Blog di Marco Castellani

Tag: Sole Page 2 of 4

Un universo di corpi

Il bello delle eclissi è questo, che ci accorgiamo di colpo, ci riaccorgiamo in un lampo, che siamo immersi in un universo in movimento. Non siamo proiettati in uno spazio asettico e imperturbabile, dove giocare le nostre esistenze in modo avulso dal contesto.

Non ci pensiamo quasi mai, ci siamo costruiti un universo virtuale dove perfino la notte non c’è, se non la vogliamo. Luci artificiali inondano di fotoni le nostre città quando il Sole è impegnato altrove, scompare la volta stellata e noi ce la dimentichiamo, non ci sembra nemmeno che ci manchi. Salvo quando per qualche fortunata avventura, non ci troviamo in un posto isolato, buio. E lo spettacolo della Via Lattea ci avvolge, quasi ci sommerge.

Le eclissi ci raggiungono anche in città, sono eclatanti. Capiamo che il cielo è in movimento, che le cose cambiano. Che se siamo vivi è per una combinazione mirabile di fattori, anche astronomici. Che possiamo essere contenti di questo. Il cielo dà spettacolo e ci dice guardami.

Eclissi parziale di sole, vista da Arlington, Virginia (USA). Crediti: NASA/Bill Ingalls

Nell’eclissi di ieri (visibile solo in alcune zone del globo) la Luna si frapponeva al disco del Sole creando effetti belli come quello nell’immagine. Corpi celesti che solo con la loro posizione relativa, ci riconducono a pensare, ad immaginare. Capiamo che siamo dentro un universo di corpi – corpi celesti e corpi umani – e quel che conta è come si mettono in relazione, dalla loro relazione infatti possono provenire meraviglie, possono crearsi storie che nutrono l’universo stesso. L’universo è fatto di storie, non di atomi, avvertiva Muriel Rukeyser.

Una storia è una relazione tra corpi, innanzitutto. Non c’è da intellettualizzare nulla, ma da gustare quel che accade, quando accade. La storia del Sole con la Luna dura da miliardi di anni, e ci regala adesso questa meraviglia. Facciamone tesoro.

Loading

Il Sole, per collezionisti

Da piccolo ero un collezionista, avevo alcuni album a cui tenevo molto. Ricordo che le procedure di sistemazione e ordine occupavano parecchio tempo. Ci voleva attenzione certosina, a non rovinare i bordi. E c’era il famoso catalogo Bolaffi, di insindacabile autorità, per le quotazioni di scambio dei francobolli (di questo si tratta). Cose forse di un’altra epoca: ormai la posta è per definizione elettronica e quella ordinaria è limitata perlopiù a pacchi e pacchetti.

Questo però non ferma la NASA dal proporre una collezione mirabilmente ispirata al nostro Sole, ed in particolare ai fantastici risultati del Solar Dynamic Observatory, a cui tanto dobbiamo per la conoscenza dettagliata della nostra stella.

La scienza di SDO finisce sui francobolli. Crediti: NASA/SDO/USPS

Tutto sommato è bello che le immagini di una missione attuale, di grande rilevanza, trovino posto anche in piccoli francobolli. Devo dire che non ricordo nemmeno un francobollo a tema scientifico, tra i miei di allora. Altri tempi. Forse un altro piccolo segno di come la scienza stia entrando sempre di più nella nostra vita quotidiana. Non solo in forma di ricaduta tecnologica, ma (cosa assai più esaltante) come possibilità di stupore per le cose del mondo fisico.

Belle, appunto, da collezione.

Loading

Chissà chi lo sa?

Si chiamava proprio Chissà chi lo sa? e può darsi che qualcuno tra i lettori non proprio giovanissimi ancora se lo ricordi. E’ stato infatti un programma televisivo per ragazzi trasmesso negli anni sessanta sul Programma Nazionale (oggi diremmo su Rai 1). Due squadre di ragazzi, provenienti da diverse scuole medie, gareggiavano nel rispondere ad indovinelli di cultura generale. La squadra vincitrice della puntata faceva guadagnare alla propria scuola una fiammante ed ovviamente cartacea enciclopedia (no, wikipedia era ancora lontana, a quell’epoca…).

Sicuramente il quiz è uno dei modi più di successo per giocare con la cultura, e benché semplice e diretto, a volte è utile per riprendere quello spirito del gioco che è sempre più necessario riprendere e coltivare, perché dopotutto è proprio il gioco l’occupazione più “seria” alla quale possiamo dedicarci, per capire e crescere.

Anche per le cose del cielo, il quiz è una possibilità di gioco e di istruzione…

Così viene spontanea la domanda, perché non dedicare uno spazio ad un quiz a tema astronomico? L’idea mi è venuta notando che la piattaforma Telegram ha appena implementato una modalità quiz, dove si possono formulare varie risposte di cui una è quella esatta, e al momento del voto viene rivelato se si è “acchiappata” la risposta giusta o no.

Loading

Mercurio, in transito

Questa bella immagine ci mostra la esilissima silouette del pianeta Mercurio, il più vicino al Sole, durante il suo passaggio davanti alla nostra stella, avvenuto esattamente tre giorni fa.

transito di Mercurio davanti al Sole
Passaggio di Mercurio davanti al Sole.
Crediti: NASA/Bill Ingalls

Non c’è proprio niente di meglio di immagini come questa, per capire la differenza di dimensioni tra i pianeti ed il Sole. La nostra stella è veramente l’oggetto che domina lo spazio intorno a noi, e la dizione assai usata Sistema Solare mai come ora, lo vediamo bene, mantiene tutta la sua assoluta rilevanza.

Loading

Il Sole, e le sue mille meraviglie

Ce ne siamo accorti in varie occasioni, ce ne accorgiamo sempre: il nostro Universo presenta la mirabolante capacità di meravigliarci ad ogni fattore di scala. Conserva e custodisce sorprese che – ormai lo sappiamo – solo la nostra voglia di comprendere, di ammirare, può svelare, in un gioco sottile e sublime di domanda e risposta, che è alla fin fine quello su cui si basa la vera scienza.

Non fatevi traviare dal titolo, non si tratta di donne che non trovano compagnia…

Il Sole è una stella davvero piccola, di importanza davvero grande, per la specie umana. Con la sua presenza, con il suo afflusso di luce e calore, custodisce tenacemente la vivibilità in questa zona di Universo: senza di esso, in poche ore la temperatura scenderebbe verso un freddo insostenibile. Non avremmo ultimamente molto di che gioire, derivando verso temperature poco sopra lo zero assoluto, certamente non facili da sopportare!

Loading

Un granchio per Hubble

A circa settemila anni luce da noi, c’è la bellissima Nebulosa del Granchio Meridionale (da non confondere con la ben più famosa Nebulosa del Granchio, di cui diverse volte ci siamo occupati).

Crediti immagine:NASAESASTScI

A rendere conto della peculiare forma “a clessidra” ci pensa il sistema stellare al centro di tutta la faccenda: si tratta di una stella in fase di nana bianca, molto piccola e compatta, e una compagna in fase di gigante rossa, molto più grande ma assai meno densa, che per attrazione gravitazionale riversa sulla prima stella parte del materiale che compone i suoi strati più esterni.

Loading

Quel gran botto nel deserto…

Un proiettile dagli spazi esterni, potremmo dire. Atterrato (in maniera piuttosto distruttiva) nel deserto dello Utah, dopo che la sua traiettoria è stata tracciata dai radar ed accuratamente monitorata da elicotteri.  Correva l’anno 2004 e possiamo assicurare che nessuna civiltà aliena è stata coinvolta (e nessun insabbiamento da parte delle autorità, se non il tentativo di “autoinsabbiamento”, nemmeno troppo riuscito, del proiettile in questione). 

 Crediti: USAF 388th Range Sqd., Genesis MissionNASA

Vediamo un po’ meglio, nel merito. Ricavo questa interessante storia da APOD di oggi. Si tratta, per la cronaca, della capsula di ritorno della sonda Genesis, lanciato dalla NASA nell’anno 2001 da Cape Canaveral, allo scopo di studiare il Sole. In effetti la sonda catturò una serie di campioni di vento solare, che sarebbe stato molto interessante studiare a Terra (e che infatti la sonda doveva riportare delicatamente al suolo). Vi era predisposto un complesso schema di apertura di paracadute (primario, poi secondario) che – come è evidente – non funzionò affatto, visto che la capsula si schiantò al suolo ad una velocità superiore ai trecento chilometri orari. 

Nonostante tutto, si riuscì perfino a recuperare alcuni campioni in stato sufficientemente buono da poter essere analizzati. Pertanto, Genesis è a buon diritto iscritta a quell’esplorazione del Sole che già tanto ci ha portato e che vede nelle recentissime Solar Orbiter e Parker Solar Probe le più moderne ed agguerrite sonde che rispettivamente ESA e NASA – ovvero, Europa e Stati Uniti – hanno lanciato verso la nostra stella, dalle quali è più che lecito aspettarci decisi avanzamenti di conoscenza, del Sole e delle stelle più in generale. 

Ma la Genesis è anche la storia – anche se parzialmente – di un fallimento. Questo, davvero, sarebbe un peccato non considerarlo, perché la scienza – e la conoscenza umana, più in generale – procede anche e sopratutto per fallimenti, per cadute. Non è raro che la realtà superi ed esondi i perimetri angusti nei quali viene racchiusa dal pensiero logico, dal nostro – pur legittimo – desiderio di prevedere ogni eventualità. Cadendo, impariamo. E i fallimenti, anche nelle missioni spaziali, sono veramente molti, e clamorosi

A volte questo sembra un po’ brutale, a volte è addirittura tragico (quando comporta la perdita di vite umane), certamente non augurabile: eppure anche dai peggiori fallimenti possiamo imparare. Si diventa grandi anche e soprattutto cadendo, e questa non è appena retorica, è realtà. E’ la caduta che ti impone di rivedere profondamente un tuo schema, mettere veramente in discussione la tua impalcatura logica. E ti permette di ricominciare, di farlo davvero

Dopotutto, l’esplorazione dello spazio non è diversa, come metodologia, dall’esplorazione di sé stessi. O se vogliamo, lo spazio esterno e lo spazio interno non sono così eterogenei, per modalità di indagine. Ci sono delle regole che valgono per entrambi.

Cadere (e rialzarsi), sicuramente, è una delle più vere.

Loading

La sonda per “toccare” il Sole

E’ stata lanciata qualche giorno fa, e ora Parker Solar Probe sta viaggiando verso il pianeta Venere, dove in circa un paio di mesi riceverà una spinta per mettere a punto la sua traiettoria e dirigersi impavida verso il Sole. Arrivando così vicino alla nostra stella, come nessun altra sonda ha mai osato tentare.

Il momento del lancio della Parker Solar Probe (Crediti: NASA)

Dovrà infatti sopportare temperatura dell’ordine dei duemila gradi centigradi. Perché arriverà così vicino al Sole, da entrare nello strato della corona, dove avvengono fenomeni di una complessità incredibile, tali da mantenere ancora una forte dose di mistero. Su tutte, quella risalita in temperatura della fotosfera alla zona cromosferica della nostra stella, un fenomeno che ancora attende adeguata comprensione: semplicemente, accade che allontanandosi dal centro del Sole, ad un certo punto, la temperatura inizia ad aumentare. 

Un rompicapo non da poco, per chi studia la nostra stella! Abbiamo alcune teorie, al proposito, ma vanno verificate, e ci servono dati. Quelli di Parker Solar Probe saranno preziosissimi. 

La stella a noi più vicina, più in generale, è uno scrigno di fenomeni di inaudita complessità, e ci aspettiamo molto, sia da questa sonda, che da quella europea che partirà tra non molto, ovvero Solar Orbiter, che dovrebbe partire in ottobre.

Sarà dunque un anno da ricordare, questo: stiamo per “toccare” il Sole in un modo che non è mai stato tentato. Stiamo per mettere le mani su un mistero bellissimo, semplice e complesso allo stesso tempo, il mistero di una stella

Una stella che ci dà vita in innumerevoli modi, da cui dipendiamo in modo sostanziale. Una stella che merita certamente di essere conosciuta meglio. 

Loading

Page 2 of 4

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén