Potrebbe essere una scoperta epocale; la “firma” lasciata dalle elusive onde gravitazionali – predette dalla teoria, a lungo cercate ma fino a ieri senza successo –  in un universo veramente ai primi istanti della sua esistenza. Non mi dilungo qui perché la notizia è stata riportata in numerosi siti (potrete vedere una panoramica degli articoli più interessanti nelle notizie che appaiono oggi sulla nostra pagina Facebook). Per chi volesse una buona introduzione alla faccenda, segnalerei gli articoli apparsi su MEDIA INAF, su Sussidiario.net (dove si trova una intervista all’astrofisico Marco Bersanelli) e l’articolo di Leopoldo Benacchio sul Sole 24 ore.

A proposito dell’articolo di Leopoldo Benacchio (eccellente divulgatore, amico e soprattutto professore ordinario presso l’Osservatorio Astronomico di Padova) segnaliamo che l’autore si è reso gentilmente disponibile a rispondere a dubbi e domande relative alla clamorosa scoperta, presso il nostro “spazio BAR” dentro Facebook: a tale scopo è sufficiente lasciare un commento al post a firma di Leopoldo comparso alcune ore fa nel medesimo spazio. Consiglio di approfittarne!

Anche il sito APOD apre "ovviamente" con una immagine legata alla clamorosa scoperta, che corroborerebbe lo scenario dell'inflazione cosmologica. Crediti:  BICEP2 Collaboration, NSF, Steffen Richter (Harvard)

Anche il sito APOD apre “ovviamente” con una immagine legata alla clamorosa scoperta, che corroborerebbe lo scenario dell’inflazione cosmologica. Crediti: BICEP2 Collaboration, NSF, Steffen Richter (Harvard)

Anche i giornali “cartacei”, come d’obbligo, oggi dedicano ampio spazio alla notizia veramente “sensazionale”, annunciata ieri pomeriggio in una attesissima conferenza stampa presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics dai responsabili di una collaborazione di varie università ed enti di ricerca di Usa e Canada. Insomma una giornata “preziosa” in cui la scienza viene riportata con grande enfasi agli altari della cronaca.

Va appena ricordato che il risultato diffuso ieri è frutto di una ricerca e di una applicazione paziente e silenziosa durata diversi anni. Sarei tentato di sottolinearlo, la ricetta per ottenere un risultato che rimane nel tempo, nella scienza come altrove, è sempre quella che sappiamo: applicazione paziente, fiducia. E soprattutto, passione per il reale, disponibilità a stupirsi.

Ora, e ancora.

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