Scienziati italiani hanno rilevato l'evento avvenuto nel 2000 a circa 100 milioni di anni luce da noi

ROMA – Si dissolve poco a poco la cortina di mistero intorno ai buchi neri, e questo settore della ricerca vede gli italiani all'avanguardia. L'ultimo risultato: un team dell'Istituto di astrofisica spaziale del Cnr ha “osservato” con la massima precisione della materia mentre precipitava in un buco nero. Il cataclismatico evento ? avvenuto nel 2000 a circa 100 milioni di anni luce da noi, pi? precisamente nel cuore della galassia di Seyfert MCG-6-30-15.

La parola “osservare” non ? per? la pi? appropriata in questi casi, visto che il buco nero inghiotte anche la luce ed ? quindi completamente invisibile. Ci? che gli astrofisici italiani hanno rilevato ? quello che viene definito l'”ultimo grido della materia”. Mentre la materia cosmica viene infatti inghiottita dal buco nero, si scalda ed emette raggi X. Queste radiazioni non raggiungono la superficie terrestre perch? l'atmosfera li assorbe.

A rilevarli ? stato un telescopio orbitante intorno al nostro pianeta, XMM-Newton, che ha tra gli altri suoi scopi proprio quello di controllare l'esistenza di eventuali buchi neri (ne ha trovato uno anche nella nostra galassia) e svelare il processo con cui questi mostruose entit? cosmiche inghiottono la materia.

Analizzando le emissioni di raggi X rilevate nel 2000 da XMM-Newton, quattro giovani astrofisici bolognesi (Massimo Cappi, Mauro Dadina, Giuseppe Malaguti e Gabriele Ponti) hanno potuto ricostruire il percorso della materia che cadeva all'interno del buco nero, disgregandosi, seguendo spirali sempre pi? strette e liberando quantit? enormi di energia fino poi a non lasciare pi? tracce di s?. Il loro studio ? stato pubblicato nel numero di aprile della rivista scientifica Astronomy and Astrophysics.
Alla fine di febbraio, sempre tramite il telescopio XMM-Newton (che appartiene all'Agenzia spaziale europea ed ? operativo dal 1999) un'altra equipe internazionale aveva osservato una stella muoversi a poco a poco in direzione di una regione dell'universo dove si sospettava l'esistenza del buco nero, al centro della galassia RXJ1242-11. L'astro venne spezzato in due dalla forza di gravit? del buco nero (era la prima volta che si osservava un evento del genere) e il telescopio dell'Esa registr? tutte le tappe della sua agonia, terminata in una gigantesca esplosione di raggi X e un'emissione di energia pari a quella dello scoppio di una supernova. Dagli astrofisici, sempre a caccia di prove definitive dell'esistenza degli elusivi buchi neri, la rilevazione di quei raggi X venne definita una “smoking gun” cosmica.

Da il sito www.repubblica.it dell'8.4.'04

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