Blog di Marco Castellani

Tag: libertà

Veder formare una galassia

L’universo si muove, lo sappiamo. Spesso però i tempi scala che sono diversamente estesi rispetto alla vita umana, non ci consentono di apprezzare quel che sta pur adesso, accadendo.

Ci vengono in soccorso dunque le simulazioni, che comprimono grandemente la dimensione temporale in modo che diventi apprezzabile per il nostro occhi. Queste – come quella che presento qui, che parte dal gas nell’universi primordiale fino a giungere al disco di una galassia spirale – sono cose che fino a pochi anni fa, ce saremmo semplicemente sognate.

In poco più di due minuti, la formazione di un disco galattico, a partire dalla materia primordiale. Crediti: TNG CollaborationMPCDFFAS Harvard U.; Musica: World’s Sunrise (YouTube: Jimena Contreras)

Oggi possiamo goderne. Prenderci un paio di minuti per vedere come, secondo la scienza (la simulazione è fatta in accordo pieno con il quadro teorico attualmente ritenuto valido) si forma una galassia, è concederci di osservare qualcosa che i grandi astronomi del passato nemmeno osavano sognare.

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Scienza e libertà. Un dialogo.

Decisamente una interessante opportunità quella di percorrere l’intervista rilasciata per la rivista Tracce dal fisico Juan Joes Cadenas, nel suo numero di giugno. Interessante perché ci permette di allargare lo sguardo, e riflettere su come si fa scienza oggi e soprattutto su quale sia la portata culturale dell’avventura scientifica nel mondo moderno.

L’intervista prende lo spunto dal dialogo intorno ad un libro di J. Carron, La bellezza disarmata, ma – vorrei dire – si svincola volentieri dal pericolo di una disamina troppo puntuale di uno specifico testo (sia pur decisamente interessante) per spaziare a largo raggio su una serie di tematiche veramente nutrienti per un consapevole e scaltrito rapporto tra la scienza e la cultura. Come tali, direi, di interesse assolutamente generale.

Juan José Cadenas

Juan José Cadenas (Crediti: intervista web sito CL)

Rintraccerei proprio nel fatto che il dialogo avvenga con un fisico dichiaratamente agnostico, prendendo però spunto da un testo di un sacerdote, l’evidenza che questo scambio dialettico  risulti particolarmente profondo e senza preclusioni di sorta. Difatti – l’abbiamo visto spesso – laddove la diversità è rispettata ed accolta, si genera sempre un valore particolare, un valore aggiunto che è come pietra preziosa, nella nostra sacrosanta tensione a comprendere il mondo e noi stessi.

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