Blog di Marco Castellani

Tag: Grande Nube di Magellano

La Grande Nube… in piena attività

GrandeNube

NASA, ESA, and D. Gouliermis (University of Heidelberg) Acknowledgement: Luca Limatola. Source: Hubble website

L’universo: siamo abituati a pensarlo statico, come un posto in cui fondamentalmente non succede niente… o perlomeno, quello che doveva succedere è già successo. Ammettiamolo: siamo un po’ tutti così, siamo un po’ pigri ad immaginare quel che non vediamo direttamente. Eppure mai come in questo caso, risulta che ci stiamo sbagliando, e di grosso. Con tutti i suoi quasi quattordici miliardi di anni di età Il nostro è ancora un universo è attivo, attivissimo. Su richiesta, potrebbe facilmente esibire una serie di casi eclatanti – a proposito dei quali tutto si può dire, fuorché sostenere che non accade nulla.

Uno assai interessante riguarda le zone di formazione stellare.

Bene, sono dappertutto

Prendiamo il caso della Grande Nube di Magellano: una delle galassie a noi più vicine. D’accordo, la luce dalla Grande Nube impiega ben 157.000 anni per riempire la distanza con la Terra, ma è da considerare ancora una galassia “locale”, nell’economia di scala dell’universo. In questa immagine ottenuta da Hubble viene mostrato un giovane ammasso stellare, conosciuto con il nome di LH63. Questo è così fresco da essere ancora immerso nella “nuvola” dalla quale si è formato, ed è – manco a dirlo – una fucina di nuove stelle.

Ma è appena una delle centinaia di regione di esuberante formazione stellare sparsi per tutta la Grande Nube di Magellano.

L’universo insomma non sta con le mani in mano, il lavoro continua più indefesso ed efficiente che mai. Lavoro supremamente importante, se solo ricordiamo come le stelle sono la vera fabbrica degli elementi: i nostri stessi atomi sono stati “assemblati” dalle reazioni nucleari all’interno di una antica stella, una stella che ormai non c’è più. Alla quale dobbiamo ben più di qualcosa…

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Hubble e le belle bolle rosse…

Il Telescopio Spaziale Hubble ha individuato quella che potremmo chiamare una  “decorazione festiva”, costituita da una gigantesca bolla di gas nella galassia nostra vicina, la Grande Nube di Magellano. Formatasi con i resti di una supernova la cui esplosione avvenne circa quattro secoli fa, la sfera di gas è stata oggetto di una serie di osservazioni negli anni dal 2006 al 2010.

La delicata struttura di un resto di supernova nella Grande Nube (Crediti: NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team (STScI/AURA). Acknowledgement: J. Hughes (Rutgers University)

Guardatela: questa delicata struttura, fotografata da Hubble, sembra galleggiare placidamente nelle serene profondità dello spazio. Mai fidarsi delle apparenze:  la sua calma apparente nasconde in realtà un interno turbolento e tutt’altro che tranquillo. L’inviluppo gassoso si è formato quando il materiale in rapida espensione dalla supernova si è scontrato con il mezzo interstellare circostante. Chiamata SNR 0509, la bolla è quello che ora rimane di una potente esplosione stellare avvenuta nella Grande Nube, una galassia (in realtà) abbastanza piccola (possiede circa un decimo della massa della nostra Via Lattea), a circa 160.000 anni luce dalla Terra.

La regione a forma di bolla ha un diametro attuale di circa 23 anni luce, e si espande alla rispettabile velocità di più di diciotto milioni di chilometri all’ora. Osservando tale meraviglia, gli astronomi si sono convinti di come la supernova all’origine debba essere stata un esempio di una varietà particolarmente energetica e brillante, quella di tipo “Ia”. Supernovae di questo tipo trovano la loro origine, secondo la teoria attuale, quando una nana bianca in un sistema binario, rubando massa alla stella compagna, arriva (nella sua… ingordigia!) a possedere più massa di quanta ne possa “gestire”, avviandosi verso il percorso che la porterà inesorabilmente all’esplosione.

Dal punto di vista storico, la supernova deve essere stata visibile nei cieli del sud circa dal 1600; tuttavia non risultano registrazioni di una “nuova stella” in direzione della Grande Nube intorno a quegli anni. Una supernova molto più recente, la 1987A, è riuscita invece assai facilmente a calamitare l’attenzione degli osservatori e continua tuttora ad essere studiata, con telescopi a terra e nello spazio (incluso, naturalmente, Hubble).

Space Telescope Press Release

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