Blog di Marco Castellani

Il più piccolo oggetto della Fascia di Kuiper

di Sabrina Masiero, Dipartimento di Astronomia dell’Università degli Studi di Padova – Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) – Osservatorio Astronomico di Padova

 

Rappresentazione artistica del nuovo oggetto nella Fascia di Kuiper osservato dall’Hubble Space Telescope. Fonte NASA.

L’Hubble Space Telescope ha scoperto il più piccolo oggetto mai visto prima in luce visibile nella cosiddetta Fascia di Kuiper, il vasto anello di asteroidi o frammenti rocciosi ghiacciati che circonda il Sistema Solare, al di là dell’orbita di Nettuno.
Si può definire questo oggetto come “un ago nel pagliaio” in quanto le sue dimensioni sono dell’ordine del chilometro (0,97 per la precisione) e ad una distanza di circa 6,75 miliardi di chilometri dal Sole. Il più piccolo oggetto della Fascia di Kuiper osservato prima in luce riflessa era dell’ordine dei 48 chilometri come dimensione, ossia circa 50 volte più grande.

Le osservazioni compiute dall’Hubble Space Telescope delle stelle vicine mostrano che un certo numero di esse presentano una fascia di asteroidi simile alla Fascia di Kuiper (che porta il nome del primo astronomo che ne ipotizzò l’esistenza intorno agli anni Cinquanta del secolo scorso). Queste dischi non sono altro che il residuo della formazione planetaria, ossia oggetti che probabilmente sono stati espulsi dalle regioni interne della nube proto planetaria dal pianeta Giove, a causa della sua forte azione gravitazionale e, inoltre, oggetti che non si sono aggregati a formare un pianeta al di là di Nettuno a causa della debole azione gravitazionale a tali distanze.

Per informazioni: http://www.nasa.gov/multimedia/imagegallery/image_feature_1563.html .

Sabrina Masiero

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1 Comment

  1. mcastel

    Che buffo pensare a questo “grosso sasso” che rotola silenziosamente nel cielo.. appena quasi un chilometro di estensione, eppure già visibile per Hubble! Che progressi negli ultimi anni, chissà quante sorprese ancora il cielo ci riserva!! Grazie per l'articolo, Sabrina 😉

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