Blog di Marco Castellani

Mese: Luglio 2023 Page 1 of 2

Phobos davanti Marte

Veramente straordinaria questa foto. Fobos è una delle due lune di Marte, la più grande. Anche, è la luna più scura di tutto il Sistema Solare (che di suo, di lune ne ha moltissime).

La luna Phobos davanti al pianeta Marte
Crediti: ESADLRFU BerlinMars Express; Processing & CC BY 2.0 LicenseAndrea Luck

La sua orbita particolare ed il colore indicano che potrebbe essere un asteroide catturato nell’orbita del pianeta, composto da un misto tra ghiaccio e roccia scura. L’immagine è stata catturata dalla Mars Express (che continua ad orbitare attorno al pianeta) un paio di anni fa.

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Nel blu dipinto di blu

Penso che un sogno così non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e la faccia di blu
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito

Penso (per aprire con la stessa parola del testo) che in questa canzone del 1958, canzone famosissima che nessuno ignora, c’è già tutto. Non solo vinse il festival di Sanremo in quell’anno (sarei subito tentato ad un confronto con alcuni recenti vincitori, ma preferisco evitare, in questa sede), ma – mi dice Bard – che è stata tradotta in cento lingue e ha venduto nel complesso più di cento milioni di copie in tutto il mondo. Possiamo senz’altro dire, un pezzo di un certo successo.

La melodia, così mediterranea ed orecchiabile, ha fatto la fortuna della canzone. Ma ci sarebbe tanto, anche, dietro queste parole. Tanto, che colpisce in vari modi l’immaginazione di un astrofisico.

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Certe volte guardo il cielo

Certe volte guardo il cielo

i suoi misteri le sue stelle

Ma sono troppe le notti passate senza te

Per cercare di contarle

Come entra direttamente il cielo, nelle faccende umane! Biagio Antonacci mette insieme il cielo e le notti passate senza te, senza tanti complimenti. Un’abbondanza di misteri e di stelle, insieme con una mancanza. Tutto si parla, in questa interrogazione si cerca qualcosa di più di una sbrigativa risposta. Il rimando al mistero è quel punto di fuga che ci serve per non essere inchiodati alla nostra percezione della realtà. 

Le notti sono troppe, le avverti come troppe. Non puoi rimanere lì, a questo dato. Perché ti fa male, mi urta. Ti fa piangere, ti fa perdere assetto. Devi guardare il cielo, almeno certe volte. Perderti nel suoi misteri, nelle sue stelle. Anche le stelle, sono tante, sono tantissime. Forse le notti lo sono di più, ma a questo punto diventa una gara in cui ti perdi proprio, ti sganci un attimo dal tuo cruccio. Se metti insieme le notti da solo e le stelle, alla fine le prime vengono un poco illuminate delle seconde. Mica per una volontà, per una capacità, per qualcosa che hai tu. Niente affatto. Non per come sei tu, ma per qualcosa a cui ti appoggi. Se ti appoggi la solidità non è in te, ma nell’appoggio stesso. Ci pensa lui, a te. Sono problemi suoi a questo punto. Dell’appoggio.

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L’occhio nero di M64

La cosiddetta “galassia occhio nero” (per le cronache, rubricata con il nome di Messier 64) è assai conosciuta tra gli astronomi perché per vederla – nella costellazione della Chioma di Berenice – basta un piccolo telescopio. Il soprannome deriva da una banda scura di polvere che passa davanti al centro galattico.

La galassia M64 vista dal Telescopio Spaziale Hubble Crediti: NASAESAHubbleHLAProcessing: Jonathan Lodge

Qui la vediamo in una immagine riprocessata del Telescopio Spaziale Hubble. Per quanto ben visibile, M64 si trova alla bellezza di 17 milioni di anni luce da noi. L’enorme nuvola che oscura parzialmente la regione centrale è un addensamento imponente di stelle giovani blu, con il bagliore rossiccio dell’idrogeno associato a queste regioni di formazione.

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Il mistero di CW Leonis

Bene, cosa stia accadendo intorno alla stella CW Leonis, la stella al carbonio più vicina di tutte, non è per nulla chiaro.

La stella al carbonio CW Leonis vista da Hubble
Crediti: ESANASAHubbleT. Ueta (U. Denver), H. Kim (KASI)

La stella appare di colore arancione a motivo del carbonio disperso nei suoi strati atmosferici, proveniente dalle reazioni interne di fusione nucleare.
Questo è ben compreso. Quello che desta meraviglia – ed è bellissimo a vedersi – è la complessità della nebulosa intorno alla stella, il suo splendido intreccio di strati, indicazione preziosa di quel che ancora non siamo riusciti a comprendere.

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Rientrare a casa

Sono due le lune di Marte, Phobos e Deimos. Il cratere Stickney è quello più grande in assoluto su Phobos (che pur essendo la più grande delle due lune, di suo vanta un diametro di appena 22 chilometri, niente a che fare con la nostra Luna).

L’imponente cratere Stickney, sulla luna Phobos.
Crediti: HiRISEMROLPL (U. Arizona)NASA

Essendo un cratere largo circa nove chilometri, Stickney occupa una buona parte della luna medesima, una parte così rilevante che si pensa che l’impatto da cui si è originato sia stato vicinissimo a provocare la disgregazione completa della piccola luna.

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Tramonti, stazioni e rivoluzioni

Gli ultimi raggi di un tramonto colto dall’orbita della Stazione Spaziale Internazionale, mentre orbitava sopra la parte più meridionale dell’America del Sud, ad una altezza superiore ai 430 chilometri.

Uno splendido tramonto osservato dallo spazio.
Crediti: NASA

La Stazione Spaziale Internazionale è veloce: compie ben sedici orbite terrestri nell’arco delle ventiquattro ore, così gli astronauti possono godersi ben sedici albe ed altrettanti tramonti.

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Euclid è in volo!

Rientrando dal bel meeting Scienza per la Pace che si è tenuto a Teramo venerdì e sabato della scorsa settimana (avrò occasione per tornarci sopra), grato per quello che avevo ascoltato, per come era stata accolta la mia relazione, per gli incontri e i dialoghi – una vera ricchezza – non potevo comunque non pensare al fatto che di lì a poco sarebbe stato lanciato finalmente Euclid (sonda sulla quale avevo azzardato qualche considerazione a giugno).

Immagine artistica della sonda Euclid al lavoro
Crediti: ESA, CC BY-SA IGO 3.0

Arrivato a casa, sabato pomeriggio, mi sono subito collegato al sito ESA per seguire il lancio, che è andato alla perfezione. Interessante il fatto che il vettore sia un Falcon 9 di Space X, un’impresa privata (quella di Elion Musk per capirci). La sinergia tra pubblico e privato ormai è un tratto distintivo di questa nuova corsa allo spazio: così in questo caso, così per la corsa alla Luna in effetti (ne ho accennato anche al convegno di Teramo).

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