Blog di Marco Castellani

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Da Mercurio a Zooniverse, in mille immagini

La galleria web che la sonda MESSENGER sta pazientemente creando con il suo lavoro in orbita intorno al pianeta più vicino al Sole, è arrivata da pochi giorni ad un traguardo significativo: sono mille le immagini disponibili sul sito!

Per l’occasione, l’immmagine numero rilasciata con il numero mille… non è una vera e propria fotografia del pianeta, ma è realizzata come collage di immagini rilasciate in precedenza, in maniera da indicare suggestivamente la simbolica cifra raggiunta.

collage

Tutto il lavoro di MESSENGER in una sola immagine… o quasi!
(Crediti: NASA/JPL)

La scelta del collage appare più che opportuna: il team ritiene – a buon diritto, secondo noi –  che nessuna fotografia vera e propria possa l’enorme ricchezza dei dati scientifici resi disponibili attraverso le immagini di Mercurio fornite dalla sonda MESSENGER.

Le immagini riversate quotidianamente sul web, fino dall’inizio della missione, sono state un modo efficace per tenere informato il grande pubblico dei progressi e dei risultati della missione, praticamente in tempo reale. Una cosa che fino a pochi anni fa esulava anche dai pensieri degli scienziati più… fantascientifici!

In pratica, il team ha inviato sul web una nuova immagine di Mercurio ogni singolo giorno lavorativo, un impegno che a nostro avviso la dice lunga sulla considerazione con la quale enti come la NASA riguardano l’aspetto più specificamente divulgativo del loro compito istituzionale.

E’ veramente una epoca nuova per l’esplorazione del cosmo, un’epoca in cui non è infrequente che risultati ed immagini di primo livello siano portati in tempi brevissimi su Internet a disposizione virtualmente di ogni persona curiosa e desiderosa di sapere.

Va detto ormai non ci si limita nemmeno più ad una fruizione “passiva” del lavoro fatto da altri; progetti come Zooniverse hanno ormai infranto la classica barriera tra scienziati e appassionati, rendendo disponibile potenzialmente ad ognuno l’attività esaltante di ‘fare scienza’. In un certo senso, ritornando alla condizione che è stata propria dell’uomo per secoli e secoli, prima che la specializzazione del sapere e l’accumulo delle conoscenze venisse a creare delle spiacevoli (ma inevitabili) separazioni tra ‘esperti’ e ‘non esperti’.

Ai tempi più remoti, la scienza era appannaggio di tutti, la vera scienza. Bastava essere curiosi, come Pitagora, come Aristotele, come Galileo. O come tanti, spesso senza una specifica preparazione, ma con tanta voglia di capire come funziona il mondo.

Chissà, forse un pochino ci stiamo tornando, a questa condizione?

Elaborazione da una Press Release di MESSENGER

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Tutto Mercurio, in rotazione

Ci siamo. E’ stata finalmente mappata l’intera superficie di Mercurio. Le osservazioni dettagliate della superficie sono iniziate appena qualche anno fa: per la precisione eravamo nel 2008, e la sonda MESSENGER arrivava nei pressi del pianeta, per poi mettersi in orbita (storia recente, siamo ormai al 2011).

Sembra strano, ma prima gran parte della superficie del pianeta ci era sconosciuta. Decisamente troppo lontano da Terra perché fosse visibile chiaramente, la sonda Mariner 10 negli anni ’70 aveva fatto il possibile: ma ne aveva osservata circa metà, della superficie. Ora MESSENGER ha integrato e superato il lavoro della sonda precedente, con ottimi risultati. Il video è molto interessante perché è generato da una collezione di migliaia di immagini i cui colori sono stati artificialmente ‘dopati’ in modo da far risultare bene le diverse caratteristiche del pianeta.

Che vi devo dire… secondo me, pur nella sua innegabile desolazione, è quasi bello … 

Fonte: APOD

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Messenger, in orbita intorno a Mercurio!

Il giorno 18 del corrente mese  (secondo il “tempo universale” UTC) la sonda Messenger ha realizzato il suo importante obiettivo: è diventata la prima sonda ad essere mai entrata in orbita intorno al pianeta Mercurio.

Mercurio è il più piccolo dei pianeti rocciosi, ed anche il pianeta più vicino al Sole (impiega meno di 90 giorni ad effettuare una intera orbita intorno alla nostra stella, e le temperature sulla superficie possono arrivare anche a 700 gradi Kelvin… insomma piuttosto calduccio, per la verità)

La sonda continuerà ad orbitare intorno al pianeta, compiendo un giro ogni dodici ore, per tutta la durata della sua missione principale. I prossimi giorni saranno dedicati alla verifica che tutti i sistemi di bordo stiano lavorando bene, anche nelle dure condizioni termiche dell’orbita. Questo intervallo di tempo è noto come fase di “commissioning” dell’orbita.

Il 24 di marzo, cioè dopodomani, saranno finalmente accesi gli strumenti, dopodiché si passerà alla fase di verifica.

Se tutto va per il verso giusto, sarà poi il giorno 4 del mese di aprile, che la “fase scientifica” della missione finalmente potrà avere inizio, e saranno inviati a Terra i primi “veri” dati dall’orbita di Mercurio.

In rete troviamo diverse risorse che ci consentono di rimanere aggiornati sulle future gesta della sonda Messenger; ad iniziare dalla pagina ufficiale (da dove abbiamo mutuato questa notizia), passando poi per la pagina NASA dedicata alla missione. Anche noi di GruppoLocale (va da sè) cercheremo di tenervi informati sulle principali novità … 🙂

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Il terzo flyby di Messenger a Mercurio

Bisogna che lo dica… Benchè il mio campo “professionale” di indagine scientifica abbia a che fare principalmente con stelle e galassie, non posso non rimanere affascinato dalle continue scoperte e acquisizioni che le moderne sonde stanno ottenendo nel nostro amato Sistema Solare.

Tutto questo, coniugato con la possibilità, del tutto moderna, di assistere al flusso di immagini e dati provenienti da regioni davvero lontanissime (per il pianeta Mercurio – poi capite perchè lo prendo ad esempio – si parla di distanze superiori a 70 milioni di chilometri, che possono arrivare anche superare i 220, a seconda della posizione nell’orbita) comodamente seduti davanti al computer di casa, magari collegandosi al sito della NASA o di qualche altro ente spaziale.

Un bacino da impatto su Mercurio:
immagine acquisita ieri sera dalla sonda Messenger
Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Certo ci si abitua a tutto, ma pensate uno scienziato di appena una generazione fa, se fosse posto di fronte a tutto questo.. vedere le immagini acquisite dalla sonda Messenger appena ieri sera (dopo aver seguito con curiosità momento per momento l’andamento del flyby sul suo account Twitter), precise e definite, favanti al mio naso… di un posto centinaia di milioni di chilometri lontano. Non continua ad essere sbalorditivo?

MESSENGER: MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging

This unnamed impact basin was seen for the first time yesterday during MESSENGER’s third flyby of Mercury. The outer diameter of the basin is approximately 260 kilometers (160 miles)

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MESSENGER (ri)osserva Mercurio e porta novità…

Recenti analisi di dati ottenuti dalle sonda Messenger, che sta scrutando il pianeta Mercurio, hanno mostrato come l’atmosfera del pieneta, come pure la sua magnetosfera, e gli eventi geologici passati, siano tutti caratterizzati da un livello di attività molto più elevato di quanto era stato ipotizzato fino a questo momento.

Nella data del 6 ottobre 2008, la sonda Messenger è passata vicino a Mercurio per la seconda volta, catturando nel transito più di 1200 fotografie a colori e ad alta risoluzione del pianeta, svelando così le caratteristicha di un altro trenta per cento della sua superficie, che non era stata mai osservata finora da nessuna sonda, e ottenendo allo stesso tempo una serie di dati essenziali per la progettazione della parte rimanente della missione stessa.

Il Messenger (lanciato nel 2004) è stata la prima sonda mai inviata per orbitare
intorno al pianeta più vicino al nostro Sole…

Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Arizona State University/Carnegie Institution of Washington.

Il secondo flyby al pianeta Mercurio ha fornito una seria di interessanti nuove scoperte, hanno detto gli scienziati preposti alla missione. Forse la più grossa sorpresa è stata scoprire quanto la magnetosfera del pianeta sia cambiata da quanto abbiamo visto soltanto nel precedente passaggio ravvicinato, nel gennaio dello scorso anno. Altre scoperte rilevanti sono state: la presenza di un largo e ben conservato bacino da impatto, la prima detezione di magnesio nell’esosfera del pianeta (una rilevazione che viene a confermare come il magnesio sia un importante costituente del materiale alla superficie di Mercurio).

Il bacino da impatto appena scoperto, si allarga per più di 700 chilometri di diametro; si ritiene si sia formato circa 3,9 miliardi di anni fa.

Per maggiori informazioni si può consultare la Press Release della NASA (in inglese)

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