Blog di Marco Castellani

Mese: Aprile 2005

Batteri in ambienti estremi

Che esistessero batteri adatti a vivere in ambienti estremi lo si sapeva da tempo (acidofili e sulforiduttori). In un articolo uscito sulla rivista “Nature” un gruppo di ricercatori dell’Universit? del Colorado ha annunciato di aver scoperto un gruppo di microbi che vive all’interno di rocce in un ambiente geotermico inospitale nel parco nazionale di Yellowstone, nel Wyoming…

I microbi potrebbero fornire nuovi e interessanti indizi sull’origine della vita sulla Terra, oltre ad aiutare gli scienziati alla ricerca di tracce di vita su Marte.
[url]http://www.nature.com/index.html[/url]

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Una piccola storia sugli ammassi globulari…

Una piccola storia, raccontata in modo un poco scherzoso, sulle tematiche scientifiche di un articolo appena accettato per la pubblicazione sulla rivista Astronomy and Astrophysics…

Bene, in pratica… ci sono questi ammassi globulari, nella Galassia, addensamenti molto fitti di centinaia di migliaia di stelle, a forma sferica. E la cosa interessante e’ che ce ne sono tanti, circa 150, sparsi ovunque nella galassia [1]. Essendo nella Galassia, sono abbastanza vicini, per cui da tempo si misurano i colori e le luminosita’ di gran parte delle stelle che li compongono – che poi, ancora piu’ notevole, hanno la simpatica proprieta’ di essere, entro lo stesso ammasso, molto simili tra loro, differendo perlopiu’ solo per la grandezza (la massa). Sono un eccellente campione sul quale verificare le prescrizioni della teoria dell’evoluzione delle stelle… anzi insostituibile!

Di pi?, molti di questi hanno una buona quantita’ di stelle variabili [2], di quelle che chiamiamo RR Lyrae, la cui luce varia periodicamente nell’ordine di frazioni di giorno… Che ce ne importa, direste?

Eh no, un momento! Ci importa moltissimo, perche’ il periodo di variazione della luce e’ strettamente connesso con le loro caratteristiche intrinseche, massa, luminosita’, colore – il bello qui e’ che il periodo di pulsazione si misura molto bene (basta fare osservazioni ripetute nel tempo), e non c’e’ problema, ad esempio, di gas e polveri che ostacolino l’osservazione di parametri come colore e luminosita’…

Senza farla lunga, dall’analisi di come queste stelle variabili………. variano, si puo’ capire molto ma molto dei parametri fisici e chimici delle stelle negli ammassi globulari. Facendosi furbi, si fanno anche gli istogrammi con la distribuzione dei periodi nei vari ammassi, per capire ancora meglio come e quanto le popolazioni di tali ammassi differiscano tra loro. Sempre sfruttando le relazioni conosciute che dal periodo ci portano alle grandezze che vogliamo conoscere.

Dimodoche’, ad un certo punto un ricercatore, peraltro molto bravo e scrupoloso, si e’ andato convincendo che proprio questi dati, dei periodi, indicano che c’e’ un grosso problema nella teoria dell’evoluzione stellare [3], in particolare di quella che studia i rami orizzontali [4], fase evolutiva alla quale appartengono le RR Lyrae. Insomma facendo i dovuti conti, se i periodi sono quelli che si conoscono, almeno per alcuni ammassi come M3 (pieno pieno di queste variabili), le cose non tornano. La teoria dice una cosa, le osservazioni un’altra. Bisogna rivedere tutto, metter le mani alla teoria, trovare cose diverse… “Breakdown of the Canonical Framework?”

….oppure no? Bisogna precisarlo, l’approccio dello studioso in questione e’ stato scrupoloso realmente, basta gaurdarsi il relativo articolo [5]. Eppero’…. forse pensando bene bene, facendo delle prove, muovendo delle “rotelline” permesse dalla teoria… forse le cose ancora tornano.

In soldoni (secondo il nostro gruppo di ricerca), la distribuzione delle masse delle stelle di M3 e’ certamente particolare, ma puo’ essere non cosi’ particolare da rendere problemi alla teoria. Un ammasso globulare da studiare e capire bene (e questo si sapeva da parecchio [6]), ma (oserei dire) nessun breakdown della teoria dell’evoluzione stellare “canonica” che peraltro ha ottenuto diverse rassicuranti conferme…

E’ dunque possibile, se i nostri risultati sono corretti [7], che la teoria vada insomma ancora bene (almeno secondo noi!)… in ogni caso, e’ un campo degno di essere comunque indagato a fondo, proprio per quanto tali ricerche promettono di far comprendere su tante parti dell’evoluzione stellare…!

Marco C.


[1]
http://www.mporzio.astro.it/~marco/gc/

[2]
http://www.astro.utoronto.ca/~cclement/read.html

[3] http://www.mporzio.astro.it/~marco/AstrofisicaStellare/

[4]
http://it.wikipedia.org/wiki/Ramo_orizzontale

[5]

http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=2004ApJ…600..409C

[6]

http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1981A%26A….96..207C

[7] http://babbage.sissa.it/abs/astro-ph/0504470

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NTT fornisce dettagliate immagini della nebulosa N214C

La nebulosa N214 e’ costituita da una grande regione di gase e polvere localizzata in un remoto angolo di una galassia a noi vicina, la Grande Nube di Magellano…

E’ un sito molto interessante perche’ e’ attualmente sede di formazione di stelle di grande massa. In particolare, la sua componente principale, N214C (anche denominata NGC2103 o DEM293) e’ di un particolare interesse dal momento che ospita al suo interno una stella di grande massa di una specie molto rara: la stella prende il nome di Sk-71 51 e fa parte di una categoria della quale si conoscono per ora solamente una dozzina di stelle, in tutta la volta celeste. Dunque N214C costituisce di per se’ una straordinaria occasione per studiare l’ambiente di formazione di queste stelle particolari.

Utilizzando il telescopio ESO da 3.5 m “New Tecnology Telescope” (NTT), astronomi francesi e statunitensi sono stati in grado di studiare in grande dettaglio questa particolare regione, acquisendo una serie di immagini ad alta risoluzione, come pure una serie di spettri dell’emissione degli oggetti piu’ interessanti ivi presenti…


http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-2005/phot-12-05.html

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Hubble celebra il suo quindicesimo anniversario…

Nei quindici anni durante i quali il telescopio HST della NASA ha orbitato intorno alla Terra, sono state acquisite piu’ di settecentomila immagini del cosmo…

In occasione dell’anniversario di Hubble, la NASA ha appena reso disponibili nuove immagini di due degli oggetti meglio conosciuti che Hubble abbia mai osservato: la galassia Whirlpool (ovvero la galassia a spirale M51) e la Nebulosa dell’Aquila. La cosa interessante e’ che queste nuove imagini sono tra le più grandi ed insieme più dettagliate che Hubble abbia mai acquisito: sono state fatte con la camera montata più di recente, la Advanced Camera for Surveys (ACS)…


http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/2005/12/

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Il vento solare e la corona

L'atmosfera esterna del sole, la cosiddetta corona, si estende fino a varie volte il diametro del Sole…

Essa per? pu? essere vista in modo corretto con luce naturale dalla Terra, solamente durante l'eclissi di Sole, poich? ? milioni di volte pi? debole della fotosfera che ? la superficie visibile del Sole. A causa della sua alta temperatura il plasma coronale ? altamente ionizzato e la corona ? pertanto visibile in una variet? di linee di emissione. La maggior parte di queste linee non sono visibili; al fine di osservare quelle, nelle gamme di lunghezze d'onda ultraviolette e raggi-x, che sono assorbite dall'atmosfera della Terra, dobbiamo necessariamente collocare uno strumento ottico nello spazio. Il Sole emette continuamente un plasma magnetizzato noto come vento solare che deriva dal riscaldamento della corona. La corona ? avviluppata da campi magnetici che in alcune zone formano anelli chiusi mentre in altre aperti, quasi in modo circolare verso lo spazio esterno. Le zone con campo magnetico aperto sono pi? fredde ed appaiono pi? scure di quelle a campo magnetico chiuso : esse sono chiamate buchi coronali e sono la sorgente delle veloci correnti di vento solare.Le rilevazioni compiute dalla sonda SOHO che analizza la corona e misura la composizione del vento solare che ne proviene, ci stanno aiutando a comprendere il modo in cui il vento solare subisce un'accelerazione.

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Importanza dell’osservazione all’infrarosso.

L'Universo ? denso di radiazione di ogni tipo ma la maggior parte non raggiunge la Terra a causa dell'atmosfera che impedisce il passaggio di molte lunghezze d'onda e lascia invece passare delle altre.

Fortunatamente per la vita sulla Terra l'atmosfera blocca la dannosa radiazione ad alta energia come i raggi-X, i raggi gamma ed i raggi ultravioletti. Essa blocca anche la maggior parte della radiazione all'infrarosso eccetto poche lunghezze d'onda che raggiungono i telescopi terrestri. Ma c'? un problema 😕 l'atmosfera stessa ad irradiare all'infrarosso spesso emettendo pi? radiazione di quanta non ne emetta l'oggetto spaziale osservato. Ecco perch? i telescopi terrestri sono posti sulla sommit? di alte montagne in modo tale da lasciare al di sotto quanta pi? atmosfera possibile; ecco l'importanza dei telescopi collocati nello spazio. Molti degli oggetti osservati dagli scienziati sono di gran lunga troppo freddi per irradiare a luce ottica, ma irradiano fortemente nell'infrarosso, ad esempio, gli atomi freddi e le molecole che vagano nello spazio interstellare. E' necessario studiare questi materiali per comprendere come le stelle nascono e si evolvono. Nel nostro sistema solare i corpi freddi come le comete e gli asteroidi ci svelano le loro caratteristiche solo con luce infrarossa. Altri oggetti di grande interesse per gli astronomi sono nascosti dentro o dietro grandi nubi di gas e polvere. Queste nubi nascondono stelle e pianeti in stadi primitivi di formazione e i potenti nuclei delle galassie. L'osservazione ? impedita a causa dei granuli di polvere che disperdono od assorbono la luce visibile. Lunghezze d'onda all'infrarosso, pi? lunghe, riescono invece a passare attraverso la polvere cosmica. Il futuro ? promettente per l'astronomia all'infrarosso !


Tradotto ed adattato da www.esa.int

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Arrivederci Papa Giovanni Paolo II !

GruppoLocale partecipa al cordoglio per la morte di Papa Giovanni Paolo II, con qualche giorni di “silenzio” in cui non vi saranno aggiornamenti delle news. Mi pare giusto in questi giorni, nel rispetto delle opinioni di ognuno, lasciare uno spazio di silenzio e di meditazione, e pur di preghiera per chi crede. E’ stato un uomo al quale dobbiamo veramente molto.

Riprenderemo la prossima settimana.

Marco C.

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