Blog di Marco Castellani

Tag: asteroidi

Passaggi (molto) ravvicinati…

Piccolini, se vogliamo. Piccolissimi, rispetto agli standard degli oggetti astronomici. Ma non proprio trascurabili, in caso di impatto. Anzi. Due sono gli asteroidi che nei giorni scorsi sono passati vicino al nostro pianeta, ad una distanza inferiore a quella che c’è tra noi e la Luna. Entrambi gli oggetti sono stati scoperti dagli astronomi che lavorano alla Catalina Sky Survey (CSS), in Arizona.

Il primo, scoperto dai ragazzi della CSS il 4 febbraio, è denominato con la sigla 2018 CC. Il suo passaggio ravvicinato con la Terra si è avuto il 6 febbraio, quando è giunto ad una distanza di circa 184.000 chilometri dal nostro pianeta. L’asteroide è un grosso sasso il cui diametro dovrebbe viaggiare tra i 15 e i 30 metri.

Il passaggio ravvicinato di 2018 CB (cliccare sull’immagine per l’animazione). Visibile anche l’orbita della Luna, per meglio valutare le distanze. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Di interesse ancora maggiore è l’asteroide 2018 CB: anche lui infatti ha deciso di sfiorare il nostro pianeta, e l’ha fatto il giorno 9 febbraio, quando è transitato ad una distanza poco superiore ai 64.000 chilometri (una volta e mezzo la circonferenza terrestre, ragionando a braccio). Quest’ultimo, come dimensioni, si aggira tra i 15 e i 40 metri di diametro. Sebbene molto piccolo, potrebbe essere comunque più grande di quello che entrò nell’atmosfera nella località di Chelyabinsk, in Russia, esattamente cinque anni fa.

E’ comunque raro – per nostra grande fortuna – che un asteroide passi così vicino al nostro pianeta, e ci sono da tempo programmi di monitoraggio, come il CNEOS della NASA, che sorvegliano il moto degli asteroidi con particolare attenzione alle orbite più pericolose.

Questo è decisamente interessante perché ci fa quasi toccare con mano come l’Universo – ad ogni scala di prossimità – sia un ambiente vivo e dinamico, del tutto diverso da quelle figurazioni indubbiamente attraenti ma poco realistiche, di un cielo di stelle fisse, luogo di geometrica ed “inossidabile” perfezione. Nel nostro Universo – l’unico di cui abbiamo esperienza – tutto è in movimento, tutto è in divenire, in continua trasformazione.

E a volte – davvero – ci passa proprio accanto.

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Lutetia, l’asteroide più grande mai visitato…

Mentre prosegue l’esplorazione del cielo, anche il record per il più grosso asteriode mai visitato da una sonda spaziale, si sposta sempre più avanti. Come abbiamo dettagliato nei giorni scorsi, proprio in questo mese di luglio la sonda Rosetta dell’ESA è passata nei pressi dell’asteroide 21 Lutetia, e nel passaggio ha “approfittato” per prendere un bel pò di immagini e di dati. L’obiettivo principale della missione era quello di determinare meglio la storia dell’asteroide, in particolare investigare l’origine della sua inusuale colorazione.

Pur essendo piuttosto piccolo (va considerato che non ha nemmeno abbastanza massa da far sì che la gravità lo “sagomi” in una forma sferica), infatti, Lutetia racchiude in se diversi misteri per gli studiosi, a partire dalla sua composizione, ancora non ben conosciuta.

Lutetia al confronto con altri asteroidi già "visitati" Crediti: ESA, NASA, JAXA; Montage: Emily Lakdawalla (Planetary Society)

Raffigurato in alto a destra, il “grosso sasso” (circa 100 km di diametro) viene mostrato in confronto con altri nove asteroidi e quattro comete che sono pure state visitate, in tempi diversi, da sonde inviate da Terra. Lutetia orbita nella fascia principale degli asteroidi, ed è di grande interesse anche perché si presenta come un residuo (piuttosto… butterato di crateri!) dei giorni in cui il Sistema Solare era molto giovane.

La sonda Rosetta, non paga dei risultati ottenuti (per fortuna), continua la sua missione che la vuole destinata ad un atterraggio sulla cometa Churyumov-Gerasimenko nell’anno 2014…. buon viaggio, Rosetta!

Sorgente: APOD del 26 luglio 2010

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Una seconda fasci di asteroidi?

Potrebbe esistere una seconda fascia di asteroidi nel sistema solare, probabilmente grande come quella tra Marte e Giove. In un articolo apparso il 19 giugno su Nature a nome di M. J. Holman, si mostra come simulazioni numeriche portino ad identificare una tale (ancora ipotetica) regione tra le orbite di Urano e Nettuno. La massa della materia popolante tale regione si aggirerebbe su qualche decimillesimo della massa della Terra.

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