Una piccola storia, raccontata in modo un poco scherzoso, sulle tematiche scientifiche di un articolo appena accettato per la pubblicazione sulla rivista Astronomy and Astrophysics…

Bene, in pratica… ci sono questi ammassi globulari, nella Galassia, addensamenti molto fitti di centinaia di migliaia di stelle, a forma sferica. E la cosa interessante e’ che ce ne sono tanti, circa 150, sparsi ovunque nella galassia [1]. Essendo nella Galassia, sono abbastanza vicini, per cui da tempo si misurano i colori e le luminosita’ di gran parte delle stelle che li compongono – che poi, ancora piu’ notevole, hanno la simpatica proprieta’ di essere, entro lo stesso ammasso, molto simili tra loro, differendo perlopiu’ solo per la grandezza (la massa). Sono un eccellente campione sul quale verificare le prescrizioni della teoria dell’evoluzione delle stelle… anzi insostituibile!

Di pi?, molti di questi hanno una buona quantita’ di stelle variabili [2], di quelle che chiamiamo RR Lyrae, la cui luce varia periodicamente nell’ordine di frazioni di giorno… Che ce ne importa, direste?

Eh no, un momento! Ci importa moltissimo, perche’ il periodo di variazione della luce e’ strettamente connesso con le loro caratteristiche intrinseche, massa, luminosita’, colore – il bello qui e’ che il periodo di pulsazione si misura molto bene (basta fare osservazioni ripetute nel tempo), e non c’e’ problema, ad esempio, di gas e polveri che ostacolino l’osservazione di parametri come colore e luminosita’…

Senza farla lunga, dall’analisi di come queste stelle variabili………. variano, si puo’ capire molto ma molto dei parametri fisici e chimici delle stelle negli ammassi globulari. Facendosi furbi, si fanno anche gli istogrammi con la distribuzione dei periodi nei vari ammassi, per capire ancora meglio come e quanto le popolazioni di tali ammassi differiscano tra loro. Sempre sfruttando le relazioni conosciute che dal periodo ci portano alle grandezze che vogliamo conoscere.

Dimodoche’, ad un certo punto un ricercatore, peraltro molto bravo e scrupoloso, si e’ andato convincendo che proprio questi dati, dei periodi, indicano che c’e’ un grosso problema nella teoria dell’evoluzione stellare [3], in particolare di quella che studia i rami orizzontali [4], fase evolutiva alla quale appartengono le RR Lyrae. Insomma facendo i dovuti conti, se i periodi sono quelli che si conoscono, almeno per alcuni ammassi come M3 (pieno pieno di queste variabili), le cose non tornano. La teoria dice una cosa, le osservazioni un’altra. Bisogna rivedere tutto, metter le mani alla teoria, trovare cose diverse… “Breakdown of the Canonical Framework?”

….oppure no? Bisogna precisarlo, l’approccio dello studioso in questione e’ stato scrupoloso realmente, basta gaurdarsi il relativo articolo [5]. Eppero’…. forse pensando bene bene, facendo delle prove, muovendo delle “rotelline” permesse dalla teoria… forse le cose ancora tornano.

In soldoni (secondo il nostro gruppo di ricerca), la distribuzione delle masse delle stelle di M3 e’ certamente particolare, ma puo’ essere non cosi’ particolare da rendere problemi alla teoria. Un ammasso globulare da studiare e capire bene (e questo si sapeva da parecchio [6]), ma (oserei dire) nessun breakdown della teoria dell’evoluzione stellare “canonica” che peraltro ha ottenuto diverse rassicuranti conferme…

E’ dunque possibile, se i nostri risultati sono corretti [7], che la teoria vada insomma ancora bene (almeno secondo noi!)… in ogni caso, e’ un campo degno di essere comunque indagato a fondo, proprio per quanto tali ricerche promettono di far comprendere su tante parti dell’evoluzione stellare…!

Marco C.


[1]
http://www.mporzio.astro.it/~marco/gc/

[2]
http://www.astro.utoronto.ca/~cclement/read.html

[3] http://www.mporzio.astro.it/~marco/AstrofisicaStellare/

[4]
http://it.wikipedia.org/wiki/Ramo_orizzontale

[5]

http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=2004ApJ…600..409C

[6]

http://adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-bib_query?bibcode=1981A%26A….96..207C

[7] http://babbage.sissa.it/abs/astro-ph/0504470

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