Acquisita la prima immagine ottica di un “lampo gamma“, i cosiddetti gamma ray burst che costituiscono uno dei fenomeni piu’ enigmatici per gli astronomi: non e’ infatti certo cosa produca i lampi gamma, e le ipotesi spaziano da fusioni di stelle di neutroni, di buchi neri, ed altro!
Un recente bollettino della NASA spiega come – grazie ad una sincronia di sorprendente efficacia tra strumenti differenti – si sia riusciti ad ottenere un’immagine in ottico del lampo gamma immediatamente dopo la detezione da parte del satellite Compton Gamma Ray Observatory.
La pubblicazione del catalogo del satellite Hipparcos e’ stato un passo fondamentale nella comprensione delle distanze nel cosmo, poiche’ ha fornito un set di dati di determinazione di distanze di notevole precisione. Nello stesso tempo, dati di diversa provenienza, in special modo del Telescopio Spaziale Hubble rendono ora possibile l’ analisi della convergenza tra diverse determinazioni.
La gran parte degli interventi ha riguardato la determinazione delle distanze tramite i cosiddetti indicatori primari e secondari nella nostra Galassia, come primo passo per la determinazione della scala delle distanze verso oggetti piu’ lontani, come le Nubi di Magellano e le “galassie esterne”.
Tra gli argomenti affrontati, il problema della discrepanza dei valori di distanza delle Pleiadi, il ruolo delle Cefeidi come indicatori di distanza, le stelle di ” ramo orizzontale” e la distanza degli ammassi globulari…
Nel complesso, dal convegno e’ risultato evidente come, sebbene la “marcia” per la “armonizzazione” della scala delle distanze da dati di diversa provenienza sia in corso, molti passi importanti ancora debbano essere fatti.
Sappiamo quanto tale disciplina sia in rapida evoluzione: in questo senso articoli come quelli indicati possono risultare utili complementi ai consueti libri di testo sulla materia. “Un secolo fa, non sapevamo come le stelle generano energia, l’eta’ dell’universo si riteneva fosse solo di pochi milioni di anni, e la nostra Via Lattea era l’unica galassia conosciuta…” Cosi’ si legge nell’abstract del primo articolo…
Entrambi i lavori mostrano, comunque, come allo stato attuale, ancora “molte domande cruciali attendano una risposta: tra queste: identificazione e rivelazione delle particelle costituenti la “cold dark matter” … Questi sono tempi eccitanti per la cosmologia!”