Blog di Marco Castellani

Tag: Carena

Vittoria contro la polvere

Il match al momento in pieno svolgimento è stelle contro polvere nella Nebulosa della Carena ed il nostro cronista ci assicura che – di fatto – le stelle stanno vincendo la partita. Più precisamente, la luce energetica ed i venti generati dalle enormi stelle appena formate stanno implacabilmente evaporando e disperdendo gli strati di polvere in cui le medesime stelle si sono formate.

Stelle contro polvere, ma l’esito è già noto…
Crediti: NASAESAHubble Heritage (STScI/AURA); Processing: Franco Meconi (Terraza al Cosmos)

Siamo precisamente all’interno di una regione conosciuta in modo informale come Montagna Mistica, l’aspetto di questi imponenti pilastri è dominato dalla polvere marrone opaca anche se risultano composti principalmente da idrogeno, perfettamente trasparente. A circa 7.500 anni luce di distanza, l’immagine in primo piano è stata scattata con il Telescopio spaziale Hubble ed evidenzia una regione interna della nebulosa conosciuta come HH1066 che si estende per quasi un anno luce.

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La nebulosa della Carena, una fabbrica di supernovae

Una recente immagine di Chandra ci mostra nuovi intriganti dettagli della Nebulosa della Carena, una regione di alta formazione stellare posta nel braccio “Sagittario-Carina” della nostra Via Lattea, ad appena 7500 anni luce dalla Terra.

L’immagine è stata acquisita in banda X; i diversi colori rappresentano dunque diverse “durezze” dei raggi X provenienti dalla regione (quelli più “duri”, di più alta energia, sono in colore blu, quelli di energia minore sono in rosso). L’occhio assai attento della sonda Chandra ha potuto scorgere ben 14.o00 stelle nella regione, rivelando anche un alone diffuso di radiazione in banda X. Ha anche fornito una decisa evidenza di come con ogni probabilità diverse stelle siano già esplose in supernova in tale attivissima regione.

L’immagine Chandra della Nebulosa della Carena (Crediti: NASA/CXC/PSU/L.Townsley et al.)

La survey Chandra ha qualcosa di spettacolare, a pensarci. La tecnica di creazione dell’immagine stessa è straordinaria: ci sono voluti oltre 1,2 milioni di secondi di osservazione (circa due settimane) per creare questo mosaico, fatto in realtà di ben 22 diversi puntamenti (con un campo di vista di circa 1,4 gradi quadrati, niente affatto piccolo). Il frutto di tale lavoro ha appunto permesso di rilevare l’ingente numero di stelle citato.

Secondo un approccio sempre più utilizzato (e sempre molto fecondo), i dati sono stati posti a confronto con osservazioni in altre bande: Spitzer e il Very Large Telescope hanno fornito preziosi dati in banda infrarossa della stessa regione.

Le cose che si imparano dall’analisi dei dati così raccolti sono molteplici.

  • Diverse evidenze supportano il fatto che la produzione di supernovae nella regione sia già iniziata. Ad esempio, il deficit di raggi X che “affligge” l’ammasso stellare chiamato Trumpler 15 (localizzato nei pressi del centro della regione) lascia pensare che molte delle stelle più massicce (a vita più breve), forti produttori di raggi X, siano già “scomparse” dalla scena, esplodendo appunto a supernovae.
  • Similmente, l’alone in banda X diffuso potrebbe essere dovuto a supernovae già esplose (oltre che a venti stellari originati da stelle di grande massa)
  • Questo quadro è anche supportato dalla scoperta di sei stelle di neutroni, che dovrebbero essere niente altro che i residui di altrettante supernovae (in precedenza se ne conosceva una soltanto).
  • Si è anche scoperta una “nuova” popolazione si stelle giovani e di grande massa; questo raddoppia il numero conosciuto di stelle probabilmente destinate ad essere distrutte con spettacolari esplosioni a supernovae.

Nel complesso, una raccolta dati molto accurata e – si direbbe – molto ben pianificata, che non ha mancato di dare risultati importanti per lo studio delle supernovae, e delle regioni di forte formazione stellare.

Chandra Press Release

 

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Un viaggio nella Nebulosa Carena

Davvero intriganti, le immagini restituite dal Telescopio Spaziale Hubble della Nebulosa Carena! Nel freddo vuoto cosmico, la radiazione proveniente dalle stelle più grandi scava via materiale dalle gelide nubi molecolari, creando strutture bizzarre ed alquanto fantasiose… Rimangono delle specie di immensi “pilastri” di idrogeno e polvere, che determinano l’aspetto così peculiare e caratteristico della nebulosa.

Cosmic Ice Sculptures: Dust Pillars in the Carina Nebula
Source: Hubblesite.org

L’immagine è in realtà formata da una composizione di diverse foto scattate da Hubble nella Nebulosa Carena, nell’anno 2005, nella “banda dell’idrogeno” (luce emessa dagli atomi di idrogeno) insieme con analoghe osservazioni acquisite quest’anno nella “banda dell’ossigeno”. In entrambi i casi è stata utilizzata la Advanced Camera for Surveys (ACS).

L’immensa Nebulosa Carena si estende per circa 7500 anni luce nella costellazione Carena, del cielo del sud.

HubbleSite Press Release (si veda anche il video su YouTube con un zoom dell’immagine)

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