Blog di Marco Castellani

Mese: Maggio 2004 Page 1 of 3

Le stelle bruciano pi? lentamente

Una reazione nucleare fondamentale all’interno delle stelle impiegherebbe un tempo significativamente pi? lungo di quanto ipotizzato dai modelli standard…

“La scoperta, effettuata al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, suggerisce che le stelle brucino pi? lentamente di quanto si pensava, e che i cluster stellari pi? antichi siano in realt? pi? vecchi di almeno 700 milioni di anni rispetto a quanto ritenuto in precedenza…”

Link:

http://www.lescienze.it/index.php3?id=9079

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Saturno visto da vicino e da lontano…

Mentre la sonda Cassini si avvicina sempre pi? a Saturno, nell’approssimarsi del suo “incontro ravvicinato” con il mondo con gli anelli, previsto per il 30 giugno, sia la Cassini stessa sia il Telescopio Spaziale Hubble continuano ad acquisire spettacolari immagini del pianeta e dei suoi straordinari “anelli”…

Cassini si sta avvicinando a Saturno da un angolo obliquo rispetto al Sole, e da sotto il piano dell’eclittica. Perci? la sonda ha una vista assai differente da quella che si ottiene dalle immagini di Hubble, che praticamente ha il punto di vista che si avrebbe da Terra (poiche’ e’ in orbita attorno ad essa). Per la prima volta, dunque, gli astronomi hanno la possibilita’ di confrontare immagini – praticamente di uguale risoluzione – di Saturno acquisite da due angoli di vista molto differenti…

L’immagine acquisita da Hubble ? del 22 marzo, ed ? cos? dettagliata che si riesce a distinguere una grande quantit? di particolari nel sistema degli anelli.
Per parte sua, quando Cassini ha inviato l’immagine di Saturno mostrata in figura, il 16 maggio, risultava gi? cos? vicino al pianeta che la Image Scienze Subsystem narrow-angle camera gi? non riusciva pi? a fare entrare tutto il pianeta all’interno del suo campo di vista.

Cassini ? comunque ancora a circa 20 milioni di chilometri da Saturno, ma solo 36 giorni ormai mancano al suo incontro ravvicinato con il pi? suggestivo pianeta del nostro Sistema Solare…




“A confronto”, le immagini di Saturno acquisite a breve distanza di tempo, da HST e dalla sonda Cassini, in avvicinamento al “mondo con gli anelli” (cliccate sull’immagine per ammirarla in formato pi? grande!)

Credits: (Hubble) NASA, ESA and Erich Karkoschka (University of Arizona), (Cassini) NASA/JPL

Link:

http://hubblesite.org/news/2004/18/

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Simulando i buchi neri al computer…

Alcuni scienziati alla Pennsylvania State University hanno raggiunto un nuovo traguardo nell’intento di simulare il comportamento di un sistema di due buchi neri ruotanti, sistema che si ritiene debba emettere una notevole quantita’ di onde gravitazionali…

“Abbiamo trovato un modo di simulare numericamente, per la prima volta, una delle orbite dei due buchi neri ruotanti”, ha detto Bernd Bruegmann, professore di fisica e ricercatore al Penn State’s Institute for Gravitational Physics and Geometry. Il lavoro di Bruegmann e colaboratori è parte di una linea di ricerca che viene seguita da vari gruppi in diverse parti del mondo, per riuscire a rilevare finalmente in maniera inequivocabile queste (alquanto sfuggenti…) onde gravitazionali, da tempo previste dalla teoria ma difficili da rilevare sperimentalmente.

Un articolo che descrive le loro simulazioni verrà pubblicato a fine maggio sul giornale Physical Review Letters.

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Minerale “sconosciuto” nella meteorite lunare…

Sensazionale scoperta è quella di alcuni scienziati che hanno identificato un nuovo minerale dentro una roccia lunare caduta sulla Terra nel 2000….

“Dhofar280 è il nome dato alla meteorite lunare rinvenuta nell’Oman nello stesso anno in cui sono state trovate altre due meteoriti Dhofar019 e Dhofar 378, poi catalogate come “marziane”. A tutt’oggi, circa 20 sassi lunari e 30 marziani sono stati raccolti sul nostro pianeta, a seguito dell’impatto di asteroidi che hanno strappato pezzi di roccia dalla superficie della Luna e di Marte accelerandoli fino a superare la loro velocità di fuga. L’analisi del frammento lunare di poco pi? di 250 grammi ha messo in evidenza granuli di ferro e silicio in un rapporto 2 a 1, che danno origine a un minerale finora sconosciuto sulla Terra… ”

Fonte della notizia:
La Stampa Web

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Titano osservata dalla sonda Cassini

La sonda Cassini continua a fornire spettacolari immagini della “misteriosa” luna di Saturno, Titano…

La sonda si trovava poco piu’ di 29 milioni di chilometri da Titano, il 5 maggio di quest’anno, quando e’ stata acquisita l’immagine che vedete qui sotto. La foto e’ stata effettuata con l’impiego di filtri spettrali specificamente ideati per pemetrare la spessa atmosfera della luna di Saturno. La scala dell’immagine e’ di circa 176 chilometri per pixel (l’unita’ elemetrare dell’immagine). Le immagini di Cassini su Titano ora dunque sorpassano la capacita’ di osservazione di tale luna che si possano effettuare dalla Terra.

L’immagine e’ stata ingrandita 10 volte usando una procedura che interpola tra i pixels per creare dei valori “intermedi” tra un pixel ed il successivo, ed e’ stata anche regolata nel contrasto per ottenere il massimo possibile di dettagli. Va considerato che le “chiazze” che si scorgono sulla superficie sono un artefatto dell’elaborazione dell’immagine, ma le variazioni di luminosita’ a grande scala sono comunque reali.

Il sistema di coordinate sovrapposto all’immagine (sulla destra) illustra le regioni della luna di Saturno che sono illuminate e visibili, come pure l’orientazione di Titano. La curva in giallo evidenzia la posizione della linea di confine tra giorno e la notte su Titano.




L’immagine di Titano fornita dalla sonda Cassini

(Credits: NASA/JPL/Space Science Institute)

Cliccare sull’immagine per vederla in dimensioni piu’
grandi.

Link:


http://ciclops.lpl.arizona.edu/PR/2004/E20/PR2004E20A.html

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La prima fotografia di un pianeta fuori del sistema solare

una fotografia all'infrarosso di Hubble potrebbe aver ripreso per la prima volta nella storia dell'umanit? un pianeta fuori del nostro sistema solare

Uno scatto ripreso da Hubble potrebbe essere la prima fotografia di un mondo alieno.

Bench? siamo a conoscenza dell?esistenza di oltre 120 pianeti extraterrestri, non ne ? mai stato fotografato nessuno, almeno direttamente.

Il team di ricercatori dell?Universit? di Stato della Pennsylvania, che ha analizzato la foto di Hubble,ritengono che effettivamente la pallina azzurra cerchiata sia un pianeta.

Le osservazioni dei prossimi sei mesi confermeranno l?ipotesi. Il gruppo non ha dato indicazioni sulle coordinate esatte del misterioso pianeta per evitare che altri gruppi di astronomi possano rubare loro il primato della scoperta.

Se comunque si tratta di pianeta, si tratta di un corpo con una massa fra le dieci e le cento volte quella di Giove e dista circa 100 anni luce dalla Terra. L?orbita che percorre lungo la sua stella ? all?incirca quella di Plutone attorno al Sole a circa 4500 milioni di chilometri di distanza dalla stella.

La foto ? stata ripresa con una macchina sensibile alla radiazione infrarossa, dove ? migliore il contrasto con il cielo buio attorno.

Nature, maggio 2004

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Chandra apre nuove linee di ricerca sulla “energia oscura”

Esiste la cosiddetta “energia oscura”? E in caso, quali sono le sue proprieta’? Utilizzando immagini di ammassi di galassie, ottenute dall’osservatorio spaziale in banda X Chandra, gli astronomi hanno potuto sperimentare un nuovo, potente metodo per rilevare tale energia. I risultati sono assai interessanti, poiche’ forniscono indicazioni importanti anche sull’evoluzione futura dell’Universo…

“L’energia oscura e’ probabilmente il piu’ grosso mistero nella fisica”, ha detto Steve Allen dell’Istituto di Astronomia all’Universita’ di Cambridge, in Inghilterra, a capo di questo studio. “Come tale, risulta estremamente importante poter effettuare un test indipendente della sue esistenza e delle sue proprieta’”. (Ricordiamo ancora una volta che il termine “energia oscura” e’ una traduzione dall’inglese “dark energy”, ma sta a significare solamente una forma di energia della quale al momento attuale non si conoscono bene le caratteristiche).

Allen e colleghi hanno utilizzato Chandra per studiare 26 ammassi di galassie a distanze che variano tra uno e otto miliardi di anni luce. Tali dati in questo modo coprono un intervallo in tempo che arriva all’epoca durante la quale l’Universo subi’ un rallentamento nella sua espansione, prima di accelerare ancora a motivo (probabilmente) dell’effetto repulsivo dell’energia oscura.

“Misurando la distanza da questi ammassi di galassie, possiamo renderci conto in maniera diretta che l’Universo e’ in accelerazione”, ha detto Andy Fabian, co-autore di questo studio. I nuovi risultati di Chandra indicherebbero che l’energia oscura non cambia rapidamente con il tempo, ed anzi puo’ anche essere costante, in maniera consistente con la “costante cosmologica” introdotta a suo tempo da Albert Einstein.
Se cosi’ dovesse essere, ci possiamo attendere che l’Universo continui ad espandersi per sempre, cosicche’ in molti miliardi di anni, solo una piccolissima frazione delle galassie conosciute, sara’ ancora osservabile.

Nel caso di una energia oscura costante, dovrebbero essere evitati per l’Universo gli scenari evolutivi secondo i quali l’Universo, dopo una fase di massima espansione, dovrebbe iniziare a contrarsi, invertendo il moto reciproco di allontanamento delle galassie.

La capacita’ di Chandra di verificare gli scenari di energia oscura si appoggia sulla sua notevole abilita’ di effettuare osservazioni in banda X, ottimali per studiare il gas caldo negli ammassi di galassie. Da questi dati, il rapporto della massa del gas e della massa della materia oscura (quella parte della materia che non emette luce) all’interno di un gas puo’ facilmente essere determinato.
Il valore osservato della frazione del gas dipende dalla distanza presunta dell’ammasso di galassie, che a sua volta dipende dalla curvatura dello spazio e dalla quantita’ di energia oscura nell’Universo.

Tradotto & adattato da:


http://www.msfc.nasa.gov/news/news/releases/2004/04-144.html

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?Elettricit? e idrogeno dai raggi del Sole?

Rubbia presenta il progetto Archimede: specchi parabolici per produrre energia e combustibile puliti

Con il calore del Sole, concentrato per mezzo di un impianto a specchi parabolici di nuova concezione, l?Enea sta preparando due ricette energetiche potenzialmente in grado di superare la storica contrapposizione fra sviluppo energetico e rispetto dell?ambiente, annuncia il presidente dell?ente e premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia. Su un piatto c?? l?elettricit? a un costo finalmente competitivo rispetto a quella prodotta con gli idrocarburi: pochi centesimi al kilowattora. Sull?altro c?? la pietanza pi? ambita dagli ecologisti: l?idrogeno, come dire il vettore energetico del futuro, che non altera il clima, da estrarre direttamente dall?acqua. In entrambi i casi si tratta di energia priva di emissioni nocive per salute e per l?atmosfera, ricavata con processi rigorosamente puliti”.

http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=INTERNI&doc=SOLARE


Nota: putroppo il link non funziona pi?… potete provare a cercare l’articolo nel
sito del Corriere della Sera.

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