Si chiama Abell 3322 ed è un ammasso di galassie piuttosto grande. Per la cronaca, al centro si trova la galassia 2MASX J05101744-4519179 (lo so, non è esattamente un nome facile da ricordare, fortunatamente è improbabile che vi troviate a doverla citare in una conversazione con gli amici).

L’ammasso di galassie Abell 3322
Crediti: ESA/Hubble & NASA, H. Ebeling

Importantissimo è studiare gli ammassi come questo, perché da questi studi dipende molto della nostra comprensione dell’evoluzione della materia (oscura e luminosa) in queste gigantesche strutture cosmiche. Le quali si rivelano anche prodigiosi “telescopi naturali” che amplificano la luce di oggetti da noi lontanissimi, attraverso il fenomeno delle lenti gravitazionali.

Questo ammasso si trova nella costellazione del Pittore e dista da noi circa 2,6 miliardi di anni luce. La nitidezza straordinaria di questa immagine si deve alla sapiente combinazione di dati provenienti da diversi strumenti di Hubble, Wide Field Camera 3 e Advanced Camera for Surveys, orientati ad esplorare diversi segmenti dello spettro elettromagnetico, dall’ultravioletto all’infrarosso, passando ovviamente per il visibile.

Gli studi sulla materia (e sull’energia) oscura sono – insieme alla esplorazione degli ambienti adatti alla vita nel cosmo – i punti cardini della moderna esplorazione del cielo: su tutti, quelli da cui ci aspettiamo grandi sorprese. Proprio intorno a questi due punti oggi si articolano le domande di sempre, come è fatto ciò che ci circonda, qual è il nostro posto in questo immenso spazio.

Capire la struttura ultima del cosmo, capire se vi sono altri osservatori intelligenti là fuori, si traduce inevitabilmente nel capire meglio noi stessi e il nostro ruolo. Ciò che ci facciamo qui. Operazione che ci impegna necessariamente in un lavoro di perpetua revisione, di rinnovo dei nostri schemi mentali. Per crescere.

Per questo l’astronomia è una scienza importante: non per quanto ci dice su un lontanissimo (anche se imponente) ammasso di galassie. Ma per quanto ci dice di noi stessi, che lo osserviamo.

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