Blog di Marco Castellani

Mese: Gennaio 2006

Lontano, piccolo e freddo, il pianeta appena scoperto!

Utilizzando una rete di telescopi diffusa in tutto il pianeta, che include anche il “Danish” da 1.54 m dell’ESO, alcuni astronomi hanno individuato un nuovo pianeta extrasolare, e la cosa interessante ? che sembra assai pi? simile alla nostra Terra di tutti gli altri individuati finora…

Il pianeta, la cui massa sembra essere appena cinque volte maggiore di quella della Terra, effettua un’intera orbita intorno alla sua stella “di appartenenza” in circa 10 anni. Da notare che è il pianeta meno “massiccio” individuato finora, tra quelli che ruotano intorno ad una stella ordinaria, ed appare anche il più freddo, tanto che sembra abbia una superficie prevalentemente composta da ghiaccio e rocce.

Il nuovo pianeta ha preso il nome, per ora, assai poco mnemonico di OGLE-2005-BLG-390Lb (sfido chiunque a poterlo citare correttamente parlando con gli amici…), e orbita intorno ad una stella piuttosto fredda, posta ad una distanza da noi di circa 20000 anni luce, non troppo lontano dal centro della nostra Via Lattea…

Da notare che il fatto che la stella attorno cui orbita sia freddina, e anche a motivo dell’orbita piuttosto larga del pianeta, la probabile temperatura sulla sua superficie si aggira intorno ai 220 gradi sotto zero, chiaramente troppo freddo per sperare di trovare acqua allo stato liquido!

Al contrario della maggior parte dei pianeti extrasolari scoperti finora, questo ? stato trovato attraverso tecniche di “microlensing”, basate su un effetto notato da Albert Einstein nel 1912 (per maggiori dettagli su questo affascinante argomento, consiglio di visitare il sito ESO linkato qui sotto, con l’unica avvertenza che purtroppo ? in lingua inglese…).

http://www.eso.org/outreach/press-rel/pr-2006/pr-03-06.html

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Le sorprese della stella polare…!

A noi che pensiamo alla stella polare come una stellina solitaria che da sempre indica il nord ai viaggiatori, potr? apparire sorprendente sapere che in realt?.. ? un sistema di tre stelle!

Mentre una delle compagne pu? essere agevolmente risolta anche attraverso un piccolo telescopio, l’altra ? cos? vicina a quella pi? grande che non era stata mai vista direttamente – almeno, fino ad ora…
Difatti, sfruttando al massimo le capacit? del Telescopio Spaziale Hubble, gli astronomi sono riusciti a fotografare la compagna pi? vicina alla stella Polaris per la prima volta.



In questa immagine si vede Polaris con le due stelline compagne, la pi? vicina risolta per la prima volta grazie al potere risolutivo di Hubble…!


Credit: Greg Bacon (STScI)

“La stella che abbiamo osservato si trova cos? vicina a Polaris, che abbiamo avuto bisogno di ogni bit disponibile della risoluzione di Hubble per poterla osservare”, ha confessato l’astronomo Nancy Evans (dello “Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics”).



http://www.cfa.harvard.edu/press/pr0602.html

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Spirit dà spettacolo

Anche se l'interesse per le missioni spaziali su Marte sui giornali ? scemato

le due incredibili missioni degli esploratori robotici Spirit e Opportunity continuano tra mille successi. Recentemente Spirit ha ripreso il transito delle due lune Deimos e Phobos nel cielo marziano nella costellazione del Toro. L'immagine animata ? visibile all'indirizzohttp://photojournal.jpl.nasa.gov/archive/PIA06340_fig2.gifhttp://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA06340Inoltre ? stata ripresa sempre da Spirit una tromba d'aria sulla superficie marziana, potete vederla all'indirizzohttp://www.nasa.gov/images/content/116653main_1116518822_13678-4_dd_enhanced_486a-A496R1.gif

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Lo sguardo più penetrante alla grande nebulosa di Orione

Questa volta Hubble ha guardato dove milioni di astrofili ogni sera guardano…

…alla Grande Nebulosa di Orione! Seguendo questo link http://hubblesite.org/newscenter/newsdesk/archive/releases/2006/01/image/a+zoom potrete avere lo sguardo più dettagliato mai realizzato e “navigarci” letteralmente all’interno. L’immagine costruita a mosaico è stata realizzata in 105 orbite del telescopio e contiene più di un miliardo di pixel.

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New Horizon verso la rampa di lancio

Partir? il giorno 17 Gennaio, la missione New Horizon…

…che porter? la sonda ad esplorare Plutone e il suo satellite Caronte nel 2015 e a proseguire verso la fascia di Kuiper. Sembra proprio che l'ultima frontiera del sistema solare stia per essere svelata. La navicella sar? lanciata dal complesso 41 del Kennedy Space Center per mezzo di un razzo Atlas V della Lockheed. la finestra di lancio ? prevista dalle ore 1.24 alle 3.30 pm della costa Est.La grandezza della missione ? sottolineata anche dalla velocit? record con cui la navicella atraverser? il sistema solare.

Per seguire l'evento in direttahttp://www.nasa.gov/ntv, per informazioni sulla missione http://www.nasa.gov/mission_pages/newhorizons/main/index.html. Inoltre ? disponibile un video esplicativo all'indirizzo http://mediaarchive.ksc.nasa.gov/dynavideo/?format=wmv&mediaid=27650

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Galex guarda l’evoluzione delle galassie

Galex è l’acronimo di Galactic Evolution Explorer,  un telescopio spaziale deputato allo studio dell’evoluzione delle galassie.

Il telescopio è costituito da 2 piccoli specchi uno da 50cm e uno da 22 cm e “vedono” in ultravioletto.

L’11 Gennaio è stata rilasciata una immagine in falsi colori che mostra la famosa galassia di Cartwheel. La stranissima forma attuale dipende dall’interazione con un altra galassia che le è passata all’interno. Le stelle del bulge e delle zone interne della galassia sono state sospinte verso l’esterno formando una sorta di luminosissimo anello.

Crediti: NASA/JPL-Caltech

L’immagine è la somma di più  immagini prodotte da differenti telescopi spaziali. La fotografia in UV è del Galex, in luce visibile di Hubble, all’ infrarosso di Spitzer e nei raggi X da Chandra.

Per approfondimenti
http://www.nasa.gov/vision/universe/starsgalaxies/galex-20060111.html

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Sturdust al rientro

Tutto pronto alla nasa per il rientro di Sturdust. La sonda, che è a spasso dal 1999 sopra le nostre teste, che ha raggiunto la cometa Wild2 e raccolto materiale interstellare , rientrerà nell’atmosfera il 15 Gennaio 2006 alle 9:57 ora del Pacifico.

Atterrerà nel deserto dello Utah dove verrà recuperata, se tutto andrà bene, da un elicottero che la consegnerà alle cure ed alle analisi del Johnson Space center di Houston.Ogni altra informazione, compresa una webcam nella sala di controllo e una simulazione della sua posizione attuale potete trovarla a http://stardust.jpl.nasa.gov/

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