su tela; Dresda, Galerie Neue Meister)
Non ci fu lo sbarco, per Apollo 10, ma possiamo dire che fu la vera prova generale. Mentre l’astronauta John Young rimase in orbita attorno alla Luna, gli astronauti Thomas Stafford e Gene Cernan a bordo del Modulo Lunare Apollo arrivarono ad appena 15,6 chilometri dalla superficie lunare: era proprio il punto in cui sarebbe dovuta iniziare la discesa frenata dal motore, in una futura missione di allunaggio. E invece no. Invece di effettuare la fatidica discesa, si ricongiunsero a Young.
Dopo aver orbitato attorno alla Luna ben 31 volte, l’equipaggio dell’Apollo 10 ritornò sano e salvo sul nostro pianeta. Quella che oggi ci può sembrare una impresa mancata, è piuttosto stato ciò che consentì – appena due mesi dopo – di effettuare il primo allunaggio della storia, con la missione Apollo 11.La prova generale infatti fu di grande importanza, per mettere a punto gli ultimi particolari dell’impresa.
Diciamo la verità. Non avere fretta di arrivare all’obiettivo ci è molto difficile, un po’ per come siamo fatti, un po’ per come ci spingono a pensare, ad agire. Eppure, a volte può far tutta la differenza del mondo.
La Luna diventa sempre di più un ambiente nostro, giorno dopo giorno. CAPSTONE (sigla che sta per Cislunar Autonomous Positioning System Technology Operations and Navigation Experiment) è un CubeSat della grandezza di un forno a microonde che è inserito in una orbita ellittica intorno alla Luna, l’orbita che sarà poi del Gateway, il futuro avamposto orbitante appunto intorno al nostro satellite, di importanza strategia per le varie missioni.
Pochi giorni fa CAPSTONE ha inviato un segnale al Lunar Reconnissance Orbiter il quale ha emesso un segnale di ritorno, cosa che ha permesso a CAPSTONE di misurare la distanza e la velocità relativa. Il test è servito a capire la fattibilità di un sistema di navigazione che poi aiuterà a determinare la posizione delle varie missioni. Ha anche preso una foto di una parte vicina polo nord lunare.
Siamo già in viaggio, in pratica. La Luna diventa ogni giorno di più, casa nostra. Dai primi passi alle future basi lunari, è un cammino di coraggio, fiducia e confidenza. Un viaggio per diventare ancora più umani, dopotutto.
Il nostro bel pianeta sfoggia una mezzaluna curva e sfiorata dal sole, su una sfondo di un nero limpodo, in questa straordinaria immagine.
Qui la nostra Terra è piccola come un’immagine telescopica di un lontano pianeta, l’intero orizzonte infatti è dentro il campo visivo. Ben diversa è l’immagine del pianeta che si gode dalla Stazione Spaziale Internazionale, per esempio: una vista molto più ravvicinata a motivo della bassa orbita terrestre. Lì, orbitando ogni novanta minuti intorno al pianeta, si vedono scorrere spettacoli di oceani, nuvole e terre emerse, in un susseguirsi sicuramente emozionante.
Powered by WordPress & Theme by Anders Norén
Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso