Recenti analisi di dati ottenuti dalle sonda Messenger, che sta scrutando il pianeta Mercurio, hanno mostrato come l’atmosfera del pieneta, come pure la sua magnetosfera, e gli eventi geologici passati, siano tutti caratterizzati da un livello di attività molto più elevato di quanto era stato ipotizzato fino a questo momento.

Nella data del 6 ottobre 2008, la sonda Messenger è passata vicino a Mercurio per la seconda volta, catturando nel transito più di 1200 fotografie a colori e ad alta risoluzione del pianeta, svelando così le caratteristicha di un altro trenta per cento della sua superficie, che non era stata mai osservata finora da nessuna sonda, e ottenendo allo stesso tempo una serie di dati essenziali per la progettazione della parte rimanente della missione stessa.

Il Messenger (lanciato nel 2004) è stata la prima sonda mai inviata per orbitare
intorno al pianeta più vicino al nostro Sole…

Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Arizona State University/Carnegie Institution of Washington.

Il secondo flyby al pianeta Mercurio ha fornito una seria di interessanti nuove scoperte, hanno detto gli scienziati preposti alla missione. Forse la più grossa sorpresa è stata scoprire quanto la magnetosfera del pianeta sia cambiata da quanto abbiamo visto soltanto nel precedente passaggio ravvicinato, nel gennaio dello scorso anno. Altre scoperte rilevanti sono state: la presenza di un largo e ben conservato bacino da impatto, la prima detezione di magnesio nell’esosfera del pianeta (una rilevazione che viene a confermare come il magnesio sia un importante costituente del materiale alla superficie di Mercurio).

Il bacino da impatto appena scoperto, si allarga per più di 700 chilometri di diametro; si ritiene si sia formato circa 3,9 miliardi di anni fa.

Per maggiori informazioni si può consultare la Press Release della NASA (in inglese)

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