Più grande della nostra Via Lattea, perfino. Che di suo, bisogna dirlo è già veramente grande. La galassia NGC 6744 si trova a circa trenta milioni di anni luce di distanza da noi, nella costellazione del Pavone. L’orientazione di questo gigante è tale che ci permette di ammirare molto bene la meravigliosa ed intarsiata struttura del suo disco galattico.

La galassia a spirale NGC 6744. Crediti: NASA, ESA, and the LEGUS team

Questa stupenda visione di mondi lontanissimi – l’immagine copre circa 24.000 anni luce – è fornita dal Telescopio Spaziale Hubble, e ci mostra un pezzetto di “universo isola” che in realtà si estende per ben 175.000 anni luce  anni luce di ampiezza. La visione è estremamente particolareggiata e si avvale di una combinazione di dati acquisiti in luce visibile e nelle bande ultraviolette.

La parte centrale della galassia è dominata da stelle vecchie e fredde, di colore giallino. Nella parte più periferica, fioccano le regioni di intensa formazione stellare, in un colore virato verso il rosa. Sono altresì rintracciabili molti giovani ammassi stellari, che appaiono in colore blu e magenta.

Ma quello che si nota molto bene, anche senza avere particolari cognizioni di morfologia delle galassie, è l’estrema varietà e ricchezza di ambienti, che una galassia di questo tipo (ovvero, del nostro tipo) può vantare. Le condizioni sono le più diverse e in un immaginario viaggio in questo ambiente troveremmo zone densissime di stelle, periferie quasi abbandonate, vastissimi spazi vuoti. E miliardi di stelle, pianeti. E sui pianeti, chissà…

Un insieme sconfinato di mondi, in pratica. Ed è appena una galassia, un pezzettino appena di un universo così vasto, che è realmente difficile immaginarlo. Dobbiamo forse cambiare approccio, lasciare un momento il pensiero logico e recuperare un po’ di meraviglia, per riuscire a trattarlo “come si deve”. Perché l’indagine razionale non ci restituisce quel sano stupore che tanta immensità desta in noi, se appena ce ne lasciamo conquistare.

Stupìti e grati di essere avvolti da tanta immensità, ci disponiamo ad osservare. E così ogni giorno, scopriamo cose nuove. E la bellezza ci ritorna familiare: almeno un poco, almeno un momento.

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