Me ne accorgo dopo un po’ che lo faccio. Non sono un tipo che fischietta in palestra, non in modo particolarmente evidente. Ma tra me e me qualche volta capita. Piano, che secondo me non sente nessuno. O quasi nessuno. A meno che non mi passi molto vicino. Mi va bene così.

Però mi sono accorto di una cosa buffa, l’altro giorno. Non è che stessi fischiettando un motivo di quelli del momento, o dell’estate passata, del Festivalbar o di Sanremo. La mia mente aveva invece selezionato – senza che io me ne rendessi conto – un motivo del lontano 1983. Il titolo della canzone è Softly Over, contenuta nel disco You and me both. Il gruppo è quello degli Yazoo.

Precisamente quel che mi veniva da fischiettare non è proprio la canzone in sé, ma la sua introduzione, ovvero quel grappolo di note (una ventina, ho provato a contarle) che precede il canto. Poco più di dieci secondi, sufficienti per il dispiegarsi di una linea melodica dolce, evocativa, sottilmente inquietante. E che da allora – da quando lo comprai ragazzetto e lo ascoltai, il disco – mi si è piazzata in testa e lì rimane. Praticamente in background, pronta a venire fuori in momenti in cui, finalmente, allento la tensione e smetto di cercare di controllare me stesso e il mondo. In questi casi la mente spesso sceglie un canto, forse per dirmi che è abbastanza contenta. Tra le tante in giro per il mio cervello, questa linea melodica – come dicevo – viene selezionata di frequente. Chissà se Clarke e Moyet se ne rendono conto, di come mi sono entrati in testa.

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