Un team internazionale di astronomi, guidati da ricercatori del Max Plank Institute for Extraterrestrial Physics, ha osservato una stella in orbita intorno al buco nero supermassivo localizzato al centro della Via Lattea.

Dieci anni di pazienti misurazioni sono stati infine coronati da una serie di immagini straordinarie ottenute tramite il telescopio VLT. Dall’analisi di tali immagini deriva che la stella in questione si e’ avvicinata al buco nero fino alla distanza di soli 17 anni luce – praticamente, tre volte la distanza tra il Sole e Plutone – orbitando alla rispettabile velocita’ di 5000 Km al secondo.



Una immagine della zona centrale della Via Lattea. La scala e’ indicata dalla freccia orizzontale in basso.

Le due piccole freccie gialle indicano la posizione di SgrA, candidato al ruolo di buco nero supermassivo.

Credits: ESO website

Precedenti misurazioni delle velocita’ delle stelle vicino al centro della Via Lattea, ed analisi dell’emissione in banda X, avevano gia’ fornito la piu’ chiara evidenza raccolta finora riguardo all’esistenza di un buco nero al centro della nostra galassie e, implicitamente, avevno anche indicato che le concentrazioni di materia oscura riscontrate in nuclei di diverse galassie potrebbero essere dovute anch’esse alla presenza di buchi neri supermassivi. Tuttavia, su quest’ultimo punto non e’ stato ancora possibile escludere diverse ipotesi alternative.

In un importante articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientificaNature in data 17 Ottobre 2002, il team di scienziati riporta tali eccitanti risultati, includendo le immagini ad alta risoluzione che permettono di tracciare i due terzi dell’orbita di una stella soprannominata “S2”. Tale stella e’ attualmente la piu’ vicina mai osservata ad una sorgente radio compatta ed all’oggetto Sagittarius A, il candidato a buco nero, al centro della Via Lattea. Il periodo orbitale di S2 e’ appena superiore ai 15 anni.

Nel complesso, i nuovi dati escludono con buona confidenza che la massa non luminosa centrale possa consistere in un ammasso di stelle “peculiari” od anche di particelle elementari, e sembrano ormai lasciano pocho spazio ai dubbi sulla presenza di un buco nero supermassivo al centro della galassia nella quale viviamo

Credits: adattato e tradotto dall’inglese dalla press release ESO.

Altre info sul sito di Scientific American o anche su PhysicsWeb.

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