Bene, cosa stia accadendo intorno alla stella CW Leonis, la stella al carbonio più vicina di tutte, non è per nulla chiaro.

La stella al carbonio CW Leonis vista da Hubble
Crediti: ESANASAHubbleT. Ueta (U. Denver), H. Kim (KASI)

La stella appare di colore arancione a motivo del carbonio disperso nei suoi strati atmosferici, proveniente dalle reazioni interne di fusione nucleare.
Questo è ben compreso. Quello che desta meraviglia – ed è bellissimo a vedersi – è la complessità della nebulosa intorno alla stella, il suo splendido intreccio di strati, indicazione preziosa di quel che ancora non siamo riusciti a comprendere.

Quel che sappiamo è che la bassa gravità della stella (in fase di gigante rossa, molto espansa e con atmosfera molto rarefatta) facilita molto l’espulsione del carbonio e dei composti di carbonio nello spazio.

La cosa va ben al di là della mera curiosità, se solo riflettiamo sul fatto che tutta la vita sulla Terra è basata sul carbonio, così almeno parte del carbonio terrestre, sicuramente, una volta si trovava in circolo nell’atmosfera di una stella al carbonio, simile a questa.

In mille modi, dunque, l’universo ci parla di una storia che, come veniamo sempre più a scoprire, è anche e soprattutto la nostra storia. Stiamo ormai comprendendo come studiare il cosmo come astraendoci da esso, secondo il vetusto atteggiamento riduzionistico ed algoritmico, non ci soddisfa più, non ci aiuta. Tra l’altro, nemmeno rende l’astronomia interessante.

Se la nostra mentalità moderna tendenzialmente rifugge dall’accettare il pensiero che l’infinito di stelle là fuori sia davvero lì per noi, pure l’ipotesi può essere finalmente percorsa con un afflato nuovo. Il cosmo, cioè, non più come qualcosa da sfruttare, dominare, ma come qualcosa da ammirare. Sempre e soltanto, con infinito rispetto e riverenza. Onorandone i suoi misteri, il primo dei quali, probabilmente, siamo noi stessi che lo osserviamo.

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