Blog di Marco Castellani

Tag: ricerca

UGC 2885, ritratto di un gigante

Spesso abbiamo scritto che la nostra galassia, la Via Lattea, è di dimensioni ragguardevoli, rispetto a tante altre aggregazioni di stelle. E anche rispetto a tutte le galassie del Gruppo Locale (il vero gruppo, non questo sito…), appare ancora più vero.

Tuttavia anche la Via Lattea, se allarghiamo appena lo sguardo, viene surclassata di gran lunga, da veri giganti, come è il caso per UGC 2885, qui riprodotta in una bellissima foto presa dal Telescopio Spaziale Hubble.

La gigantesca galassia UGC 2885 (Crediti: NASAESAB. Holwerda)

Questa bellissima (e smisurata) galassia si trova a circa 232 milioni di anni luce dalla Terra, e si distende nello spazio per una ampiezza di circa ottocentomila anni luce (al confronto la Via Lattea risulta appena larga centomila anni luce). Contiene al suo interno la bellezza di un trilione di stelle (mille miliardi, per capirci), ovvero surclassa di circa dieci volte il numero di stelle totali della nostra Galassia.

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L’utilità della scienza… inutile!

Se i risultati scientifici finanziati con i soldi dei contribuenti sono “beni pubblici”, e’ utile o addirittura etico spendere miliardi per cercare una particella elementare? O per andare a visitare un satellite di Giove o cercare l’acqua su  Marte? O per osservare una galassia ai confini dell’Universo?

In altre parole, e’ utile finanziare la ricerca di base? E se sì, con che risorse? E per fare quale tipo di ricerca? La competizione e’ diventata una delle maggiori forze trainanti per la ricerca. Ma siamo sicuri che il modello competition-driven science sia davvero quello migliore? Di più, sta cambiando il concetto stesso di conoscenza? Siamo sicuri che sia ancora valido e applicabile oggi il “metodo scientifico” introdotto da Galileo più di 400 anni fa?

Le risposte a tutte queste domande non sono scontate. Più volte ce ne siamo occupati in questo blog, e ci piace dunque rilanciarle in occasione di un evento di sicuro interesse, proprio per fare un po’ di chiarezza su questo tema, che coinvolge un ambito ben più ampio di chi è coinvolto direttamente nella ricerca scientifica, ma si allarga alla più vasta comunità che finanzia direttamente la ricerca stessa.

Martedì 10 ottobre alle ore 11.45 si terrà infatti un interessante seminario di Fabrizio Fiore, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma. L’intervento potrà essere liberamente seguito in streaming collegandosi a questo indirizzo (dove rimarrà anche disponibile per la visione in tempi successivi).

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Serata sotto le stelle a Monte Mario

Venerdì 25 settembre, a Roma un’occasione unica: osservare il cielo da Monte Mario con l’aiuto degli astronomi dell’Osservatorio Astronomico  e visitare il Museo Astronomico e Copernicano per ammirare i suoi antichi strumenti, pezzi unici al mondo, guidati dal personale dell’Osservatorio. La manifestazione,  in concomitanza con la  «Notte dei Ricercatori», è organizzata dall’INAF, in collaborazione con il 3° Reggimento Trasmissioni dell’Esercito Italiano e il Municipio XVII. Altre iniziative INAF sono in programma a Bologna, Napoli e Trieste.


(Dalla press release INAF) L’ Osservatorio Astronomico di Roma (OAR), in collaborazione con il 3° Reggimento Trasmissioni dell’Esercito Italiano e il Municipio XVII di Roma organizza la manifestazione “Serata sotto le stelle a Monte Mario”. L’evento si terrà la sera del 25 settembre 2009, e si inquadra all’interno delle attività organizzate nell’ambito del progetto Researchers’ Night («La Notte dei Ricercatori»): manifestazione promossa dalla Comunità Europea che si svolge contemporaneamente in tutti i Paesi membri coinvolgendo istituti e aree di ricerca afferenti a varie discipline scientifiche.

Lo scopo primario dell’iniziativa è avvicinare il pubblico all’osservazione del cielo assieme ai protagonisti della ricerca scientifica nel campo astronomico e, contemporaneamente, attribuire nuova valenza a spazi ricchi di significato storico. Si ricorda, a tal proposito, che presso Villa Mellini l’OAR custodisce un patrimonio storico e artistico di primo piano: il Museo Astronomico e Copernicano. Inoltre, nel territorio del Forte militare è presente la Torre del Primo Meridiano, opera di notevole importanza sia dal punto di vista geografico che storico. Telescopi a disposizione per tutti, brevi seminari introduttivi all’osservazione del cielo e alla storia di Monte Mario completeranno la serata.

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La sede storica dell’Osservatorio Astronomico di Roma e, sullo sfondo, la Capitale, viste dalla cupola posta in cima alla Torre Solare

L’Osservatorio di Roma (OAR) partecipa alla “Notte europea dei Ricercatori” da diversi anni allestendo eventi per il pubblico. Quest’anno la manifestazione assume una rilevanza ancor maggiore, in quanto si svolge nell’ambito delle celebrazioni dell’Anno Internazionale dell’Astronomia e dei 400 anni dalle prime osservazioni di Galileo. Per questo motivo, l’OAR ha deciso di coinvolgere sia la sede principale di Monte Porzio Catone, sia le proprie strutture divulgative e museali che si trovano nella sede centrale dell’Istituto Nazionale di Astrofisica presso Villa Mellini, a Monte Mario.

La manifestazione è ospitata nel distaccamento del 3° Reggimento Trasmissioni sito presso il Forte di Monte Mario, a Belsito. Il programma è stato organizzato per dare particolare rilevanza ai rapporti storici che hanno legato le sorti dell’Astronomia romana a quelle dello sviluppo delle aree di fortificazione nate con l’unità d’Italia. Il pubblico potrà assistere a seminari e mostre di carattere storico. Grazie a una serie di telescopi, i partecipanti potranno anche osservare il cielo insieme ai ricercatori dell’Osservatorio. Infine, è prevista un’apertura serale straordinaria del Museo Astronomico e Copernicano. Grazie allo studio Ferretti & Pescosolido si potrà ammirare un filmato 3D sul Forte di Monte Mario e una proiezione di immagini storiche relative alla collina.

Gli astronomi dell’INAF sono direttamente coinvolti anche nelle iniziative per la «Notte dei Ricercatori» in programma a Bologna, Napoli, Trieste e Frascati (al proposito, alcuni riferimenti alle iniziative li trovate anche nel nostro AstroLink)….

Press Release INAF (leggere per informazioni complete sul programma e i contatti)

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Open source e ricerca: il caso di Gaia

Quanta parte ha il software open-source nel contesto della ricerca scientifica odierna? Da ricercatore astronomo, amante e fruitore di software open source, tentare di approfondire la domanda mi intriga parecchio…

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Ma lo scienziato non è solo uno specialista…

Mi sono imbattuto per caso in un articolo di Alberoni, che mi ha fatto riflettere, e mi sento interpellato particolarmente, a motivo del mio mestiere di scienziato (certo che suona un po’ come una parola grossa..)

Insomma, dice una cosa che è proprio giusta, per me:

“I grandi scienziati che hanno buttato le basi delle scienze naturali, come Linneo e Buffon, avevano una formazione classica, Hegel possedeva una cultura enciclopedica, Pareto non era solo un grande economista, ma uno storico, un antropologo, un sociologo. E molto spesso trovavi persone di amplissima cultura fra i medici, gli avvocati, gli ingegneri, i magistrati, i giornalisti, i politici. “

(qui c’e’ l’articolo completo)

Sono smodatamente d’accordo con lui: dovremmo riprendere la concezione dello scienziato non come un tecnico, ma come un indagatore appassionato del reale. Che non può prescindere dagli altri aspetti della cultura, della società che lo circonda, nella quale vive ed opera.

Queste parole mi fanno bene perchè ho sempre sentito con un disagio profondo la spinta al tecnicismo esasperato. Ho provato anch’io a cercare l’efficienza nel delimitare la mia indagine ad un campo di lavoro ben ristretto, definito. Con dei confini chiari…. ma curiosamente, proprio quando pensavo di aver sistemato gli strumenti adatti, mi sfuggiva tutto dalle mani, l’interesse scemava, mi sentivo annoiato… Ma capisco che è bene che sia così, che mi senta spinto ad allargare, ad interessarmi a spettro più largo.

D’altra parte credo mi sia passata da mio padre, questa inclinazione: pure essendo uno scienziato ben “affermato” nel suo campo, non ha mai smesso di interessarsi a cose diverse, alla cultura, alla storia….

Insomma, lo scienziato non è solo scienziato, è un uomo abituato alla curiosità (il bello della scienza è forse proprio che ti abitua a questo) . E meno male…! 😉

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