L’immagine del Sole ripresa dal Solar Dynamics Observatory, in particolare dallo strumento AIA, alla lunghezza d’onda di 304 Angostrom il 13 maggio 2011 alle ore 06:44 UT.Cortesia SDO-NASA.


La scoperta di un intenso campo magnetico solare ha permesso di capire che le macchie solari sono fenomeni magnetici locali sulla superficie della nostra stella, o fotosfera.

Le macchie solari iniziano a formarsi in regioni di forte intensità magnetica apparendo come piccoli spot scuri, delle dimensioni di circa 2000 chilometri e di berve durata (possono scomparire nel corso di poche ore o al massimo entro un giorno). In alcuni casi, però, le macchie solari tendono ad allargarsi formando una macchia principale e una secondaria, più piccola e vicina alla prima. Queste due macchie rappresentano due polarità magnetiche opposte dalle quali si elevano colonne di gas che formano un vero e proprio arco tra le due macchie.

Successivamente, se l’intensità del campo magnetico è relativamente grande, attorno alle macchie principali che diventano sempre più grandi, si formeranno delle macchie secondarie, che tenderanno a sovrapporsi fra loro e a formare gruppi di macchie anche molto complesse. Nel caso di elevata intensità del campo magnetico si può arrivare a contare più di 1000 singole macchie.

Alcuni particolari della superficie, delle macchie e dei flares solari fotografate lo scorso 13 maggio alle ore 06:44:21 UT (le 04:44 ora italiana). Fonte SDO-NASA.

 

Se si fanno osservazioni continue del Sole, in particolare della forma e del numero di macchie, si osserva che in un periodo di circa 4,6 anni esse tendono ad aumentare e in circa 6,4 anni a diminuire: si stima questo ciclo di attività solare di circa 11 anni. L’ultimo massimo si è avuto nel 2001. In precedenza, si sono avuti massimi nel 1990 e nel 1979.


Fonte Solar Dynamics Observatory:  http://sdo.gsfc.nasa.gov/ e http://sdo.gsfc.nasa.gov/data/

 

Grande osservatore dell’attività solare, Friederich Wilhelm Gustav Spörer (1822-1895) si accorse, dallo studio dei disegni che aveva raccolto e catalogato nel corso di anni di osservazione, che le macchie di ogni nuovo ciclo solare iniziano a formarsi a latitudini di circa 40° nord e sud dell’equatore solare. Man mano che avanzava il ciclo, i gruppi di macchie diminuivano la loro latitudine avvicinandosi sempre più all’equatiore. In corrispondenza della massima attività solare, la latitudine dei gruppi di macchie era intorno ai 15°N e S dall’equatore. Successivamente il numero di macchie tendeva a diminuire, avvicinandosi sempre di più alla linea dell’equatore fino a circa 6-7° N e S. Col tempo, le macchied diventavano sempre più rare e a scomparivano. In contemporanea, si osserva la formazione delle prime macchie solari appartenenti a un nuovo ciclo a latitudini N e S più elevate.

Questa divenne famosa come la Legge di Spörer.

 

Cortesia SD-NASA.


Fonte Solar Dynamics Observatory:  http://sdo.gsfc.nasa.gov/ e http://sdo.gsfc.nasa.gov/data/

Sabrina

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