Blog di Marco Castellani

Tag: pittura

Perché devo scrivere

Non so come mai, ma tendo a girarci intorno. A procrastinare, a evitare l’argomento, anche con me stesso. A trovare mille altre cose che devono essere fatte, comunque fatte, prima di mettersi a scrivere.
A cose che sono più importanti, più urgenti. Più.
Poi magari chi ti pubblica? Il mercato è una cosa complicata, una giungla…
Eppure ormai lo so. Scrivere non è una cosa che si fa per avere un prodotto. O meglio, si fa anche per questo. Ma non è questo, in fondo. Chi sente questo bisogno lo sa.
Questo bisogno che è una elezione ed insieme una specie di condanna, in un certo senso.
Eh sì, perché non sei mai completo, non sei mai a posto, se non scrivi. Se il tuo strato più interno non è rassicurato sapendo che tu stai scrivendo.
Non puoi barare molto, verso lo strato più interno. Verso i ragazzi giù nel basamento, come direbbe Stephen King. Loro, loro lo sanno. Lo sanno se stai adducendo scuse, e non ti mollano. Non ti lasciano in pace.
Puoi provare, certo. Distrarli, per un po’. Alcool, sesso, o qualcosa di più pericoloso. Per ingannare i ragazzi giù nel basamento, insomma. Ma dura poco. Quelli ripartono più furibondi di prima, se non li ascolti. Con conseguenze destabilizzanti sulla tua vita psichica, manco a dirlo (più tu non li ascolti più devono battere forte, è il loro compito: il loro compito è che tu segua il tuo compito).
Del resto, lo sai. Fai finta di non saperlo, ma lo sai.
Bene. Allora dillo.

Scrivere è la tua medicina.

Ecco perché sono pensieri insensati, consigli inopinati, quelli secondo i quali tu prova, se poi tra qualche anno non vieni pubblicato, smetti e fai altro.
Peggio, quelli ci sono già troppi che scrivono, nessuno che legge.
Insensati. Folli. E pericolosi, per di più.
Come dire, prendi questa medicina, è necessaria alla tua sopravvivenza. Poi tra due anni, anche se vedi che ti fa bene, ti fa vivere: beh, di colpo smetti.
Quale medico oserebbe dire una cosa del genere?
Eppure si collega ancora troppo lo scrivere alla sua riuscita mondana. Che è importante, è rassicurante, è bellissima. Peccato che non sia la variabile fondamentale. Quello che decide della tua vita.
Van Gogh non vendeva un quadro, per anni ed anni. Niente, non glieli compravano. Eppure dipingeva come un pazzo, insisteva, insisteva. Aveva qualcosa da dare al mondo, qualcosa che comunque non poteva tenere dentro.

Vincent Van Gogh, Paesaggio da Saint-Rémy, 1889
Non hai deciso tu questo impulso di scrivere. Lo sai bene. Se avessi potuto, ne avresti fatto a meno, preso come sei dallo struggimento per una vita “normale”. 
 Eppure. 
 Eppure c’è. Se c’è è per un motivo. 
Se non lo onori, se ti fai vincere da manie di perfezionismo e dal non sono bravo abbastanza avveleni te stesso e l’universo. 
L’universo se ne frega se tu sei bravo abbastanza — non è compito tuo deciderlo. 
L’universo (diciamo) reagisce se ti muovi lungo il tuo campo di forza o no. Se è deciso che tu devi scrivere, che sei qui apposta, ogni tuo commento in proposito, ogni tua esitazione, è frutto di amor proprio. 
Sei qui per una cosa. Falla.

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Tutte le galassie di Gianfranco Bianchi

Gianfranco Bianchi è nato a Massa nel 1962, abita a Pistoia e dipinge, da diversi anni.

gbianchiProviene da un passato artistico musicale evolutosi dal 2003 con la pittura nella realizzazione di “Veri Falsi d’Autore”. Ho cominciato a dipingere opere originali nel 2009. La principale tecnica usata è il Dripping e le sue opere appartengono alla Corrente Artistica denominata “Espressionismo Astratto”.

Dal 2013 fa parte del Movimento Artistico e Culturale del Metateismo. Gianfranco Bianchi farà una Mostra Personale a Padova dal titolo a noi molto caro: Le Galassie (ecco perché trova il suo spazio qui). Nella mostra “Le Galassie” esporrà 15 opere. L’evento si terrà alla Galleria Maison d’Art di Padova (Via Battisti 77) dal 24 Gennaio al 24 Febbraio 2015.

Per l’interesse che il nostro sito rivolge ai territori di confine tra scienza ed arte, ben volentieri diamo risalto al suo lavoro.  Vi anticipo già che Gianfranco ha accettato di tornare qui di tanto in tanto per presentare alcuni suoi lavori di interesse prettamente astronomico.

GalassiAndromeda

la galassia di Andromeda

Pubblico di seguito degli stralci, rimaneggiati in modo un po’ libero (mi perdoni l’artista!), dalla interessante introduzione al suo catalogo, perché mi pare un bell’esempio di come la sensibilità più nuova ed attenta ormai non possa più trincerarsi dietro una sola tecnica, dietro una sola espressività culturale, ma ricerchi una sua speculare fecondità proprio indulgendo nel territorio  di confine, sperimentando una ibridazione che – seppure ormai non totalmente inedita – ancora aspetta di dispiegare le sue complete potenzialità espressive ed evocative.

Come dice bene in chiusura, l’arte deve comunicare e far pensare. L’immagine artistica di una galassia – ad esempio – è una convoluzione tra il mero dato tecnologico/scientifico con la sensibilità e la interpretazione umana. Ben si presta, pertanto, ad una assimilazione sintetica, laddove la grezza immagine scientifica è ovviamente strumento indispensabile per l’accorta analisi del dato, prezioso tesoro offerto al lavoro paziente dello scienziato. Ma lascio parlare l’artista, adesso:

Se riuscissimo a viaggiare alla velocità della luce impiegheremmo 86 mila anni per arrivare alla Galassia più vicina, 2 milioni e mezzo per arrivare su Andromeda e 13 miliardi per “toccare” la più lontana (ammesso che alla fine del viaggio cosmico essa esista ancora). Questa enorme distanza fra noi e loro ci fa capire bene quanto grande, enorme sia l’Universo (quello conosciuto) e che la Terra è solo un microscopico insignificante puntino visto da lassù (ammesso che  lassù abbiano dei potentissimi telescopi).

PilastriCreazione

I Pilastri della Creazione

Per modellare il cosmo la Natura, attraverso l’esplosione nota come Big Bang, ha distribuito in maniera apparentemente caotica gli ammassi interstellari, creando le condizioni per la vita (non solo nel nostro pianeta ma probabilmente in tanti altri, lontanissimi e irraggiungibili).

Esiste una logica in tutto ciò? E’ stato un evento casuale o un intervento Divino?

Tante sono le domande che la mente si pone, al cospetto dell’infinitamente grande, e ognuno di noi, guardando l’infinito, può cercare di trovare una risposta.

Possiamo anche non porci domande, e semplicemente ammirare la bellezza di queste Galassie, con i loro colori e le loro forme (che spesso assomigliano ad oggetti o animali terrestri).

Tutto questo grazie alle foto fatte dal telescopio spaziale Hubble, che mi sono servite come riferimento per dipingere la mia serie.

TestaDiCavallo

Le nebulosa Testa di Cavallo

Riproducendo su tela queste gigantesche meraviglie ho provato un’emozione intensa: dipingendo ero consapevole che nella realtà non avrei mai potuto vederle da vicino ma contemporaneamente ero lì, a due passi da loro. 

Schizzando il colore sulla tela mi sono sentito come fossi io il Big Bang, come se avessi la capacità di creare l’universo dal nulla. Una sensazione di potenza e di magnificenza.

Vorrei vedere questa  stessa  mia emozione nei volti di chi guarda.

Vorrei far nascere delle discussioni su come è nato l’Universo, sul perché siamo al mondo, su cosa ci riserba il futuro. L’Arte deve saper comunicare e far pensare….

Piccola nota a margine. Non posso trattenermi dal pensare che – sia pure partendo da un altro punto, dal territorio della ricerca – è proprio l’anelito che ci muove qui a GruppoLocale. Al di là del mero dato tecnico – a volte esso stesso portatore di meraviglia e stupore – alla scienza è ormai richiesto di non sottrarsi al suo ruolo di vettore culturale, tanto più valido quanto più la scienza stessa si apre ad un pensiero nuovo, quello dell’incontro oltreconfine (anche perché i confini sono retaggi di un antico modo di pensare e di dividere il mondo) che prelude ad una necessaria e ancora inedita riunificazione culturale.

E’ un sogno, ancora, ma io penso che l’uomo nascente si muoverà in un territorio in cui arte e scienza, filosofia e metafisica, si accorderanno in un unico sapere. Queste opere sono, da come la vedo io, il tentativo importante di segnare un cammino possibile.

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Tutte le galassie di Gianfranco Bianchi

Gianfranco Bianchi è nato a Massa nel 1962, abita a Pistoia e dipinge, da diversi anni.

gbianchiProviene da un passato artistico musicale evolutosi dal 2003 con la pittura nella realizzazione di “Veri Falsi d’Autore”. Ho cominciato a dipingere opere originali nel 2009. La principale tecnica usata è il Dripping e le sue opere appartengono alla Corrente Artistica denominata “Espressionismo Astratto”.

Dal 2013 fa parte del Movimento Artistico e Culturale del Metateismo. Gianfranco Bianchi farà una Mostra Personale a Padova dal titolo a noi molto caro: Le Galassie (ecco perché trova il suo spazio qui). Nella mostra “Le Galassie” esporrà 15 opere. L’evento si terrà alla Galleria Maison d’Art di Padova (Via Battisti 77) dal 24 Gennaio al 24 Febbraio 2015.

Per l’interesse che il nostro sito rivolge ai territori di confine tra scienza ed arte, ben volentieri diamo risalto al suo lavoro.  Vi anticipo già che Gianfranco ha accettato di tornare qui di tanto in tanto per presentare alcuni suoi lavori di interesse prettamente astronomico.

GalassiAndromeda

la galassia di Andromeda

Pubblico di seguito degli stralci, rimaneggiati in modo un po’ libero (mi perdoni l’artista!), dalla interessante introduzione al suo catalogo, perché mi pare un bell’esempio di come la sensibilità più nuova ed attenta ormai non possa più trincerarsi dietro una sola tecnica, dietro una sola espressività culturale, ma ricerchi una sua speculare fecondità proprio indulgendo nel territorio  di confine, sperimentando una ibridazione che – seppure ormai non totalmente inedita – ancora aspetta di dispiegare le sue complete potenzialità espressive ed evocative.

Come dice bene in chiusura, l’arte deve comunicare e far pensare. L’immagine artistica di una galassia – ad esempio – è una convoluzione tra il mero dato tecnologico/scientifico con la sensibilità e la interpretazione umana. Ben si presta, pertanto, ad una assimilazione sintetica, laddove la grezza immagine scientifica è ovviamente strumento indispensabile per l’accorta analisi del dato, prezioso tesoro offerto al lavoro paziente dello scienziato. Ma lascio parlare l’artista, adesso:

Se riuscissimo a viaggiare alla velocità della luce impiegheremmo 86 mila anni per arrivare alla Galassia più vicina, 2 milioni e mezzo per arrivare su Andromeda e 13 miliardi per “toccare” la più lontana (ammesso che alla fine del viaggio cosmico essa esista ancora). Questa enorme distanza fra noi e loro ci fa capire bene quanto grande, enorme sia l’Universo (quello conosciuto) e che la Terra è solo un microscopico insignificante puntino visto da lassù (ammesso che  lassù abbiano dei potentissimi telescopi).

PilastriCreazione

I Pilastri della Creazione

Per modellare il cosmo la Natura, attraverso l’esplosione nota come Big Bang, ha distribuito in maniera apparentemente caotica gli ammassi interstellari, creando le condizioni per la vita (non solo nel nostro pianeta ma probabilmente in tanti altri, lontanissimi e irraggiungibili).

Esiste una logica in tutto ciò? E’ stato un evento casuale o un intervento Divino?

Tante sono le domande che la mente si pone, al cospetto dell’infinitamente grande, e ognuno di noi, guardando l’infinito, può cercare di trovare una risposta.

Possiamo anche non porci domande, e semplicemente ammirare la bellezza di queste Galassie, con i loro colori e le loro forme (che spesso assomigliano ad oggetti o animali terrestri).

Tutto questo grazie alle foto fatte dal telescopio spaziale Hubble, che mi sono servite come riferimento per dipingere la mia serie.

TestaDiCavallo

Le nebulosa Testa di Cavallo

Riproducendo su tela queste gigantesche meraviglie ho provato un’emozione intensa: dipingendo ero consapevole che nella realtà non avrei mai potuto vederle da vicino ma contemporaneamente ero lì, a due passi da loro. 

Schizzando il colore sulla tela mi sono sentito come fossi io il Big Bang, come se avessi la capacità di creare l’universo dal nulla. Una sensazione di potenza e di magnificenza.

Vorrei vedere questa  stessa  mia emozione nei volti di chi guarda.

Vorrei far nascere delle discussioni su come è nato l’Universo, sul perché siamo al mondo, su cosa ci riserba il futuro. L’Arte deve saper comunicare e far pensare….

Piccola nota a margine. Non posso trattenermi dal pensare che – sia pure partendo da un altro punto, dal territorio della ricerca – è proprio l’anelito che ci muove qui a GruppoLocale. Al di là del mero dato tecnico – a volte esso stesso portatore di meraviglia e stupore – alla scienza è ormai richiesto di non sottrarsi al suo ruolo di vettore culturale, tanto più valido quanto più la scienza stessa si apre ad un pensiero nuovo, quello dell’incontro oltreconfine (anche perché i confini sono retaggi di un antico modo di pensare e di dividere il mondo) che prelude ad una necessaria e ancora inedita riunificazione culturale.

E’ un sogno, ancora, ma io penso che l’uomo nascente si muoverà in un territorio in cui arte e scienza, filosofia e metafisica, si accorderanno in un unico sapere. Queste opere sono, da come la vedo io, il tentativo importante di segnare un cammino possibile.

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