Blog di Marco Castellani

Tag: eliosfera

Voyager 1 verso l’ultima frontiera…

Per circa 35 anni, la sonda Voyager 1 della NASA, ha viaggiato fino ad avvicinarsi ai confini stessi del Sistema Solare. La speranza del team è che un bel giorno la sonda lasci definitivamente il nostro sistema di pianeti per immergersi completamente nello spazio interstellare.

Questo giorno, potrebbe essere quasi arrivato.

“I dati più recenti dalla Voyager 1 indicano chiaramente che siamo in una nuova regione dove le cose cambiano velocemente”, dice Ed Stone, project scientist presso il California Istitute of Technology (Pasadena). “Questo è molto eccitante. Stiamo avvicinandoci all’ultima frontiera del Sistema Solare.” 

La “frontiera” alla quale si riferisce è quella rappresentata dal bordo dell’eliosfera, che possiamo pensare come una gigantesca “bolla magnetica” che circonda il sole e i pianeti. L’eliosfera è in pratica il campo magnetico generato dallo stesso Sole, gonfiato a dismisura dagli effetti del vento solare.

Dentro l’eliosfera esiste il Sistema Solare, è casa (in pratica). Fuori dall’eliosfera è il vero spazio interestellare, un luogo sterminato e misterioso dove nessuna sonda si è mai spinta finora.

Un segnale dell’avvicinamento al confine è rappresentato dal numero di raggi cosmici che colpisce la sonda. I raggi cosmici sono particelle ad alta energia, come protoni e nuclei di elio, acelerati a velocità prossime a quelle della luce, da supernovae distanti e da buchi neri. L’eliosfera protegge il Sistema Solare da questi proiettili subatomici, deflettendo e rallentandone la gran parte, prima che raggiungano i pianeti interni.

Ebbene il numero di raggi cosmici che colpiscono Voyager 1, sta aumentando significativamente. Segno che ci avviciniamo al confine. Altre cose succederanno quando il confine verrà effettivamente varcato, come variazioni dell’orientamento del campo magnetico percepito dalla sonda, e una diminuzione delle particelle ad alta energia provenienti dalla nostra stella.

Ancora non è avvenuto, ma non siamo lontani.  E la stupenda avventura delle Voyager non è ancora finita. Stay tuned!

http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2012/21jun_finalfrontier/

 

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Propulsori di riserva per Voyager 2. Il viaggio continua!

Ce l’ha fatta. Pur ad una distanza abissale, ce l’ha fatta. Il Voyager 2 ha commutato al set di propulsori di riserva, per quanto riguarda le manovre di assetto della sonda. Il personale del Deep Space Network aveva inviato gli opportuni comandi all’inizio di novembre, per poi riceverne conferma dieci giorni dopo:  i comandi sono stati eseguiti con successo. Il viaggio continua.

Come spiega la notizia sul sito della NASA, il cambio è stato deciso al fine di limitare la potenza necessaria alla sonda, ormai trentaquattrenne, spegnendo i controlli che mantengono caldo il carburante dei propulsori principali. Sebbene infatti il tasso di energia generato dalle sorgenti nucleari a bordo del Voyager 2 continui progressivamente a diminuire, riducendo la richiesta di potenza da parte del sistema, gli ingegneri si aspettano che con questa modifica, la sonda continui a funzionare… per un’altra decade!

Il cambio consentirà alla sonda di utilizzare i propulsori finora mai adoperati, mentre continue il suo viaggio attraverso lo spazio interestellare, oltre il nostro Sistema Solare.

Una rappresentazione artistica della sonda Voyager 2. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Le gemelle Voyager 1 e Voyager 2 sono state equipaggiate in origine con ben sei set – o coppie – di propulsori. Questi controllano l’assetto delle sonde, la stabilità, e gli altri dettagli del moto. I set si possono suddividere in tre coppie di propulsori primari, e tre coppie di propulsori di riserva (backup thrusters).

Ricordiamo che il Voyager 2 si trova al momento a circa 14 miliardi di chilometri dal nostro pianeta, cioè sta ormai attraversando gli strati più esterni dell’eliosfera – quelli dove il vento solare comincia ad essere rallentato dalla pressione del gas interstellare. Sono i veri confini del nostro sistema di pianeti, e per la prima volta nella storia una sonda – ancora operativa! – è in grado di attraversarli e di inviarci preziosi dati di tali remote regioni.

Dalla pagina Twitter di Voyager 2, un botta e risposta tra "la sonda" ed uno dei suoi affezionatissimi fans...

Come “curiosità informatica”, è interessante notare come anche il Voyager 2 da tempo usi Twitter (qualcosa che era assolutamente inconcepibile nell’epoca in cui la sonda venne ideata) per inviare messaggi di stato riguardo la sua posizione e le sue condizioni. Il numero dei follower è un ottimo indicatore della popolarità della sonda: al momento di scrivere questo articolo, gli iscritti risultano ben 29.354 (sì, ci siamo anche noi di GruppoLocale). Un altro caso in cui un social network viene usato in maniera “virtuosa” per comunicare ad un largo pubblico gli ultimi sviluppi di quella che può ben essere considerata tra le più grandi avventure tecnologiche del nostro tempo.

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