Blog di Marco Castellani

Tag: elezioni

Dalle bombe alle urne

Allora, cerco di mettere insieme le cose, per come le vedo e le capisco io. Il primo dato che rilevo è che una questione di interesse primario, come la guerra in Ucraina – ovvero in Europa – che considero un tema prioritario (sopratutto adesso che si fa più insistente lo spettro del ricorso alle armi nucleari) sia rimasto assolutamente nello sfondo, in questa affrettata campagna elettorale. 

A mio avviso invece la questione è così importante che dovrebbe essere centrale nel dibattito politico attuale, e soprattutto in vista delle elezioni. Non basta più l’informazione di propaganda dei telegiornali, è necessaria una riflessione personale. Condivido con lo scrittore Enrico Macioci il senso della gravità di questo momento, una gravità che passa stranamente sotto silenzio, mentre grande rilievo viene dato all’aumento delle bollette o della benzina (evitando al contempo una seria riflessione sulle origini di tali aumenti).

Il baratro ci sta davanti. E’ così profondo, e così senza ritorno, che non servirebbe nemmeno avere delle ragioni valide e sensate (che pure ci sono, e in abbondanza) per smettere di scivolare verso il suo bordo; il rischio stesso di cascarci dentro basta e avanza a stoppare ogni tattica, ogni ragionamento, ogni ipotesi, ogni ideologia e, dirò di più, persino ogni ideale. E’ in gioco, per la prima volta dal Neolitico, il destino della nostra specie. Non ti metti a filosofare mentre il conto alla rovescia di una bomba ti rintocca sotto le chiappe, giusto? Se mi sbaglio, sarò il più felice degli uomini. Se non mi sbaglio, non ci saranno più classifiche di felicità, né d’altro.

Non dovrebbe essere necessario dirlo, ma sono ovviamente contrario all’invasione Russa dell’Ucraina, sensa tentennamenti. Pare legittimo ritenere che la NATO abbia in effetti “abbaiato alle porte della Russia”, se mi è lecito estrapolare una frase del Pontefice che certo – per essere onesti – andrebbe letta nel contesto di un discorso più ampio e non banalizzata.

Questo abbaiare non muta il mio giudizio chiaro e contrario all’invasione militare. Stabilito questo, vado oltre.

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Le elezioni e la scienza: un problema di desiderio.

E’ un’occasione, che sarebbe bello non perdere. Ci lamentiamo spesso di quanto la scienza venga trascurata, bistrattata o più spesso fraintesa, dal mondo politico (ma non solo). E lamentiamo – non senza ragioni – quella strategia di piccolo cabotaggio che ci priva di una visione a lungo termine e di ampio respiro, anche e soprattutto quando si parla di investimenti in campo scientifico.

Dunque le prossime elezioni politiche sono anche questo, un’occasione. Un momento in cui si può scegliere, ci si può aiutare a scegliere, anche in base all’attitudine che le formazioni politiche mostrano di fronte ad un ragionato ventaglio di domande sulla politica della scienza.

Il gruppo dibattito scienza, come riporta Il Post, ha preparato una selezione ragionata di dieci semplici domande, per comprendere cosa pensano i candidati leader su questioni cruciali, come gli investimenti per la ricerca, il tema dei vaccini, la promozione attiva della cultura scientifica, gli OGM, oppure la produzione e distribuzione di energia. Potete leggere il dettaglio delle domande nel sito.

Sono domande – a nostro avviso – importanti, anche perché trascendono dall’ambito strettamente scientifico, e ci lasciano intuire (in maniera nemmeno troppo nascosta) quale reale respiro possa mostrare una certa formazione politica, quale attenzione e disponibilità ad articolare programmi e strategie di ampia articolazione, rischiando finalmente la navigazione in mare aperto e non più le piccole rotte sotto costa.

Quella navigazione dove si comprende anche la distanza tra la vera scienza  – la vera avventura, cioè – e ogni deriva pseudoscientifica che inquina i media e propaga informazioni fasulle, spesso con grande danno di chi ci cade dentro.

Insomma, bisogna buttarsi tra le stelle come antidoto al cinismo e alla rassegnazione, che è sempre una medicina dannosa alla stagnazione odierna: stagnazione che è ideale e culturale prima ancora che economica.

Siamo davvero ad un cambiamento d’epoca, dove un mondo nuovo chiede un nuovo pensiero. Anche, un nuovo pensiero scientifico. Bisogna puntare al futuro, farsi ispirare dallo sviluppo prepotente – ed accelerato! – dell’Universo, rileggendo la crisi presente come una opportunità. Solo così potremo lavorare e spenderci per il bene comune, come il nostro cuore intimamente desidera.

Noi qui a GruppoLocale abbiamo un semplice pensiero, per la politica: bisogna tornare a sognare, tornare a guardare le stelle. A de-siderare, insomma. E farlo davvero, farlo con tutta la propria umanità. Anche quando si vota.

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