Blog di Marco Castellani

Tag: R136

La gloria stellare di R136

Al centro di una regione di formazione stellare si trova un enorme ammasso, contenente alcune delle più grandi e più calde stelle che si conoscano. L’ammasso prende il nome di R136 e fa parte della Nebulosa Tarantola. E’ stato catturato in questa bellissima immagine, una decina di anni fa, dal Telescopio Spaziale Hubble.

Crediti: NASAESA, & F. Paresce (INAF-IASF), R. O’Connell (U. Virginia) et al.

A sua volta la Nebulosa Tarantola è contenuta in una galassia vicina, la Grande Nube di Magellano, a circa 170.000 anni luce da noi.

Bello vedere come gas e polvere formino delle enormi sculture nello spazio cosmico, contribuendo a restituirci l’immagine di un universo caldo, colorato e spugnoso. Dove poter procedere di scoperta in scoperta, probabilmente. Insomma, tutto l’opposto dell’idea, ormai in felice tramonto, di un cosmo freddo e scuro.

Perché c’è questo, vediamo quello che la nostra consapevolezza ci permette di guardare. E tracce di una nuova visione del cosmo, di una nuova scienza, ormai sempre più spesso ci vengono a visitare.

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Per le feste di Natale, da Hubble un’immagine piena di colori…!

Si direbbe… proprio in tempo per le feste: una stupenda e coloratissima “cartolina” dal Telescopio Spaziale Hubble, che comprende al suo interno centinaia di stelline color blu brillante, circondate da “nuvole” calde e protettrici. L’immagine (che ci piace definire natalizia) è anche la visione più dettagliata mai ottenuta della più grande zona di formazione stellare negli intorni della nostra Galassia.

Il raggruppamento di stelle giovani e di grande massa, chiamato R136, è vecchio “appena” pochi milioni di anni e si trova nella regione della nebulosa 30 Doradus, una zona di turbolenta formazione stellare, a sua volta contenuta nella Grande Nube di Magellano (LMC, da Large Magellanic Cloud), una galassia satellite della nostra Via Lattea.

Bisogna dire che non si trova nella nostra galassia una regione di formazione stellare così estesa e prolifica come 30 Doradus: basti pensare che molti dei “piccoli diamanti blu” nell’immagine risultano essere tra le più grandi stelle conosciute, ed alcune sono pesanti più di cento volte il nostro Sole! Tali stelle così grosse sono destinate però a vita breve, dunque ci si attende che si trasformino – in una sorta di fuochi di artificio cosmici – in supernovae entro pochi milioni di anni.

La regione di formazione stellare in 30 Doradus (clicca qui per ammirarla in formato più grande!)
  Crediti: NASA, ESA, and F. Paresce (INAF-IASF, Bologna, Italy), R. O’Connell (University of Virginia, Charlottesville), and the Wide Field Camera 3 Science Oversight Committee

L’immagine, acquisita in banda ultravioletta, visibile e in rosso dalla nuova Wide Field Camera 3, – uno degli strumenti montati di recente su Hubble dall’ultima missione astronautica, avvenuta quest’anno – copre una estensione di circa 100 anni luce. La nebulosa è abbastanza vicino alla Terra perché Hubble riesca a rilevare stelle singole al suo interno, fornendo agli astronomi importanti informazioni sulla nascita e sull’evoluzione delle stelle nell’Universo. Il colore blu deriva dalla luce delle stelle più calde e massive; il verde dall’inviluppo ricco di ossigeno; il rosso dall’idrogeno interessato da fenomeni di fluorescenza. …

…Insieme compongono un quadro decisamente suggestivo, non vi sembra…? 🙂

HubbleSite Press Release

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