Per decenni interi, gli astronomi hanno continuato a fare il loro lavoro consistente nello studiare, appunto, il cosmo, con la sicurezza che le stelle di date dimensioni si formassero in certe determinate quantità relative. In poche parole, la proporzione delle stelle piccole e grandi è stata ritenuta fissa e abbastanza conosciuta per diverso tempo. Tutto sommato i fatti sembravano semplici: per ogni venti stelle di massa pari o superiore a quella del Sole, dovevano formarsi circa cinquecento stelle con la massa non superiore a quella solare (…sì, le stelle piccole sono molte di più di quelle grandi!).

Queste immagini spettacolari sono state ottenute combinando i dati del Galaxy Evolution Explorer con quelli del Cerro Tololo Inter-American Observatory in Cile. Combinando insieme i dati, gli astronomi hanno capito che non tutte le galassie formano stelle di varia massa, nelle stesse quantità relative, come si pensava finora..
Crediti: NASA/JPL-Caltech/JHU

Questa “certezza” – basata certo non su estemporanee considerazioni, ma su anni di ricerche – è stata messa di recente in discussione dai nuovi dati che provengono dal Galaxy Evolution Explorer della NASA. Infatti il telescopio ultravioletto ha trovato prove di come le stelle piccole si formino in proporzioni ancora maggiori, rispetto alle stelle di massa più grande (e a vita più breve) di quanto si era ritenuto finora: in alcune regioni del cosmo, sembra che possano formarsi anche 2000 stelle di piccola massa, per ogni stella “cicciona” che si forma.

Il fatto è che queste stelle molto piccole non sono certo facilmente osservabili, ma tendono piuttosto a “mascherarsi” dietro ed intorno alle stelle più grandi, rendendo dunque difficile un accurato “conteggio relativo” effettuato sul campo. Proprio in questo ambito risulta prezioso il contributo del Galaxy Evolution Explorer, che ha rivelato una quantità prima insospettata di stelle di piccola massa, contribuendo a far ripensare la “funzione di massa iniziale”, ovvero proprio quell’equazione che lega la quantità di stelle di nuova formazione, alla loro massa relativa…

Dunque c’è sempre da imparare: anche le cose che credevamo acquisite, spesso possono riservare delle sorprese. Non è proprio in questo, in fondo, il fascino della ricerca astronomica?

GALEX Press Release

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