Questa bella visione di Plutone si deve, come si può immaginare, alla sonda New Horizons. Per la precisione, i dati usati sono stati acquisiti nel luglio 2015, mentre la sonda era occupata nel suo primo volo di ricognizione. Ciò che si vede è la zona nord compreso il polo, che si trova in alto a sinistra nell’immagine.

La parte settentrionale di Plutone
Crediti: NASAJohns Hopkins Univ./APLSouthwest Research Institute

La regione è nota come Lowell Regio e prende appunto il nome da Percival Lowell, il fondatore dell’osservatorio dal quale Clyde Tombaugh ha scoperto il pianeta nano Plutone. Immagini come questa, di mondi distanti diversi miliardi di chilometri, sono preziosissime e con ogni probabilità sono destinate a rimanere lo stato dell’arte riguardo a Plutone, ancora per molti anni.

Ci sono infatti dei progetti di nuove missioni verso quello che un tempo era a tutti gli effetti il pianeta più distante del Sistema Solare (che nel 2006 è stato derubricato a pianeta nano, per diversi motivi), ma i tempi per realizzare una nuova missione sono necessariamente molto lunghi (per non contare il tempo di viaggio della sonda che si aggira comunque intorno ai dieci anni).

Un mondo decisamente inospitale (temperature medie intorno ai meno duecento gradi) a motivo della grande distanza dal Sole. Ma anche, un mondo affascinante. Scoperto nel 1930, solo da pochi anni possiamo permetterci il lusso di guadarlo davvero.

Perché l’esplorazione del cosmo in questi anni ha fatto passi da gigante, tanto che fatichiamo a starle dietro. Nella nostra mente c’è (ancora) un cosmo statico ed oscuro, spesso. Ma là fuori ci aspetta – solo che poniamo attenzione – un universo in movimento, con tantissime cose da guardare. Basta non ridurre la scienza a conoscenza universale, basta riconoscere i suoi stessi limiti, perché attraverso quei limiti si apra davvero – come scriveva Luca Cimichellaun orizzonte di potenzialità creativa.

Allora sì che la scienza diventa godibile. E l’avventura dell’astronomia, un viaggio entusiasmante, che regala sempre nuove scoperte. E che alla fine, ci fa sentire a casa, in questo vastissimo universo.

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