Blog di Marco Castellani

Mese: Febbraio 2006

La prima stella artificiale che “brilla” nell’emisfero sud…


Gli scienziati del Very Large Telescope, a Cerro Paranal (Cile), raggiungono un altro importante risultato, con la creazione di una “stella artificiale”, la prima a “brillare” nell’emisfero sud…

La stella artificiale, ottenuta tramite laser, permetter? agli
astronomi di studiare l’universo nei pi? piccoli dettagli: difatti, tale stella artificiale – in realta’ una sorgente luminosa creata appositamente – e dunque della quale si conoscono tutte le caratteristiche, potr? essere usata per “calibrare” gli strumenti che impiegano le ottiche “adattive”, ovvero ottiche in grado di compensare – quasi in tempo reale – i mutevoli effetti di disturbo alle osservazioni, causati dalla turbolenza degli strati atmosferici …



ESO press release


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La “prima luce” della stella artificiale (Credits: ESO)

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Se Plutone ha le lune…


Usando il telescopio Hubble, gli astronomi hanno confermato l’esistenza di due “nuove” lune intorno a Plutone..

A dirla tutta, le lune erano gia’ state scoperte da Hubble nel maggio dello scorso anno, ma il “Pluto Companion Search team” e’ riuscito a mettere il naso in maniera ancora piu’ approfondita nel sistema di Plutone, a met? febbraio di quest’anno, e in tale occasione e’ riuscito anche a definire l’orbita delle due lune.



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Credit: NASA, ESA, H. Weaver (JHU/APL), A. Stern (SwRI), and the HST Pluto Companion Search Team

Nell’immagine, Plutone e’ al centro e Caronte appare appena sotto. Le lune, per il momento chiamate con gli asettici nomi
S/2005 P 1 e S/2005 P 2, sono localizzate a destra rispetto a Plutone e di Caronte.



http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/2006/09/

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Tempesta su Saturno

La Cassini sta seguendo una gigantesca tempesta su Saturno…

… del diametro  degli interi Stati Uniti e di una brillantezza eccezionale pari a 1000 volte quella della terra!

Al’indirizzo http://www.nasa.gov/mission_pages/cassini/main/index.html è possibile vedere le ultime immagini e sentire un clip audio del rumore della tempesta. Questo è stato possibile ricreando il rumore dalle emissioni radio della tempesta. L’effetto è simile al crepitio di sottofondo di una radio durante una tempesta sulla terra.

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Scoperto un nuovo tipo di stelle di neutroni

Una ?quipe internazionale di astrofisici ,comprendente anche ricercatori italiani, ha rilevato, per la prima volta, sorgenti radio che emettono segnali di brevissima durata ad intervalli anche di alcune ore.

Apparentemente, si tratta di stelle di neutroni con caratteristiche mai osservate finora: infatti, esse emettono segnali radio con impulsi assai brevi e ripetuti ad intervalli anche di alcune ore.

Tra l’altro,.oggetti con simili propriet? sono estremamente difficili da individuare. La cosa davvero interessante ? che gli scienziati ritengono che questa nuova classe di stelle di neutroni, denominate RRAT (Rotating RAdio Transient) sia molto pi? diffusa di quella delle stelle di neutroni “normali” finora conosciute, tanto che nella nostra Galassia potrebbero esserci almeno 400.000 sorgenti RRAT, un numero quattro volte maggiore rispetto a quello finora stimato per le pulsar, le stelle di neutroni che emettono nella banda radio.

I risultati del lavoro vengono pubblicati oggi in un articolo sulla rivista “Nature”. A brevissima distanza dalla notizia delle “Stelle in fuga”, dunque, un altro notevole risultato della ricerca astronomica, che coinvolge pienamente anche dei ricercatori italiani…!

Testo adattato dalla

press release INAF


Si veda anche la notizia riportata su

Spaceflightnow

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Come portarsi via… un milione di stelle?

Basandosi su osservazioni compiute al Very Large Telescope dell’ESO, un gruppo di astronomi italiani ha scoperto che l’ammasso globulare M12 avrebbe perso, nel suo turbolento passato, circa un milione di stelle…!

“Nei dintorni del Sole come pure per la maggior parte degli ammassi stellari, risulta che le stelle più comuni sono le più piccole, e di gran lunga”, asserisce Guido De Marchi (ESA), “Le nostre osservazioni con il telescopio VLT di ESO mostrano che non ? cos? nel caso di M12”.

Il team di scienziati, che include anche Luigi Pulone (INAF, Osservatorio Astronomico di Roma) e Francesco Paresce (INAF), ha misurato la luminosità ed il colore di più di 16000 stelle all’interno dell’ammasso globulare Messier 12, con lo strumento FORS1 dislocato al Very Large Telescope.

Con tale strumentazione, gli astronomi hanno potuto rilevare stelle che sono ben 40 milioni di volte più deboli di quanto l’occhio umano possa rilevare (ovvero, stelle di magnitudine 25).

L’ammasso globulare Messier 12

Sappiamo bene che gli ammassi globulari possono venire “disturbati” allorché le loro orbite li portano verso le regioni più dense dell’alone della nostra Galassia, ma di certo non sapevamo che l’entità del fenomeno potesse essere – in taluni casi – così rilevante: si stima da tale lavoro, infatti, che M12 abbia perso finora una quantità di stelle pari a circa quattro volte la sua popolazione attuale, ovvero all’incirca un milione di stelle, “strappate” dalla Via Lattea all’ammasso ed immesse nell’alone galattico…!

Nel complesso, un brillante risultato della ricerca astronomica… tutto italiano. Complimenti!

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Spitzer a caccia di pianeti

Il telescopio spaziale Spitzer ha scoperto di recente due giganteschi dischi di polveri…

…attorno a due stelle enormi:la R66 e la R126 nella Grande Nube di Magellano. La cosa curiosa ? che tale classi di stelle, con una massa stimata tra le 30 e le 70 volte quella solare, sono state finora considerate inospitali per i pianeti, ma la presenza di un disco di polveri intorno a tali stelle potrebbe essere il segno dell'esistenza di pianeti anche intorno a stelle di questa grandezza. La Grandezza del disco ? impressionante circa 60 volte la distanza del Sole da Plutone ed ha una massa stimata in circa 10 volte quella fascia di Kuiper. Un vero incredibile mastodonte.

http://www.nasa.gov/vision/universe/starsgalaxies/spitzer-20060208.html

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Suggestiva immagine della nebuosa “Testa di Cavallo” in Orione…

L’astrofilo Paolo Berardi ? l’autore di una immagine davvaro suggestiva di questa famosa nebulosa. La foto ? stata scattata a L’Aquila (Abruzzo), il 31 gennaio di quest’anno…

Complimenti a Paolo, che ha anche acconsentito a permettere che la foto fosse “pubblicata” su GruppoLocale.it…. La foto merita sen’altro d’essere vista! Qui sotto riporto alcuni particolari pi? tecnici, cos? come mi sono arrivati dalle stesse comunicazioni dell’autore (se posso aggiungere, trovo lodevole anche il fatto che la foto venga accompagnata da una descrizione puntuale della strumentazione adottata per realizzarla…!)


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Cliccare sulla foto per vederla a dimensioni pi? grandi…

“Foto ottenuta da casa a L?Aquila grazie ai filtri interferenziali che tagliano l?inquinamento luminoso facendo passare solo la luce emessa dalla nebulosa nella lunghezza d?onda dell?idrogeno H-Alfa. Questa nebulosa ha una luce fievolissima, e? invisibile ad occhio anche osservando con grandi telescopi amatoriali e si rivela solo con la fotografia.”

La “scheda tecnica” della fotografia:

L?Aquila, 31 gennaio 2006
Horsehead Nebula ?Testa di cavallo? in Orione
Telescopio Celestron 9.25 operante con riduttore di focale (f/5)
Camera CCD Starlight Xpress SXV-H9
Esposizione LRGB - Luminanza (60 min di posa) + tricromia (10 min di posa)
Filtri astronomik H-alfa + set RGB

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