La galleria web che la sonda MESSENGER sta pazientemente creando con il suo lavoro in orbita intorno al pianeta più vicino al Sole, è arrivata da pochi giorni ad un traguardo significativo: sono mille le immagini disponibili sul sito!

Per l’occasione, l’immmagine numero rilasciata con il numero mille… non è una vera e propria fotografia del pianeta, ma è realizzata come collage di immagini rilasciate in precedenza, in maniera da indicare suggestivamente la simbolica cifra raggiunta.

collage

Tutto il lavoro di MESSENGER in una sola immagine… o quasi!
(Crediti: NASA/JPL)

La scelta del collage appare più che opportuna: il team ritiene – a buon diritto, secondo noi –  che nessuna fotografia vera e propria possa l’enorme ricchezza dei dati scientifici resi disponibili attraverso le immagini di Mercurio fornite dalla sonda MESSENGER.

Le immagini riversate quotidianamente sul web, fino dall’inizio della missione, sono state un modo efficace per tenere informato il grande pubblico dei progressi e dei risultati della missione, praticamente in tempo reale. Una cosa che fino a pochi anni fa esulava anche dai pensieri degli scienziati più… fantascientifici!

In pratica, il team ha inviato sul web una nuova immagine di Mercurio ogni singolo giorno lavorativo, un impegno che a nostro avviso la dice lunga sulla considerazione con la quale enti come la NASA riguardano l’aspetto più specificamente divulgativo del loro compito istituzionale.

E’ veramente una epoca nuova per l’esplorazione del cosmo, un’epoca in cui non è infrequente che risultati ed immagini di primo livello siano portati in tempi brevissimi su Internet a disposizione virtualmente di ogni persona curiosa e desiderosa di sapere.

Va detto ormai non ci si limita nemmeno più ad una fruizione “passiva” del lavoro fatto da altri; progetti come Zooniverse hanno ormai infranto la classica barriera tra scienziati e appassionati, rendendo disponibile potenzialmente ad ognuno l’attività esaltante di ‘fare scienza’. In un certo senso, ritornando alla condizione che è stata propria dell’uomo per secoli e secoli, prima che la specializzazione del sapere e l’accumulo delle conoscenze venisse a creare delle spiacevoli (ma inevitabili) separazioni tra ‘esperti’ e ‘non esperti’.

Ai tempi più remoti, la scienza era appannaggio di tutti, la vera scienza. Bastava essere curiosi, come Pitagora, come Aristotele, come Galileo. O come tanti, spesso senza una specifica preparazione, ma con tanta voglia di capire come funziona il mondo.

Chissà, forse un pochino ci stiamo tornando, a questa condizione?

Elaborazione da una Press Release di MESSENGER

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